Decentramento. L'attacco continua

Roma -

Si continua a cercare di smantellare dell’Agenzia del territorio. Come successo in precedenza i fautori di questo processo mettono in campo in modo massiccio  il  potenziale mediatico a loro disposizione, e in particolare le pagine di grandi quotidiani. Repubblica, ad esempio, in un articolo di ben 2 pagine all’interno della Cronaca di Roma di Repubblica di Venerdi 27 ottobre dove viene riportata  con grande enfasi la ormai “non notizia“ che nel centro della Capitale ci sono abitazioni di lusso con rendite catastali bassissime e che tale disfunzione dipende dal cattivo funzionamento del Catasto di Roma e che quindi trova giustificazione  ciò che il Governo si appresta a fare in Finanziare decentrando le funzioni catastale ai Comuni.

Ci sarebbe da fare del sarcasmo su una simile notizia. Da anni come organizzazione sindacale denunciamo queste ignobili disparita fiscali e certo non e colpa dei lavoratori catastali se tali rendite sono cosi basse, ma sicuramente di una mancanza d volontà politica che in questi decenni ha e chiuso gli occhi volutamente non cercando soluzioni in direzione di una vera equità fiscale nel campo immobiliare.

 

I strumenti  normativi ci sono:

Il Comune di Roma sa bene cosa siano i commi 335 e 336 messi a disposizione da una  precedente finanziaria. Perché non vengono applicati? Piuttosto ci sorgono spontanee delle domande che ovviamente La Repubblica si guarda bene di porsi ma che in un nostro precedente comunicato abbiamo messo in risalto.

 

Quali sono i motivi del decentramento ?

Sicuramente per fare favorire alcune categorie che nella gestione comunale del catasto troverebbero “gioco facile” per attuare i propri interessi difficilmente realizzabili con un organismo di carattere nazionale com’è adesso l’Agenzia del Territorio.

Il Governo usa il Catasto come merce di scambio facendosi perdonare dagli Enti locali i cospicui tagli varati con la finanziaria 2007. In questo modo però la fregatura per i Comuni è doppia: i tagli con la finanziaria e i costi di gestione del Catasto.

La realtà è che si usa l’opinione pubblica che grazie ai mass media, la classe politica ed i sindacati di partito continua a vedere l’impiegato catastale come un lavativo corrotto. Questo pregiudizio è difficile da cambiare perché non si racconta il veloce e continuo progresso tecnologico e di formazione che ha realizzato il Catasto negli ultimi 5 anni. Si sono tolti 20 anni di arretrato, si sono raggiunti obiettivi di qualità e produttività elevati, l’aggiornamento della banca dati è diventato giornaliero, è possibile richiedere via internet la correzione degli errori, ogni processo catastale è stato informatizzato, portando il catasto nello studio dei notai e dei professionisti che possono lavorare senza uscire di casa e molto altro ancora che è impossibile sintetizzare in una pagina.

Una risposta noi come Organizzazione Sindacale l’abbiamo data presentando il 20 Ottobre alla segreteria del Vice Ministro dell’Economia Visco degli emendamenti alla finanziaria in discussione questi giorni. Pensiamo che la soluzione non vada assolutamente ricercata nella direzione che porta alla scomparsa dell’ Agenzia del Territorio o in un suo spezzettamento a base di esternalizzazioni  ma bensi in un interazione vera tra l’Agenzia e i Comuni dove la prima metta a disposizione la professionalità di migliaia di lavoratori che negli ultimi anni hanno permesso un notevole sviluppo informativo e una modernizzazione dei Catasti Italiani, e da parte dei Comuni la conoscenza del territorio non solo dal punto di vista urbano ma  anche in termini di un facile incontro con l’utenza.

Tutto ciò con un solo obiettivo: equità fiscale e difesa del lavoratore pubblico


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