Nasce la Rete USB del Lavoro Domestico
Si è costituito il coordinamento delle lavoratrici domestiche della Federazione del Sociale – USB in una riunione dal vivo tenutasi a Roma sabato 3 ottobre. Erano presenti delegate dalle città di Napoli, Milano, Catania, Bologna e Roma, ma già altre città come Viterbo, Cosenza, Genova e Vicenza sono interessate ad aggiungersi al progetto.
La forte centralità assunta dal lavoro di cura nella nostra società, che la pandemia ha messo ulteriormente in evidenza, sta facendo emergere una realtà molto diffusa di lavoro nero o grigio a bassissima tutela. Un milione o forse più di lavoratrici (la stragrande maggioranza è donna) con paghe molto basse e troppo spesso segregate in casa. Lavoratrici difficili da raggiungere e che l’USB ha trovato il modo di contattare attraverso gruppi WhatsApp e il progetto “La nostra vita all’estero”.
Ora si è deciso di passare alla sindacalizzazione di questo mondo, avviando innanzitutto una campagna di alfabetizzazione dei diritti volta ad informare dei contenuti del CCNL, di cui in tante ignorano perfino l’esistenza.
Questo ovviamente è solo il primo passo. Il lavoro di cura delle domestiche si è tanto diffuso a causa di un servizio inadeguato da parte del pubblico che non riesce a soddisfare i bisogni delle famiglie. Le privatizzazioni e le esternalizzazioni dei servizi di assistenza hanno privato sempre di più una grossa fetta di popolazione del supporto necessario agli anziani non autosufficienti. Numerose famiglie, escluse dalle graduatorie per le strutture socio-assistenziali o socio-sanitarie, devono ricorrere a soluzioni private, mentre le rette per le case di cura, a causa delle privatizzazioni, sono diventate troppo alte. Ed è proprio questo mix di bassi salari per il lavoro domestico e, contemporaneamente, di difficoltà per le famiglie ad avere un’assistenza dai servizi pubblici, a produrre un corto circuito.
Peraltro il lavoro domestico produce spesso disagi e malattie professionali come la “sindrome Italia”, che possono portare fino al suicidio ed al fenomeno degli “orfani bianchi” che distrugge, quasi come uno scherzo del destino, le famiglie di queste badanti proprio mentre esse costituiscono la soluzione e la salvezza per tante famiglie italiane.
Per USB, quindi, organizzare le lavoratrici domestiche significa costruire una consapevolezza diffusa dei loro diritti, combattere il lavoro nero e mettere in moto un movimento sociale e sindacale che rivendichi l’intervento pubblico nei servizi di assistenza domiciliare, per strapparli alla crescente invasività del mercato e garantire così anche i diritti di tanti anziani non autosufficienti.
Rete USB Lavoro Domestico
Per contatti Svitlana Hryhorchuk 3293620260 su WhatsApp