Dividi et Impera

Genova -

Documento del collega Luca Ariotti del coordinamento provinciale RdB di Genova

 

A tutti i colleghi Vigili del Fuoco, elicotteristi e non.

 

( a proposito delle indennità stanziate per gli specialisti in Finanziaria)

 

Dopo l’approvazione del maxiemendamento alla Legge Finanziaria per il 2003, si è aperta una polemica tra colleghi “specialisti” e “generici”, della quale siamo stati tutti testimoni e/o attori.

 

All’interno di tale emendamento, tra norme poco edificanti come il condono “tombale” per gli evasori fiscali (che, per inciso, premia con aliquote “di redenzione” più basse i grandi evasori rispetto a chi non ha pagato la tassa di circolazione della propria auto), sono stati inseriti stanziamenti a favore di alcune (poche, per ora) specializzazioni del CNVVF.

 

 

 

In più occasioni, intervenendo in discussioni “sul piazzale”, ho cercato di fare chiarezza sui fatti; fatti divenuti purtroppo oggetto di vera e propria controinformazione da parte di chi, spacciandosi per difensore dei diritti dei lavoratori, vuole lo smantellamento del Corpo Nazionale.

 

Come ormai noto, da molti anni l’RdB, con tenacia e coerenza, opera per tutelare i lavoratori, proteggere i loro diritti ed il salario, valorizzare il Corpo premendo a tutti i livelli perché sia posto, come di diritto, in posizione preminente nel quadro di una Protezione Civile che diventi a tutti gli effetti una struttura mirata a fronteggiare con competenza, organizzazione e professionalità le svariate calamità ed emergenze del paese.

 

L’azione sindacale dell’RdB, dunque, persegue questi (ed altri) fondamentali obiettivi con tutti gli strumenti a sua disposizione.

 

L’RdB, essendo un Sindacato di Base, pianifica e sostiene le sue iniziative attraverso un legame stretto e continuo con tutti gli iscritti, i quali, lungi dall’essere semplici finanziatori di una lontana struttura verticistica, sono i veri ed unici soggetti dotati di potere decisionale all’interno del sindacato.

 

 

 

Alla base si evidenziano le necessità, i problemi, gli ostacoli.

 

Dalla base partono le rivendicazioni, le denuncie, le richieste.

 

Il compito delle strutture di coordinamento, lo dice la parola stessa, è quello di dare forma efficace e concreta a dette domande dei lavoratori.

 

Per questi motivi, gli iscritti alla RdB sono persone consapevoli, informate costantemente su ciò che accade all’interno ed all’esterno della P.A., sono coloro che propongono le azioni da intraprendere e che contribuiscono attivamente, ognuno per le proprie possibilità, al tanto lavoro che c’è da fare continuamente per tendere agli obiettivi che sono considerati irrinunciabili.

 

 

 

Irrinunciabile e primario, per un Sindacato degno di questo nome, è il costante ed incisivo impegno a tutela dei salari, teso a permettere l’erogazione di un congruo e dignitoso compenso a chi offre tempo e prestazioni qualificate al datore di lavoro.

 

 

 

Malgrado la costante e soverchiante opera di disinformazione attuata nell’ultimo decennio sia da parte dei media che dai sindacati “concertativi” (leggi CIGL,CISL,UIL, firmatari del famigerato accordo sulla Concertazione nel Luglio 1993 con Confindustria e Governo), appare ormai evidente ed innegabile che l’erosione del potere d’acquisto dei salari ha portato questi ultimi, in pochi anni, al limite del livello di sopravvivenza.

 

E’ sotto gli occhi (direi nelle tasche!) di tutti che gli stipendi non sono neanche lontanamente adeguati all’andamento del costo della vita...

 

Questa scellerata politica dei redditi ci ha costretto al lavoro nero, all’aumento delle prestazioni straordinarie anche sopra i limiti orari accettabili, ad uno scadimento progressivo ed inesorabile della qualità della vita; ci accorgiamo che il tempo che riusciamo a dedicare alla famiglia, a noi stessi e ad attività sociali si è ridotto e spezzettato; che le nostre ferie, per motivi vuoi economici, vuoi legati alla compatibilità con quelle dei familiari, si sono annullate o ridotte a qualche week end, stracostoso e così corto da non permettere di “staccare” dalla routine quotidiana e recuperare lo stress.

