LETTERA APPELLO AL SINDACO E AL CONSIGLIO COMUNALE

Roma -

Signor Sindaco, Signori Consiglieri,
lo scorso 16 Maggio la nostra Organizzazione Sindacale, assieme ad altre sigle del Sindacalismo di Base, ha posto alla vostra attenzione due problemi importanti nella vita di tutti i lavoratori dell’ente:

· il primo riguarda l’avallo, che l’amministrazione comunale concede, ai sindacati confederali, considerandoli unici interlocutori nelle materie di trattativa sindacale;

· il secondo riguarda l’indisponibilità, da parte dell’amministrazione comunale, di far accedere i lavoratori alle informazioni e alle opportunità che li riguardano.

A questo riguardo oggi vi accingete ad approvare un ordine del giorno che probabilmente non renderà giustizia di quanto è stato richiesto lasciando per lo più inalterata quella stessa situazione che vi è stato chiesto di correggere.

I lavoratori vi hanno chiesto impegni precisi.

Hanno chiesto il diritto ad essere rappresentati dai loro eletti in tutte le attività e in tutte le articolazioni dell’amministrazione comunale: in trattativa, nelle assemblee, nelle bacheche sindacali (sia reali che elettroniche).

Hanno chiesto il diritto all’informazione per poter concorrere realmente al miglioramento della propria condizione personale e a quella del proprio posto di lavoro.

Da parte vostra abbiamo constatato un gran paura!

Ma di cosa avere paura? Della democrazia sindacale che invochiamo? Del diritto di accesso alle informazioni?

Noi immaginiamo l’amministrazione pubblica come una casa di vetro. Le sua attività debbono potersi sviluppare alla luce del sole e in un confronto aperto con tutti i lavoratori sia in maniera organizzata che direttamente: questo è il sale della democrazia!

La democrazia è coraggio!

Coraggio che vi abbiamo chiesto di esprimere nei giorni passati invocando un’udienza che non ci è sta concessa.

O quando abbiamo sottoposto alla vostra attenzione un libro bianco con le storture e le ingiustizie perpetrate da questa amministrazione ricevendone in cambio solo il vostro silenzio.

Oggi torniamo a chiedere il vostro intervento e il vostro voto per restituire dignità alla pubblica funzione che i lavoratori pubblici svolgono ogni giorno.

Sarà la migliore dimostrazione di quanto ne avete a cuore le sorti.

Da parte nostra – vostro malgrado – proseguiremo più di prima ad illuminare, come lucciole di Pasoliniana memoria, la strada tortuosa che ci restituisca salario, diritti, ma soprattutto la dignità di essere lavoratori pubblici al servizio di tutti i cittadini.

Roma, 20 giugno 2005