Agenzie Fiscali - I risultati del referendum

Roma -

Il referendum sulla preintesa per il rinnovo contrattuale del biennio economico 2008-2009 nel comparto Agenzie Fiscali si è concluso. Al termine dello spoglio risultano pervenuti 9745 voti validi con una percentuale di NO sul quesito numero 1 pari al 96,4% del totale e una percentuale di NO sul quesito numero 2 pari al 97,2% del totale.

 

Analizzeremo più dettagliatamente il voto con un prossimo comunicato che rinviamo alla ripresa dell'attività sindacale a pieno regime, fra un paio di settimane. Qui vale la pena soffermarci su un punto che riteniamo saliente e che investe l'importanza dell'istituto referendario in sé.

 

Il referendum è un esercizio di democrazia partecipativa ancora incompiuto. La sua incompiutezza dipende dalla scarsa incisività del giudizio diretto dei lavoratori su accordi che pesano sulla loro vita professionale e personale (in pratica su tutti gli accordi): i referendum hanno infatti valore consultivo e questo aspetto non è secondario. Tuttavia, sia che il voto si esprima attraverso i seggi tradizionali, come è successo in passato e succederà ancora in futuro, sia che ciò accada con il voto elettronico che riproporremo speriamo in modalità più semplificata, l'obiettivo che vogliamo perseguire è doppio: chiedere il parere dei lavoratori e costruire un istituto partecipativo che sia più attendibile delle alzate di mano e delle conte che finivano inevitabilmente e inesorabilmente con l'approvazione all'unanimità.

 

La partecipazione in massa dei lavoratori è di là da venire, così come è ancora lontano il giorno in cui l'esito del referendum sarà in qualche modo vincolante per le parti contraenti. Ma quando quel giorno arriverà non vi è dubbio che noi avremo fatto la nostra parte nel far diventare il referendum un momento consueto di espressione della volontà dei lavoratori.

 

Non si intravede invece nemmeno all'orizzonte quella cultura della democrazia partecipata che è l'obiettivo dichiarato che RdB persegue quando indice un referendum ad ogni tornata contrattuale. Le nostre iniziative vengono boicottate o ignorate come se esse celassero chissà quale intento eversivo o delegittimante. Non prendono posizione le altre organizzazioni sindacali che preferiscono continuare a muoversi nel terreno dell'approvato all'unanimità; non prendono posizione le amministrazioni coinvolte che si limitano nel migliore dei casi a non aggiungere altri ostacoli ai tanti che già incontriamo (e incontrano i lavoratori). Malgrado ciò i lavoratori hanno votato e hanno scelto. Lo hanno fatto usando uno strumento - quello del voto elettronico - che per essere sicuro e credibile deve per ora essere così complicato; e lo hanno fatto malgrado le difficoltà incontrate.

 

Il referendum è uno strumento nelle mani dei lavoratori, affidato alla loro responsabilità e capacità di giudizio e deve essere - o meglio dovrebbe - un patrimonio condiviso anche dall'amministrazione, oltre che da tutti gli attori sindacali. In ogni caso è sempre dei lavoratori e mai di chi lo propone.

 

Consideriamo quindi anche questo risultato un altro passo verso la meta e non tralasciamo di ricordare gli altri 21mila voti che i lavoratori hanno potuto esprimere in occasione del rinnovo del contratto giuridico dell'aprile scorso. In tutto oltre 30 mila voti, 30 mila picconate al muro che ancora ci separa da un mondo in cui nessuno ha paura del giudizio dei lavoratori. E i lavoratori hanno interesse, tutto l'interesse possibile, ad esprimerlo.