Entrate. Tutti arrabbiati (progressioni economiche)

Roma -

La nostra organizzazione sindacale non sottoscrisse, sei anni fa, l'accordo sulle progressioni economiche entro e tra le aree, perché era convinta che quell'accordo avrebbe esasperato gli animi, fatto alzare la febbre del conflitto fra i lavoratori e soprattutto non avrebbe risolto la questione sull'ordinamento professionale.

La firma delle RdB/CUB manca anche sul primo Contratto Integrativo dell'Agenzia delle Entrate, quello che avrebbe portato a una progressione economica per tutti, in cambio della sistematica introduzione di un sistema di valutazione individuale pericoloso e inutile.

A più riprese, a commento del Contratto Integrativo, abbiamo espresso forti perplessità sulla possibilità che tutti i lavoratori potessero effettivamente ottenere una progressione economica, come invece accaduto alle Dogane e al Territorio, dove, non a caso, abbiamo sottoscritto gli accordi in materia.

Oggi i fatti e le graduatorie ci danno (purtroppo) innegabilmente ragione su tutti i fronti.

L'ordinamento professionale è un campo di battaglia, i vinti vanno a caccia dei vincitori, Antares è entrato dalla porta principale, tra qualche mese si compirà l'assegnazione di incarichi organizzativi che daranno a pochi "fortunati" un salario più alto di quasi diecimila euro all'anno, ma anche una posizione scomodissima da gestire con i collaboratori rimasti al palo. Un disastro.

A questo disastro si aggiunge la lettera aperta che CGIL, CISL e UIL scrivono per chiedere l'allargamento dei posti per il passaggio d'area a quei B2 che risultano vincitori ma che non hanno vinto. E dicono che una mancata risposta in questo senso sarebbe la beffa dopo il danno.

Dunque, dopo anni di cammino percorsi su strade distanti, registriamo oggi una presa d'atto: quelle procedure furono un danno, al quale oggi si aggiunge la beffa di una richiesta che anche se soddisfatta (l'allargamento ai B2), lascerà fuori altri lavoratori.

Non è questo il momento per immaginare altre fantasiose procedure a vantaggio dei B3 classe 1996, i quali ingrossano oggi le file degli incazzati a pieno titolo.

Questo è invece il momento di osare, di avere il coraggio delle idee e la forza di costruire un percorso coerente con gli obiettivi che vogliamo raggiungere: il riconoscimento della professionalità dimostrata dai lavoratori del Fisco con anni di risultati brillanti e sempre più elevati rispetto alle performance attese.

Questo è il momento di aprire una vertenza nazionale, di convogliare le energie dei lavoratori su un piano costruttivo e positivo.

Ci sono tante cose da fare: riprenderci il comma 165, stabilizzarne la consistenza, individuare nuovi meccanismi per finanziarlo; aprire un fronte per risolvere la questione del diritto alla carriera per tutti i lavoratori; dimostrare la coesione e la solidarietà che possono fare la differenza fra una categoria compatta e forte e una categoria lacerata da lotte fratricide.

Abbiamo scritto ai vertici dell'Agenzia delle Entrate per chiedere l'immediata apertura di un tavolo negoziale sulla questione del diritto alla carriera per tutti i Lavoratori.

Chi ha sbagliato a sottovalutare il valore delle nostre mancate firme, chi oggi analizza la portata del danno e denuncia il rischio della beffa, è ancora in tempo per invertire la marcia. Altrimenti il danno e la beffa sarebbero tutti sulle spalle dei lavoratori.


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