... ma qualcuno è più uguale degli altri! (sullo "spionaggio fiscale").

Roma -

In attesa di poter leggere il resoconto stenografico dell'audizione del 21 novembre 2006, in Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria, dobbiamo fidarci delle indiscrezioni diffuse oggi a mezzo stampa, secondo le quali il viceministro dell'Economia Vincenzo Visco avrebbe depositato un documento contenente disposizioni per la creazione di una banca dati fiscale super-segreta, contenente le posizioni dei VIP e dei POLITICI (pensavamo che fossero la stessa cosa).

Siccome noi ci fidiamo poco della stampa, crediamo sia opportuno leggere parola per parola il resoconto di quella seduta prima di dire la nostra. Crediamo opportuno, nel frattempo, riflettere su due elementi, il cui stridore è talmente evidente da non dover essere sottolineato.

Primo elemento

"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali."

Art. 3 Cost. it, primo comma

Secondo elemento

Le dichiarazioni del viceministro Visco hanno trovato il più ampio sostegno presso gli organi di governance dell'Agenzia delle Entrate.

Si è svolto infatti ieri un incontro con le organizzazioni sindacali (prossima puntata il 29 novembre), sempre sul tema dello spionaggio fiscale. L'amministrazione ha annunciato investimenti per la creazione di un altro software che controllerà gli accessi all'anagrafe tributaria dei dipendenti, per segnalare eventuali anomalie quantitative. A Profilo Utente (che a qualcuno adesso piace) si aggiungerà un altro occhio indagatore sui lavoratori. Potreste avere la disgrazia di imbattervi senza saperlo in un VIP (cantante? presentatore? prestigiatore? velina? calciatore di serie A? di serie B?) o in un POLITICO (deputato? senatore? consigliere di circoscrizione?). Ed essere accusati di aver violato la banca dati super-segreta annunciata dall'on Visco.

In attesa che qualcuno ci chiarisca il confine tra vippaggio e normalità, chiediamo: come mai si doveva controllare gli evasori fiscali e si è finiti nel giro di un mese a controllare i controllori? Come mai i lavoratori dell'Agenzia delle Entrate sono sottoposti a un sistema di valutazione che richiede autonomia decisionale, intraprendenza, leadership e poi si stratificano regole su regole per ingessare l'attività di contrasto all'evasione.

Le nostre domande (retoriche) hanno il pregio di non volere una risposta, perché ce l'hanno già. Lo dicemmo subito, già durante le prime assemblee spontanee svoltesi all'indomani dello scandalo sullo spionaggio fiscale. Siamo stati facili profeti nel dire che ci sarebbe stato un'ulteriore svilimento del nostro ruolo e che la campagna di stampa sarebbe comunque servita a inasprire il controllo sul nostro operato, piuttosto che renderlo più efficace, penetrante, snello.

Paradossalmente, i CAM-Call center potranno continuare ad accedere a banche dati fiscali dei cittadini su semplice richiesta telefonica. Dicono che ci sarà un modo per associare la richiesta a un numero telefonico. Gli spioni sono avvisati: da domani sarà sufficiente servirvi di una cabina telefonica per chiamare gli operatori del fisco e ottenere legittimamente i dati che vi interessano.

In tutto questo notiamo l'inconsistenza politica e tecnica dell'Agenzia delle Entrate che oltre a non governare più molti processi intimamente connessi alla missione istituzionale (riscossione, studi di settore, gestione base dati informatici), non trova più neppure uno straccio di difensore capace di proteggere lei e i suoi lavoratori in una fase molto delicata. Andiamo avanti così, fra banche dati super-segrete, VIP, POLITICI, esternalizzazioni di ieri, di oggi e di domani, con la chiara sensazione che il capolinea non sia lontano.

«...se qualcuno dovesse effettuare delle interrogazioni non autorizzate la cosa dovrebbe essere segnalata. Questo dovrebbe essere sufficiente per contrastare eventuali abusi». On. Vincenzo Visco


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