Campagna incendi boschivi in Toscana

Firenze -

Dall'esito della contrattazione con l'Ispettore regionale è scaturito un documento politico datato 1 luglio da cui si evince che sull'argomento Cg

C.G.I.L. C.I.S.L. U.I.L. R.D.B.

 

Al Ministro degli Interni On. Claudio Scajola

Al Capo Dipartimento Pref. Morcone

All’Ispettore Generale Capo D’Errico

All’Ispettore Regionale VV.F. Toscana

Dott.Ing. Antonio Bedini

Ai Comandanti Provinciali VV.F Toscana

Alla Regione Toscana

 

Oggetto: Estinzione incendi boschivi

Lo scopo della presente non è, non deve essere, la mera rivendicazione di una porzione di “territorio di intervento” ma, dal punto di vista del servizio reso al cittadino, è nostro l’obbligo di evidenziare la confusione che si genera nei confronti di colui che necessita dell’intervento e che non può saper discernere se l’area interessata è boscata oppure assimilabile o no e di conseguenza se sia necessario comporre il 1515 o il 115. Purtroppo siamo a gestire le conseguenze di una riforma federalista dello Stato che ha generato confusione e conflitti tra istituzioni e cittadini. La Legge 353/2000 “Legge quadro in materia di Incendi boschivi” ha ridefinito le competenze in argomento che, nel rispetto dei Decreti Bassanini sono passate alle Regioni. Le stesse oltre alla stesura del piano di previsione (Art.2) sono direttamente responsabili delle attività formative (Art.5) e della lotta attiva contro gli incendi di bosco (Art.7), proprio all’interno di questi articoli, rispettivamente ai commi 3 e 3a, nasce il ruolo del Corpo Nazionale di cui la Regione si può avvalere anche tramite accordi di programma, ed è qui che nasce il punto di caduta con la Regione Toscana. Volendo tralasciare le diatribe interne alla Regione, tra le competenze degli assessori delegati alle foreste ed alla protezione civile, sicuramente da sempre manca l’accordo di programma con il Corpo Nazionale (questo non vale invece per il Corpo Forestale dello Stato), che, oltre a stabilire gli ambiti deve quantificare le risorse che la Regione dovrebbe stanziare a nostro favore. Infatti, non è pensabile che il nostro intervento negli incendi boschivi sia derubricato al ruolo di manovalanza monetizzata dalla Regione, in quanto la scelta del Legislatore è stata quella di emarginare il Corpo Nazionale da questa materia attribuendo ad altri soggetti il coordinamento e la ripartizione di copiose risorse che vanno ad alimentare un circolo vizioso lontano dal dare risposte adeguate al problema della prevenzione ed estinzione degli incendi boschivi. Nel tempo i risultati non sono stati apprezzabili in quanto negli anni abbiamo assistito ad una proliferazione dei roghi con aumento della superficie boschiva distrutta dalle fiamme. Questo nonostante vi sia stato di pari passo un aumento proporzionale dei soggetti che gravitano attorno all’estinzione degli incendi.

Perciò è da rifiutare nel modo più assoluto ogni tipo di accordo di basso profilo in cui i VV.F. danno tutto e la regione Toscana si prende il merito di una campagna antincendio boschiva ben riuscita.

Del resto questa linea di condotta è stata recentemente ribadita dai vertici dell’amministrazione i quali hanno dichiarato che gli incendi di bosco li spegne chi ha le risorse destinate in merito. Se la questione si esaurisse qui, la situazione sarebbe già grave ma un’attenta lettura, anche alla luce dell’art. 2 che definisce cosa si intenda per incendio boschivo, pone alcuni problemi dal punto di vista operativo che la rendono ancora più pericolosa. Partendo da un punto inequivocabile e cioè dal citato art.2 della legge 353/2000, l’estinzione degli incendi in pascoli, terreni coltivati o incolti non limitrofi ad aree boscate ed erborate sono di esclusiva competenza del Corpo Nazionale; se è vero che per incendio boschivo si intende anche quello esteso alle strutture antropizzate poste all’interno delle aree boscate e quindi di competenza della Regione è altrettanto vero che diversa è la situazione se queste strutture sono abitate per cui si configura il soccorso tecnico urgente per il quale lo stato conserva le competenze attraverso il C.N.VV.F.. Al tal proposito la delega alle regioni di intervenire anche su eventuali strutture ed infrastrutture antropizzate ricomprese all’interno delle aree boschive appare in contrasto con quanto indicato nel D.L. 31 Marzo 1998 n°112. Se ne deduce che lo stato interviene, per tramite del C.N. solo a difesa dell’ incolumità delle persone. Da quanto sopra, emerge una situazione di confusione e di conflitto dove i lavoratori Vigili del Fuoco hanno delle serie difficoltà ad orientarsi per non commettere errori e cadute di responsabilità sanzionabili dalla Magistratura. Così come i rapporti tra 115 e il 1515 nel passaggio delle richieste di intervento, la responsabilità dei qualificati V.F. che lasciano prive di protezione le zone di competenza per intervenire su incendi di bosco e non ultimo la responsabilità in caso di infortunio di operatori V.F. che operano nelle suddette aree. Altro aspetto non di secondaria importanza è il rapporto con le associazioni di volontariato che operano numerose in convenzione con la Regione e gli Enti Locali che vengono coordinate esclusivamente dal CFS e questo non solo per gli incendi boschivi ma anche per altri settori quale il soccorso in montagna e sanitario. Merita di essere menzionato l’utilizzo degli aeromobili del nucleo VV.F. di Arezzo che opera regolarmente in incendi di bosco nelle regioni di Umbria e Marche al contrario della Regione Toscana che privilegia il sovrautilizzo, come affermato dal Capo Dipartimento della Protezione Civile Bertolaso, di aeromobili privati in convenzione dimenticandosi di quelli istituzionali. Come se l’obbiettivo non fosse la lotta agli incendi boschivi ma quello di foraggiare un circuito di interessi che niente hanno a che vedere con la lotta attiva e quotidiana agli incendi. Stante così la situazione le OO.SS: scriventi propongono di adottare nell’immediato una modulistica che laddove non si ravvisino le condizioni di soccorso tecnico urgente la squadra VV.F. possa essere sollevata dall’operare o dal concorrere all’estinzione delle zone boschive recuperandola per la piena operatività sul territorio per ciò che compete i compiti istituzionali al C.N.VV.F.. Inoltre è avviso delle scriventi indurre una seria riflessione nei responsabili politici sulla capacità di dare risposte esaurienti da parte dell’attuale sistema di organizzazione di lotta agli incendi boschivi.

Firenze, lì 1 Luglio

FIRMATO

BAVIELLO BARGAGNA MARTIRE TARCHI