Guerra, povertà e repressione: noi non ci stiamo, la manovra economica del governo è una pietra sul nostro futuro. 26 ottobre assemblea nazionale indetta da Federazione del sociale e Cambiare rotta

Nazionale -

La nuova legge finanziaria è stata scritta riproponendo l’austerità per lavoratori e pensionati e decontribuzioni a pioggia per le imprese. Il trend in discesa dei salari non si ferma e si torna a mettere mano al sistema pensionistico, allungando ad almeno 70 anni la vita lavorativa e condannando milioni di lavoratori ad una vecchiaia di povertà. Gli extraprofitti realizzati da banche e grandi imprese non si toccano nonostante in questi anni milioni di persone abbiano visto scendere le proprie condizioni di vita a causa dei forti aumenti dei prezzi. Il sistema fiscale subisce un ulteriore appiattimento, secondo la logica che ricchi e poveri devono dare uno stesso contributo alle casse pubbliche e non più in proporzione delle loro ricchezze.

La logica della manovra è in piena sintonia con il Rapporto Draghi sulla competitività, che propone di indirizzare quante più risorse possibili all’industria bellica e alla ricerca militare, svincolandole dalle regole della Ue in materia di concorrenza e di deficit di bilancio. Tutte le risorse per la guerra, insomma, e chissenefrega se aumenta la povertà.

Ci propongono un futuro da incubo e predispongono pesanti misure repressive per prevenire la risposta popolare con il ddl 1660. Nel mirino ci sono tutte le forme di lotta e di organizzazione della protesta, dal movimento ecologista alle lotte studentesche, dal movimento dei lavoratori alla lotta per la casa, fino a quella per i diritti delle donne e dei migranti.

Di fronte a questa situazione c’è un mondo che più di altri è destinato a subire le conseguenze di queste scelte ed è quello delle fasce popolari e dei giovani, dalla scuola fino al mondo del lavoro reclusi in una costante crisi di prospettive.

Mentre il sistema formativo è reso sempre più subalterno alle imprese, la precarizzazione è la condizione di normalità che ha assunto il lavoro per i giovani. Il processo di terziarizzazione dell’economia, in complementarietà alla deindustrializzazione, ha creato terreno fertile per l’impoverimento del lavoro soprattutto in quell’asset del turismo definito strategico dal governo Meloni, dove le condizioni quotidiane dal settore culturale a quello dei Pubblici esercizi sono costituite da contratti poveri e precari, appalti e forme atipiche. Questa trasformazione, congiuntamente all’economia di guerra, imprime un’accelerazione costante all’impoverimento dello stato sociale, in primis impattando sul tema contributivo e pensionistico nell’esplicita equazione che esiste tra lavoro povero e pensioni povere.

Mentre l’economia della precarietà impone una condizione che comporta bassi salari e pochi diritti, difficoltà di accesso al welfare e assenza di prospettive pensionistiche, le stesse città vengono attaccate e trasformate da queste politiche che spingono forzatamente ai margini le fasce popolari, sia in termini geografici quanto di accesso ai diritti sociali, un esempio su tutti il tema del diritto ad abitare: la casa è diventato un bene difficile da raggiungere per chi entra nel mondo del lavoro, costretto spesso a trasferirsi in altre città e a subire i costi spropositati degli affitti. Un quadro drammatico a cui si aggiunge l’acuirsi delle disparità territoriali con l’approvazione dell’autonomia differenziata.

Da questo mondo della precarietà e delle realtà giovanili e studentesche parte la proposta di promuovere una stagione di riscatto che metta innanzitutto al centro la contestazione della manovra finanziaria che aumenta le disuguaglianze e non dà nessuna risposta al bisogno di futuro delle nuove generazioni.

Su questi temi proponiamo di confrontarci a Roma il prossimo 26 ottobre in una grande assemblea che metta assieme le tante specificità e porti a realizzare un piano di lotta comune. Un’assemblea che parte dalle realtà giovanili di precari e studenti ma è aperta a tutte le espressioni della società civile.

 

Federazione del Sociale USB

Cambiare Rotta

 

A.BA.CO - Associazione di Base dei Consumatori

AMT – Associazione Maliana di Torino

ARTI - Association des resortisants Togolais en Italie

ASDT – Associazione congolese di Torino

AST- associazione senegalese di Torino

AWI- art workers italia

CAU – collettivi autorganizzati universitari

Centro internazionale crocevia

Comitati no AD

CRED- centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia

Donne de Borgata

Ex Opg – je so pazzo

Gastronomia operaia

Movimento per il diritto all'abitare

OSA – Opposizione Studentesca d’Alternativa

Terrà e libertà

Druetta Giulia – avvocata giuslavorista

Mancuso Bartolo – avvocato giuslavorista

Dosio Nicoletta

Firme in aggiornamento – per adesioni fds.nazionale@usb.it