 

Grazie alla grande pressione di milioni di persone che, in passato, lottarono per conquistare per i dipendenti diritti, salari adeguati, orari di lavoro umani, pensioni dignitose, la crescita economica di un paese poverissimo come l’Italia (uscita dilaniata da una Guerra Mondiale nella quale fu trascinata dal fascismo) si determinò, tra alti e bassi, proprio grazie alla progressiva crescita del tenore di vita delle masse dei lavoratori, e quindi dei consumi che generano domanda di beni e quindi aumento di produttività.

 

Dall’inizio degli anni novanta, abbiamo invece assistito ad un’inversione di tendenza: i profitti, invece di essere distribuiti in modo proporzionato tra redditi agli imprenditori, reinvestimenti nelle aziende e salari ai dipendenti, hanno iniziato in maniera sempre più sensibile a confluire sui mercati finanziari, in investimenti produttivi in paesi a basso costo di manodopera e di tasse, e naturalmente nelle tasche degli imprenditori, di politici compiacenti, di chiunque possa contribuire ad oliare un meccanismo collaudato di drenaggio di fondi dalle quote riservate al pagamento dei salari e dei servizi sociali.

 

 

 

Della nostra attuale qualità della vita, dobbiamo ringraziare coloro che, in buona o malafede, hanno svenduto i principi ereditati dai loro più onesti predecessori, tenendosi però ben stretto, in accordo con il padronato, il potere di decidere in nome dei lavoratori, utilizzando in maniera subdola ma anche spregiudicata leggi sulla rappresentanza sindacale fatte “ad hoc”, le tecniche di democristiana memoria delle raccomandazioni e dei favori”, l’ostracismo politico ed il discredito morale per i dissidenti.

 

Insomma, non è un luogo comune dire che si è in breve tornati indietro di trent’anni, rispetto alle conquiste sindacali ed alla costruzione di uno stato sociale che meriterebbe una democrazia come quella disegnata e sancita dalla Costituzione.

 

La Rappresentanza sindacale di Base nasce dall’esigenza di riguadagnare lo spazio perduto dai lavoratori dipendenti in materia di diritti, salario, tutele sociali e pensioni, e nasce come esigenza di rispondere alla richiesta di dignità che viene dagli strati più deboli della popolazione.

 

Anche noi Vigili del Fuoco apparteniamo, che lo si voglia o no, a questa categoria!

 

L’azione combinata e continua dei neoliberisti e dei loro sgherri continua a sottrarci diritti e salario ricorrendo ad accordi sotterranei che sfociano in decreti e contratti-capestro dove non ci sono soldi, ma soltanto nuovi oneri ( vedi banca delle ore, metodi di punteggio per la progressione orizzontale e per i passaggi di qualifica, parametri di idoneità psicofisica all’impiego operativo, tabelle e limiti d’età per la pensione, nomadismo obbligatorio per tutta la vita professionale di chi desidera progredire in carriera, eccetera, eccetera...), spacciati poi come ineluttabili proprio da chi avrebbe il potere di opporvisi.

 

Non è un caso, quindi, che il numero di persone stanche di essere prese per i fondelli continui a crescere, che non vi siano più nuove adesioni ai sindacati finti, che la falsa informazione diffusa capillarmente sia riconosciuta come tale, se non altro dai fatti... che alla fine parlano meglio di qualsiasi bravo Dirigente della triplice.

 

Non è stato un caso che il 6 dicembre scorso, il centro di Roma sia stato bloccato per buona parte della giornata da 50.000 lavoratori della Pubblica Amministrazione, tra cui più di mille Vigili del Fuoco in giaccone da intervento ed elmetto ( vecchio, naturalmente!), che hanno guidato il corteo da Termini fino a Piazza Venezia, protestando contro la politica del governo e soprattutto contro i tagli della Finanziaria al settore della P.A.

