Giù le mani dalla maternità

Roma -

L’ultimo comunicato a firma di CGIL, CISL, CONFINTESA “Il meglio deve ancora venire (..)” è la più chiara manifestazione di una comunicazione dove l’ipocrisia fa bisboccia con le menzogne e le falsità.

 

Nel documento, con riferimento al comunicato USB “LO STRABISMO DI VENERE”, si imputa alla nostra organizzazione sindacale di “distorcere la realtà per meri fini propagandistici.”; “di non partecipare al tavolo negoziale per libera scelta”; di “sfruttare quegli stessi strumenti che lo stesso Contratto, da noi non sottoscritto, fornisce (Commissione paritetica sul sistema di classificazione)”; “di estrapolare singoli passi da documenti ufficiali per creare un caso”: affermazioni false e mistificatrici su cui ci riserviamo di intervenire in altra occasione. E avremo tanto da dire.

 

Ma il comunicato purtroppo non si limita a questo e oltrepassa i limiti di ogni decenza nel voler far credere che la USB metta in discussione il diritto alla maternità!

 

Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere nel leggere una simile affermazione che suona come un’inaccettabile offesa alle battaglie della nostra organizzazione per i diritti delle donne su cui non prendiamo lezioni da nessuno, tantomeno da chi si limita, a scadenza annuale, a ricordarsi delle donne in occasione dell’8 marzo distribuendo mazzetti di mimosa appassita e obsoleti auguri che mal si coniugano con la drammatica realtà quotidiana fatta di violenza, soprusi, emarginazione, sfruttamento… vissuta in casa e nei posti di lavoro.

 

Con riferimento al caso specifico citato nel comunicato dei NOSTRI FIRMATARI SERIALI, in merito al diritto all’attribuzione della funzione di vicario ad una collega assente per maternità è necessario fare alcune precisazioni, che mancano nel documento di CGIL, CISL, CONFINTESA al solo scopo di strumentalizzare la maternità per attaccare la USB.

 

La collega di cui parlano i NOSTRI FIRMATARI SERIALI era già da tempo in maternità alla data del 2 dicembre 2019, data in cui è uscito l’interpello per l’attribuzione della funzione di vicario; la comunicazione dell’esito da parte della DCRU è datata 20 dicembre 2019 e l’incarico è stato conferito il 1° gennaio 2020.

 

Questa la scadenza temporale dei fatti da cui emerge in modo inequivocabile, salvo interpretazioni vergognose e del tutto pretestuose, che la collega non era presente in servizio, per maternità, ben prima dell’avvio dell’interpello e non lo sarebbe mai stata per tutta la durata dell’astensione obbligatoria, e per eventuali ulteriori periodi facoltativi.

 

Va da sé che, per tutto il periodo, assolutamente indeterminabile al momento del conferimento dell’incarico, della durata di un anno, si sarebbe verificato il mancato svolgimento della funzione vicaria, attribuita peraltro in un momento in cui lo stesso dirigente titolare dell’ufficio era assente.

 

Fuori da qualsiasi discussione il diritto della collega a partecipare all’interpello pur in maternità, ma con attribuzione dell’incarico al momento del rientro in servizio.

 

Cosi come si sarebbe dovuto continuare a riconoscere il diritto al mantenimento dell’incarico già assegnato, nel caso di sopraggiunta maternità, salvo reggenza ad altri.

 

Riteniamo invece ben altra cosa l’attribuzione di un incarico di responsabilità a chi, chiunque esso sia, senza alcuna incertezza non potrà svolgere quella funzione per un tempo indeterminabile essendo già assente, a qualsiasi titolo, non solo per maternità, al momento del conferimento. A meno che non si voglia ipotizzare il reato di “aver procurato a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale o aver arrecato ad altri un danno ingiusto”.

 

La sospensione della nomina e l’attribuzione dell’incarico ad un altro dipendente da parte del nuovo dirigente titolare dell’ufficio, avvenuta dopo la pubblicazione del nostro comunicato, conferma la correttezza della posizione della USB, anche se francamente risulta incomprensibile come l’amministrazione possa sospendere qualcuno da un incarico mai svolto. Ma tant’è nell’esposizione dei fatti nudi e crudi.

 

Inoltre, in relazione al trattamento economico indennitario collegato, ci risulta che sia già stata erogata l’indennità di 1.100 euro prevista per lo svolgimento della funzione di vicario, pur se la collega non ha svolto quella funzione in quanto assente.

 

Ci auguriamo quindi che, laddove l’erogazione fosse confermata, insieme alla sospensione arrivi anche il recupero di tale indennità corrisposta senza alcun titolo, visto il mancato svolgimento della funzione.

 

In ultimo, vorremmo fosse chiaro che nel nostro comunicato si evidenziava il vero problema di cui la vicenda citata sopra era solo un riflesso. Innanzitutto l’assurdità di una funzione che può essere assegnata e retribuita anche senza essere svolta; poi la mancanza di criteri oggettivi e l’assoluta discrezionalità attribuita alla dirigenza, grazie agli accordi siglati dai NOSTRI FIRMATARI SERIALI, per il conferimento di TUTTI GLI INCARICHI DI POSIZIONE FISSA, mancanza sollevata nei rilievi di ministeri vigilanti che, anche per tali motivi, hanno bloccato l’approvazione del CIE 2018.

 

Non è motivo di particolare gratificazione trovarci d’accordo con i Ministeri vigilanti ma in questo caso è impossibile, ad essere onesti, non accogliere i rilievi sollevati, anche in merito agli importi relativi a tutte le posizioni fisse che “superano il valore massimo contrattuale con riferimento all’art.16 del CCNL 2006/2009”, prelevando le risorse del Fondo Incentivante delle aree A, B, C per finanziare i compensi di funzioni para dirigenziali.

 

 

 

A conclusione non possiamo dire altro che pararsi dietro la difesa della maternità per nascondere altro…, non solo è un’operazione meschina ma rende sempre più chiara la vera natura di certi sindacati che, probabilmente proprio perché avulsi dalle vere lotta in difesa dei diritti delle lavoratrici, non si rendono conto che tale strumentalizzazione non fa altro che gettare ombre proprio su quel sacrosanto diritto alla tutela della maternità di cui tentano di ergersi a paladini.

 

 

 

Roma, 6 febbraio 2020