Beni culturali: basta appalti al ribasso, contratto Federculture subito!

Milano -

Oggi partecipiamo al presidio indetto da Mi Riconosci? a Milano, davanti alla Direzione Museale regionale, per rompere il silenzio su un settore dove sfruttamento e precarietà sono come l’universo: in espansione.

Negli ultimi mesi abbiamo conosciuto lavoratori e lavoratrici esternalizzati in diversi siti in Lombardia, dalla Valcamonica al Palazzo Ducale di Mantova, e in tutti i casi i cambi di appalto si rivelano momenti critici. Ogni volta bisogna difendersi dal rischio di cooperative che applicano contratti al ribasso, diminuendo stipendio e diritti, e quasi mai viene applicato il contratto nazionale previsto per il settore.

La politica di questo settore deve cambiare. Il Ministero della Cultura, così come tante amministrazioni pubbliche, è in carenza di organico, mentre centinaia di lavoratori e lavoratrici formati per il settore vengono assunti tramite cooperative, se non addirittura a partita Iva, per svolgere un servizio simile se non uguale a quello dei dipendenti pubblici.

Il primo provvedimento da adottare è un pesante investimento sull’internalizzazione del personale esterno e sullo scorrimento totale delle graduatorie Afav.

È necessario poi che a tutti i livelli, anche regionale e comunale, siano indicate condizioni migliorative da inserire nei bandi di gara per gli appalti nei beni culturali.

Questo non può che partire dall’indicazione del contratto nazionale Federculture come riferimento del settore, da applicare a tutti i dipendenti che prestano servizio presso soggetti esterni.

Contratti come Multiservizi e Vigilanza Privata non solo non sono adeguati al settore, ma hanno stipendi che non garantiscono una vita dignitosa a chi li percepisce.

L’applicazione del Federculture, quindi, deve essere la base per un aumento di salario e diritti a favore di chi lavora.

In un momento di crisi e carovita anche i lavoratori e le lavoratrici dei beni culturali, così come tanti altri in questo paese, vedono aumentare le difficoltà quotidiane a fronte di salari troppo bassi, e la lotta per rivendicare miglioramenti concreti è il percorso che vogliamo intraprendere.

In un momento in cui si inaugurano Bergamo e Brescia come città della cultura, e i musei mostrano intenzione di alzare i prezzi dei biglietti, il vero investimento da fare è garantire dignità a tutti i lavoratori, e se c’è qualcosa da inaugurare deve essere una nuova stagione di diritti e dignità.

Questo è quanto vogliamo sottoporre alla Direzione Museale di una regione ricca, come la Lombardia, dove l’amministrazione troppo spesso sembra dimenticare le condizioni di sfruttamento e impoverimento che avvengono nel territorio.

Insieme alle attiviste e agli attivisti di Mi Riconosci? abbiamo spinto per ottenere un incontro: dopo un primo momento in cui non sembrava poter avere luogo, una delegazione è stata ascoltata dalla direttrice del Cenacolo, che ha preso l’impegno di organizzare a stretto giro un tavolo con la dirigenza dell’ente.

La lotta paga, e apre strade finora inedite, ringraziamo Mi Riconosci? per l’ambiziosa iniziativa di scuotere un settore dove lo sfruttamento è quotidiano, ma la lotta stenta a nascere anche per le condizioni di ricatto che esistono.

Invitiamo lavoratori e lavoratrici ad organizzarsi sempre più e intraprendere la strada della lotta collettiva per riconquistare salario, diritti e dignità.

USB c’è, e continueremo ad andare avanti, vertenza dopo vertenza e manifestazione dopo manifestazione, fino ad ottenere risultati concreti in questo settore.

Slang-USB

Coordinamento USB Cultura&Spettacolo