 

Non è stato un caso che, grazie a queste persone andate a manifestare a vantaggio di tutti noi,

 

vi è stato un incontro tra una delegazione dell’RdB-CUB, CoBas ed il Ministro della Funzione Pubblica Marzella, costretto dalla pressione esercitata dalla Base a negoziare, se pur in maniera nettamente insoddisfacente, con i lavoratori.

 

Non è stato un caso che il 12 dello stesso mese, al Senato della Repubblica, nel discusso maxiemendamento alla Finanziaria, siano stati inseriti quegli stanziamenti oggetto di polemica, ed inoltre siano state salvate poche nuove assunzioni nel CNVVF, nell’ambito di un impianto legislativo informato ai tagli di stanziamenti in tutti i settori, ed al blocco totale delle assunzioni in tutta la Pubblica Amministrazione

 

Seppur minime, queste sono state le uniche modifiche apportate alla Finanziaria in netta controtendenza, e conquistate grazie alla mobilitazione dei lavoratori!

 

 

 

Vi è poi stata, ad onor del vero, la tardiva manifestazione CGIL, indetta per lo stesso giorno in cui l’emendamento in questione andava al voto al Senato, e cioè il 12. Come se un emendamento si modificasse al momento di essere presentato al voto in aula...

 

Comunque, rimaniamo nell’ambito di ciò che fa e vuole la RdB.

 

 

 

Semplicemente:

 

 

 

· recuperare i soldi persi da tutti i lavoratori in dieci e più anni di perdita di salario REALE;

 

· un salario a livello europeo per tutti i Vigili del Fuoco;

 

· valorizzare le peculiarità dei compiti che presuppongono una formazione ed attitudini supplementari, cioè incrementare e formalizzare il numero delle specializzazioni all’interno del CNVVF, in modo che possano essere adeguatamente riconosciute e ricompensate;

 

 

 

· raggiungere un organico “permanente” che possa far fronte alle esigenze del servizio, in modo da non dover più ricorrere a turni straordinari e precariato selvaggio;

 

· una tutela della sicurezza dei lavoratori VVF non ottenibile con la pochezza attuale di finanziamenti per strutture, mezzi e DPI;

 

· la vera tutela della salute dei Vigili del Fuoco, ottenuta attraverso la prevenzione, il controllo periodico e straordinario, ma che tenga conto del normale calo fisiologico dell’organismo dovuto all’età;

 

· la creazione di un Ruolo Logistico, dove i Vigili non più idonei al ruolo operativo possano transitare, ma continuando a mettere a disposizione la loro capacità ed esperienza in settori vicini all’operativo, ai quali potrebbero dedicarsi a tempo pieno migliorandone nettamente l’efficienza (vedi laboratori vari, magazzini, autorimesse, ecc.);

 

· l’inserimento della categoria nei Lavori Particolarmente Usuranti, o comunque l’apposizione in quiescenza ad un’età uguale a quella dei colleghi europei, ovvero in relazione alla peculiarità di una vita lavorativa pesante sotto i profili della fatica da sforzo, dello stress ripetuto ed improvviso, dell’esposizione ripetuta ad alte escursioni termiche, a disagi ambientali prolungati, a sostanze tossiche, pericolose, radioattive, infettive, ecc...

 

Questi sono, in poche parole, gli obiettivi da cui non si può in alcun modo prescindere, indipendentemente da indirizzi politici che spingano l’Italia, il mondo occidentale o l’intero pianeta in direzioni diverse.

 

Questi sono obiettivi giusti, per i Vigili del Fuoco e per la popolazione che li finanzia per essere soccorsa e protetta nel miglior modo possibile.

 

Questi sono obiettivi raggiungibili, se insieme riusciamo a rivendicarli.

 

Nessuno potrà mai dire che noi e l’Italia non meritiamo questo.

 

Se abbiamo la forza del numero e la convinzione dell’onestà delle nostre richieste.

 

Se lavoriamo, ognuno un pochino, per ottenerlo.

 

Se crediamo nel nostro lavoro e nel nostro essere uomini e donne con una dignità da difendere, e da recuperare.