Casa, le pacche sulle spalle non bastano più: è tempo di un cambio di passo deciso

Roma -

Il 27 marzo si è svolta a Roma una importante manifestazione per il diritto all’abitare indetta da Movimento per il Diritto all’Abitare, ASIA-USB, Noi Restiamo e campagna “Scioperi degli Affitti” in adesione alla mobilitazione europea lanciata dalle piattaforme European Housing Coalition e RentVolution per chiedere con urgenza una nuova stagione di politiche abitative a partire dalle risorse che saranno messe a disposizione dal ‘Next Generation EU’. Una giornata iniziata con il picchetto in solidarietà a Yoidainis, donna sola con due figli che si trova sotto sgombero da parte del locatario che le ha affittato per due anni in nero un monolocale a 600 euro a Torpignattara, e che anziché accettare di ridurre (e regolarizzare) l’affitto quando lei ha perso il lavoro ha preferito staccarle le utenze e vandalizzare l’appartamento per costringerla ad andarsene. Questa storia è solo un piccolo esempio di come, per troppo tempo, le leggi sulla casa e la cosiddetta legalità abbiano privilegiato gli interessi dei proprietari e della rendita, anziché guardare a quella platea sempre più ampia di persone la cui stabilità abitativa è costantemente minata da canoni di locazione di un mercato completamente libero da qualsiasi forma di controllo, e che al tempo stesso non riescono a trovare una soluzione adeguata e tempestiva attraverso l’edilizia residenziale pubblica. Sempre in mattinata altre iniziative a sostegno della giornata trasnazionale si sono svolte il altre città come Milano, Torino, Bologna, Livorno, Pisa, ecc.

Nel pomeriggio, centinaia di persone si sono poi mobilitate a Porta Pia per rappresentare sotto le finestre del Ministero delle Infrastrutture le varie sfaccettature della crisi abitativa, ulteriormente esplosa con la pandemia, e per sostenere la delegazione che è salita ad incontrare i rappresentanti del Ministero: Barbara Casagrande, DG per l’edilizia statale e gli interventi speciali; il Capo di Gabinetto Alberto Stancanelli; il sottosegretario Giancarlo Cancelleri.

Nel corso dell’incontro, sia il Capo di Gabinetto che il Sottosegretario hanno preso atto del lungo tempo trascorso dal precedente incontro svoltosi il 28 maggio 2020 senza ulteriore seguito. La DG Casagrande ha inoltre voluto sottolineare ripetutamente che, a differenza di altri periodi storici, in questo momento le risorse al Ministero non mancano, sia nel quadro del Next Generation EU che nell’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che prevede due linee di spesa inerenti alle politiche abitative. Al momento queste ultime sembrano prettamente incentrate sulle tematiche dell’efficientamento energetico e della svolta ‘green’ che tanto ha caratterizzato anche il cambio di nomenclatura del Ministero. Ma come ha detto una delle stesse parti istituzionali durante l’incontro, per pensare alla ‘qualità’ e all’aspetto green dell’abitare, bisogna innanzitutto avere l’abitare. Inoltre, la ‘resilienza’ non può trasformarsi ancora una volta in desistenza nel fare scelte efficaci e decise sull’abitare.

Non è d’altronde più procrastinabile una soluzione strutturale per la precarietà e il disagio abitativi dilagante che ormai colpiscono ceti sociali, e generazioni, sempre più diversi, tanto più rispetto al fatto che questa pandemia ci ha mostrato in maniera inequivocabile come un abitare stabile, dignitoso, e tutti gli strumenti ad esso connessi (primo fra tutti, la residenza) siano il primo presidio di benessere e tutela della salute individuali e collettivi. Pertanto, approcci emergenziali, temporanei, o peggio basati sulla considerazione della cosiddetta ‘emergenza abitativa’ come un mero problema di ordine pubblico sono drammaticamente miopi e inadeguati per affrontare la sofferenza sociale prodotta dalle crisi degli ultimi anni, e ulteriormente peggiorata dalla pandemia in corso.

Inoltre, Movimenti e i sindacati conflittuali hanno rappresentato la necessità che, sull’abitare, si apra un vero e proprio percorso di contrattazione sociale sulla vertenzialità espressa dagli attori sociali che si mobilitano nei territori, nello stesso modo in cui si farebbe per qualsiasi altro settore strategico del Paese (dal lavoro all’economia), e come viene richiesto ormai persino dagli obiettivi ed indicatori di Sostenibilità Sociale delineati dalle Nazioni Unite.

Alla luce di questi elementi, il Ministero ha tracciato una linea di rinnovata disponibilità ad aprire un percorso di discussione cadenzato, e tematico sulle questioni sollevate. Queste ultime hanno spaziato dalla richiesta di definitivo superamento degli articoli 3 e 5 del Piano Casa Renzi Lupi 2014, ad una nuova stagione di politiche abitative che sia fondata sul ripristino del controllo pubblico sugli affitti (come d’altronde già in sperimentazione in diverse città europee) e su una nuova politica dell’edilizia residenziale pubblica sul recupero degli immobili e degli alloggi inutilizzati e vuoti. Aprire anche una vera discussione sulle ricadute sociali conseguenti ai processi di privatizzazione del patrimonio degli enti previdenziali e alla gestione speculativa del fondi destinati all’edilizia agevolata (E.R.P.). Cosa c’è d’altronde, di più sostenibile e green di un nuovo piano ERP basato sul consumo di suolo zero?

La disponibilità ad aprire un tavolo permanente, dunque, è un risultato importante, al quale però devono servire cambi di passo decisi. Troppo spesso, in questi anni e in questi mesi abbiamo incontrato Ministri, enti nazionali (da ultimo ANCI) ed enti locali che hanno espresso consenso rispetto alle posizioni espresse da Movimenti e Sindacati, lasciando però cadere nel vuoto la richiesta di percorsi permanenti di contrattazione sociali. Le pacche sulle spalle e le attestazioni di consenso lasciano il tempo che trovano. È invece necessario aprire il prima possibile un percorso condiviso per una nuova stagione di politiche abitative che sia incentrata sui bisogni degli abitanti, e non sugli interessi della rendita e della speculazione. Nel frattempo, continueremo ad essere al fianco di coloro che rischiano di perdere la propria casa senza una soluzione alternativa e permanente, dagli inquilini degli alloggi popolari, e degli enti previdenziali, minacciati dai processi di valorizzazione, a chi è sotto sfratto, a chi nelle occupazioni abitative si trova con la spada di Damocle di finire in mezzo ad una strada. A partire da Yoidanis, in cui difesa ci rivediamo il 27 aprile a Torpignattara. L’unica grande opera sostenibile è casa e reddito per tutt*, perché senza casa non c’è salute!

Domenica 28 marzo 2021

ASIA-USB
Movimento per il Diritto all’Abitare
Noi Restiamo