CONTRATTO DEGLI ENTI LOCALI: LA TRAPPOLA DEL FEDERALISMO COLPISCE UTENTI E LAVORATORI

Roma -

A distanza di un anno e mezzo dalla scadenza del contratto e dall’accordo di Febbraio del 2002 l’apertura delle trattative per il contratto degli Enti Locali è ancora in alto mare.
Dalle poche indicazioni emerse si capisce però benissimo qual è il disegno complessivo di revisione strutturale del comparto.
Infatti ad ogni rinnovo contrattuale si aggiunge un tassello in più a favore della logica neo-federalista scaturita dalle riforme costituzionali dei governi di centro-sinistra, e portata a compimento da quelli di centro-destra. E cioè:

un progressivo svuotamento del contratto nazionale a favore di contrattazioni di livello regionale e/o locale (che hanno l’effetto di riprodurre, in altri termini, il sistema delle gabbie salariali);
una progressiva diminuzione del personale a tempo indeterminato sostituito da personale precario o dal ricorso ad appalti esterni con personale con pochissime tutele e garanzie;
un costante scadimento della qualità dei servizi offerti ai cittadini per quanto concerne i bisogni più diretti (scuole, mense, servizi sociali, igiene pubblica, etc) al fine di alimentare la sfiducia dei cittadini nel sistema pubblico e poter cosÏ spalancare le porte ai privati;
una frantumazione del comparto che accompagni la revisione federalista (con aree separate di contrattazione per le Regioni e per i Vigili Urbani).

A questi aspetti più generali occorre aggiungere il dato retributivo.
Infatti - al di là della perdita di potere d’acquisto già consolidata e accertata dall’ISTAT per i lavoratori degli Enti Locali nel periodo 1993-2000 pari a € 2890 - dalle indicazioni, concertate a distanza con CGIL-CISL-UIL, emerge con chiarezza l’insufficiente recupero, sul tasso d’inflazione, che, nel caso degli Enti Locali, non rispetta neanche le indicazioni dell’accordo di Febbraio 2002: ci troveremo dunque con una busta paga più leggera e una busta della spesa più pesante!

Oltretutto la situazione del comparto è ulteriormente aggravata dalle disposizioni della finanziaria che – di fatto - bloccano le assunzioni e congelano le piante organiche fino all’emanazione di decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri di cui – a distanza di quattro mesi dal termine fissato nella legge finanziaria – non v’è ancora traccia.
E’ anche questo un modo indiretto per favorire ulteriormente le politiche di privatizzazione e di esternalizzazione dei servizi anche in quegli enti che preferirebbero mantenere la gestione diretta: alla faccia dell’autonomia!
La RdB, in contrapposizione alle logiche concertative di CGIL-CISL-UIL e del sindacato autonomo, si batte :

PER UNA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE AL SERVIZIO DEI CITTADINI
PER LA PIENA OCCUPAZIONE, CONTRO IL LAVORO FLESSIBILE E/O PRECARIO
PER SALARI EUROPEI
PER LA RIQUALIFICAZIONE PROFESSIONALE DI TUTTO IL PERSONALE