30 marzo 2007. Enti Locali: uno sciopero irrinunciabile!

Nazionale -

Il testo del volantino degli Enti Locali; scarica il volantino impaginato in allegato

Lo sciopero è uno strumento di lotta dei lavoratori; è uno strumento che costa, e che si fa sentire sui magri bilanci familiari. L'indizione di una giornata di sciopero è quindi una decisione che RdB prende sempre dopo mille valutazioni e tentativi di perseguire gli stessi obiettivi attraverso la trattativa, la vertenza.

 

Ma siamo ormai di fronte ad una strategia complessiva di destrutturazione della Pubblica Amministrazione da cui sarà difficile tornare indietro.

 

Attraverso un processo di privatizzazione/aziendalizzazione della p.a. si intende costruire un modello sociale diverso, non più solidaristico, non più indirizzato al cittadino-lavoratore, ma al consumatore, dove i diritti saranno determinati solo dalla capacità di spesa del singolo individuo.
Ne percepiamo i segni in tanti provvedimenti che il Governo Prodi si appresta a varare: dal DDL Lanzillotta che cancella 100 anni di storia delle municipalizzate e le consegna definitivamente al mercato, al riordino degli Enti Locali attraverso la sostituzione delle Province con le Città Metropolitane (dove ci sono), alla separazione contrattuale tra i dipendenti delle Regioni e quelli degli altri Enti Locali, etc.

 

Ma i lavoratori e i cittadini non sono una merce.

 

Più generalmente si annuncia una stretta sui pubblici dipendenti - di cui il Memorandum del 18 Gennaio è solo un primo pesante tassello - che rischia di essere, se non l'ultima, quella che più metterà a repentaglio la sicurezza del posto di lavoro, dello stipendio, della liquidazione.

 

Per i lavoratori degli Enti Locali -come al solito…- la medicina è sempre più amara.

 

Proprio i servizi degli Enti Locali sono nel mirino delle esternalizzazioni con il cosiddetto Decreto Lanzillotta. Decreto con cui viene imposta la gestione in appalto ai privati di tutti quei servizi che possono generare degli utili. Tradotto significa che dove c'è possibilità di guadagno si regala ai privati il servizio (l'esperienza insegna), dove non c'è entrata economica il servizio resta in gestione pubblica (con il conseguente scadimento della qualità).

 

L'effetto sui lavoratori sarà devastante perchè ci sarà una drastica riduzione dei posti di lavoro, con trasferimento di molti -i fortunati?- nel privato e la messa in mobilità obbligatoria di migliaia di altri con la seria prospettiva di non venire ricollocati e quindi, trascorsi due anni, il licenziatiamento. Non è più soltanto una ipotesi, già nella p.a. si inizia ad applicare il sistema: con un semplice decreto è stato abolito il PRA (pubblico registro automobilistico) e tutto il personale posto in mobilità con scarse possibilità di reintegro.

 

Non va dimenticata la campagna denigratoria contro i dipendenti pubblici "fannulloni" cominciata un anno fa e che ha preparato il terreno alla stagione dei tagli in tutte la amministrazioni pubbliche.

 

Una politica di risparmio tutta incentrata solo e soltanto sulla drastica riduzione del personale.

 

Oggi siamo quindi, per la prima volta, davanti alla prospettiva reale del licenziamento o, nel migliore dei casi, del tangibile peggioramento della situazione lavorativa (passaggio al privato e precarizzazione), dei diritti e delle retribuzioni.

 

Anche gli utenti dei servizi percepiscono una campagna aggressiva che sta facendo tabula rasa delle conquiste sociali ottenute con anni di battaglie, di manifestazioni e di lotte di lavoratori e cittadini.

 

Il nuovo contratto rappresenta una meteora di cui non si parla più e, con il CCNL scaduto il 31 dicembre 2005, è ormai regola che debbano passare almeno due anni prima di ottenere il rinnovo...

 

Nel frattempo, e con tempestività a dir poco sospetta, i sindacati di governo hanno invece trovato tempo e modo per sottoscrivere l'accordo per la creazione del Fondo pensione per i lavoratori degli enti locali (e sanità). Hanno in tal modo predisposto gli strumenti per dare avvio allo scippo della liquidazione dei lavoratori.

 

La partita è ancora aperta per la p.a. (e quindi anche gli enti locali), ma sia i ministri interessati, sia la triplice cgil,cisl,uil strepitano e spingono per una rapida conclusione dell'affare.

 

D'altro canto la premiata ditta cgil,cisl,uil spa ha dato molto finora al "nuovo" governo appoggiandolo prima e dopo le elezioni, avallando tutte le politiche di smantellamento della p.a. (vedi il Memorandum) e quindi oggi reclama il pagamento (perchè di soldi si tratta) dei servizi resi.

 

A fianco alla battaglia per una p.a. di valore per tutti i cittadini pesa come un macigno il dramma del precariato che nelle nostre amministrazioni costituisce ormai un vero e proprio esercito che è necessario stabilizzare in tempi rapidi.

 

Scioperare il 30 marzo è quindi una scelta irrinunciabile
per difendere e rilanciare la Pubblica Amministrazione.

Significa anche evitare il rischio di non poter scioperare più.

Crediamo quindi che solo una risposta forte dei lavoratori e dei cittadini utenti possa riaprire la partita su tutti i temi dei diritti, della dignità, delle garanzie economiche e del lavoro.

Occorre ancora una volta dare un segnale inequivocabile.RdB è dalla parte dei lavoratori e della cittadinanza contro le politiche di questo governo sul pubblico impiego.

Facciamo sentire la nostra voce nelle strade di Roma e sotto il Palazzo

il 30 marzo 2007
SCIOPERIAMO COMPATTI
e partecipiamo alla
MANIFESTAZIONE nazionale a Roma