Chi deve pagare

Roma -

Nel primo semestre del 2006 le società quotate a piazza Affari hanno avuto 31,2 miliardi di di utili netti (record storico), con 23,6 miliardi di di utili netti solo per le prime 30 società (+ 27,7% sul 2005).
E i ricavi (utili netti + tasse e ammortamenti), sono stati oltre dieci volte tanto.
E intanto, il governo Prodi, con la rispolverata prassi concertativa praticata con Cgil, Cisl e Uil, invece di prendere i soldi a chi non ha mai pagato, sta per varare l’ennesima stangata annuale prendendo i soldi, come sempre, dai lavoratori e pensionati:
tagli alle pensioni, nuovi ticket sulla sanità, tagli alla pubblica amministrazione e agli enti locali;
valanga di mld di euro in regalo ai padroni con il cuneo fiscale oltre alla marea di soldi mediante la legge 488 e contributi vari a fondo perduto;
l'eliminazione del lavoro precario è rimasta una promessa elettorale;
furto del TFR in favore dei fondi pensione di Cgil, Cisl e Uil.

E la fotografia che esce dalla lettura dalle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2004 (rese note ag agosto) è LETTERALMENTE scandalosa.
Dieci milioni di poveri da una parte. Qualche decina di migliaia di Paperoni dall'altra.
Si tratta delle imposte pagate sui redditi del 2003, quelli beneficiati dal primo modulo della riforma fiscale del governo Berlusconi, per intenderci.
A dichiarare redditi inferiori ai 6 mila euro sono nel complesso il 25,2% dei contribuenti italiani, cioè 10,2 milioni sul totale di 40,6.
Il 6,58% indica un importo inferiore addirittura ai 1.000 euro.
E' eclatante anche il dato sui lavoratori autonomi: uno su 4 dichiara al fisco un reddito inferiore ai 500 euro al mese.
E' un esercito di quasi 980 mila imprenditori, commercianti, professionisti e agricoltori a denunciare al fisco un reddito inferiore ai 6.000 euro.
Gli italiani hanno dichiarato, nel 2004, un reddito medio di 16.210 euro e versato 4.200 euro di Irpef.
A dichiarare redditi inferiori ai 6.000 euro sono nel complesso il 25,2% dei contribuenti italiani, cioè 10,2 milioni sul totale di 40,6. Il 6,58% indica un importo inferiore addirittura ai 1.000 euro.
I Paperoni, con oltre 200.000 euro di reddito, sono invece 55.733, lo 0,14% del totale.
Il numero cresce, ma non di molto, se si riduce drasticamente la soglia del reddito dichiarato ai 100.000 euro: il numero dei "più che benestanti" sale a 271 mila ma non rappresenta che solo lo 0,67% del totale.
Un lavoratore autonomo su quattro dichiara un reddito inferiore alla pensione sociale. Il 25,6% dei contribuenti titolari di partita Iva ha denunciato con la dichiarazione Unico 2004 un reddito pari o inferiore ai 6.000 euro. In pratica, un esercito di 978.991 imprenditori, commercianti, professionisti e agricoltori racconta al fisco di percepire meno di 500 euro al mese.
La percentuale degli autonomi-indigenti varia però a seconda delle categorie: la quota di chi dichiara sotto i 6.000 euro tra gli imprenditori-commercianti è del 24,7% (pari a 582 mila contribuenti); il valore scende al 14,1% tra i professionisti (117 mila) e sale al 44,24% tra gli agricoltori (278 mila).
Commercianti, imprenditori e professionisti dichiarano, comunque, un reddito che è mediamente più alto di 1.900 euro rispetto agli altri contribuenti!
L'imponibile personale è, infatti, pari a 18.100 euro.
Come sempre si tratta di un calcolo che tiene conto di altre medie: gli imprenditori edili (dal pittore al costruttore) dichiarano in media 17.620 euro, più dei 15.390 euro dei meccanici, gommisti e commercianti di autovetture.
I commercianti all'ingrosso si attestano intorno ai 25.290 euro, mentre quelli al dettaglio 16.060 euro.
Ancora più basso è il reddito medio di albergatori e ristoratori: 14.600 euro.
Dichiarano di più gli agenti immobiliari (28.150 euro) e gli intermediari finanziari (25.140 euro) che incassano più degli assicuratori (17.940).

Le risorse necessarie per il risanamento e lo sviluppo devono essere reperite facendo pagare chi, in tutti questi anni, ha goduto di protezioni e di privilegi e non ai lavoratori.

 

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