La soppressione degli uffici periferici

Roma -

Da alcuni giorni circola, in rete, uno stralcio del disegno di legge riguardante le disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007).
In particolare, alcuni articoli del titolo II - disposizioni in materia di spesa - capo I, spese delle amministrazioni pubbliche, contemplano la soppressione dei Dipartimenti Provinciali del MEF e delle sue articolazioni sul territorio (Ragionerie Provinciali dello Stato e Direzioni Provinciali dei Servizi Vari).
In questi articoli si prevede l'istituzione delle Ragionerie territoriali dello Stato e delle Direzioni territoriali dei Servizi Vari a livello regionale o interregionale e la loro dipendenza rispettivamente dal Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato e dal Dipartimento dell'Amministrazione Generale del Personale e dei Servizi del Tesoro.
Le funzioni dei Capi Dipartimento vengono attribuite, secondo la rispettiva competenza, ai direttori delle ex RPS e delle ex DPSV e, entro 6 mesi dalla entrata in vigore della legge finanziaria 2007, si prevede l'emanazione di un apposito regolamento di organizzazione degli uffici in questione.

Inoltre, in questo stralcio di disegno di legge, si prevede il riordino, la trasformazione o la soppressione di enti ed organismi pubblici non economici, nonché di strutture amministrative pubbliche operando secondo alcuni principi: mediante la fusione, nel caso di attività analoghe e complementari mentre, si utilizzerebbe la trasformazione in soggetti di diritto privato, la soppressione e la messa in liquidazione, di enti o organismi pubblici nel caso in cui questi non svolgono funzioni e servizi di rilevante interesse pubblico.

Non conoscendo la fonte, è d'obbligo prendere le dovute distanze sull'attendibilità e sulla veridicità dell'atto.
Certamente, però, non ci sorprende più di tanto.
Questo atto sarebbe in perfetta sintonia con le dichiarazioni di stampa agostane e con la politica di rigore che la compagine governativa intende adottare nei confronti della pubblica amministrazione e dei suoi lavoratori.

Abbiamo deciso, comunque, di pubblicarlo sul nostro sito internet www.rdbtesoro.it, in coerenza alla nostra prassi consolidata di far circolare e veicolare l'informazione, al fine di offrire strumenti di analisi e conoscenza ai lavoratori, pur ribadendo la mancanza di ufficialità del testo.
La RdB/CUB è l'unica organizzazione sindacale a praticare, sempre e comunque, la democrazia partecipata.

Insieme allo stralcio del disegno di legge pubblichiamo, sul nostro sito web, anche la lettera che ci è pervenuta da 39 direttori di DPSV sulla soppressione delle sedi periferiche.
Il documento non raccoglie l'unanimità ma risulta ugualmente interessante e sul quale ci vogliamo soffermare con la dovuta e necessaria attenzione partendo, però, pur non volendo generalizzare, da alcune premesse.
La destrutturazione della pubblica amministrazione è in atto da molti anni e il silenzio della classe dirigenziale è stata funzionale al progetto politico intrapreso.
Lo smantellamento degli uffici operato con la sottrazione di competenze e con il depotenziamento delle professionalità interne non è, certamente, recente e non ci sembra che abbia raccolto prese di posizioni ferme ed autonome da parte di chi ne ha la responsabilità dirigenziale.
Spesso la classe dei dirigenti è stata impegnata, come in una sorte di "fortino apache", a mantenere inalterati i propri rapporti di forza, allo studio delle mediazioni possibili e degli equilibri nonché, evidentemente, a garantirsi quelli economici.
La nomina dei Capi dei Dipartimento degli istituendi Dipartimenti Provinciali, per esempio, è stata contrassegnata da lotte feroci che hanno creato disguidi nella funzionalità degli uffici, nel servizio reso alla cittadinanza ed esposto i lavoratori ad operare nell'incertezza di chi, invece, avrebbe dovuto assumersi, in pieno, la responsabilità di direzione collaborando fattivamente tra le due articolazioni in cui si strutturava il dipartimento.
Il decreto legge 194/02, convertito con la legge 246/02 ha, di fatto, smantellato i dipartimenti provinciali e ha trovato la sua genesi nel risultato di nuovi equilibri di potere tra apparati che da tempo si stanno dando battaglia e di cui, la classe dirigenziale è parte organica.
I lavoratori stanno pagando ancora un costo altissimo e rischiano di pagarne un altro ancora più grave.
Risulta lampante, per esempio, che proprio in questo contesto, manca un'altrettanto ferma presa di posizione dei direttori delle Ragionerie Provinciali dello Stato, forse perchè irrigimentati in una struttura dove quando entra il Ragioniere Generale occorre alzarsi in piedi. 
Occorre, quindi, solo prendere coscienza che certi processi, ormai, coinvolgono non solo le "prime linee della catena di montaggio", ma anche quelle più in alto.

Detto questo, crediamo fortemente che la classe dirigenziale possa fare la sua parte per impedire la soppressione degli uffici periferici del MEF che, pur percorsi da diversi cambiamenti funzionali ed organizzativi, hanno svolto e, tuttora svolgono, la funzione territoriale del MEF, erogando servizi primari nel settore salariale e pensionistico unitamente all'espletamento di compiti fondamentali quali il controllo della spesa di tutte le pubbliche amministrazioni.
Ma occorre capire, innanzitutto, che la soppressione delle strutture periferiche del MEF non è che una costola di quel progetto politico di smantellamento dell'intera Pubblica Amministrazione e che individua, per il risanamento dei conti pubblici, l'alleggerimento definitivo dello Stato e lo sfoltimento dei suoi servizi fondamentali con la conseguente privazione, per i cittadini, dei diritti essenziali.
Risulta imprescindibile, poi, l'unità con le lotte dei lavoratori dei dipartimenti abbandonando strategie e percorsi politici-sindacali concertativi che si sono resi inutili e dannosi.
Recidere il filo di subalternità all'autorità politica e alla dirigenza generale.

Insomma, solo partendo dall'assunzione di questa analisi, da queste condizioni e da un radicale cambiamento culturale della dirigenza, si potrà respingere questo feroce attacco.

La RdB/CUB non resterà ferma a guardare lo smantellamento dello Stato e la soppressione degli uffici periferici.
Vi aspettiamo al nostro fianco, al fianco dei lavoratori.