PALESTINA: APPELLO RDB-CUB PER LA MASSIMA PARTECIPAZIONE ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 17 GENNAIO

Nazionale -

In allegato la locandina

La Federazione nazionale RdB-CUB fa appello a tutte le proprie strutture e a tutto il sindacalismo di base per la massima partecipazione alla mobilitazione in corso per fermare il massacro dei palestinesi a Gaza. Invita inoltre ad attivarsi per la riuscita della manifestazione nazionale a Roma, convocata per sabato 17 gennaio, e dell’incontro nazionale di Firenze di domenica 11 gennaio.


 

Un particolare appello è diretto alle strutture di base nel settore sanitario affinché promuovano la disponibilità ad ospitare i feriti palestinesi nei nostri ospedali, feriti che gli ospedali di Gaza non riescono più a curare sia per il numero che per il tipo di ferite e mutilazioni dovute alle nuove e micidiali armi sperimentate a Gaza dalle forze armate israeliane.

 

La RdB-CUB ritiene indispensabile far crescere la pressione sui governi affinché vengano aperti immediatamente dei corridoi umanitari, al fine di consentire l’uscita dei feriti e l’afflusso a Gaza di personale e materiale sanitario che si è reso disponibile sia nel nostro paese  sia a livello internazionale.

 

La RdB-CUB condivide pienamente la campagna internazionale BDS (Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni) nei confronti delle istituzioni israeliane come strumento di pressione, ma precisa che essa non ha nulla a che vedere, come maldestramente emerso in questi giorni, con il boicottaggio di negozi di proprietà di cittadini di origine ebraica. Nello stesso tempo ritiene ingeneroso e fuorviante considerare che le campagne di boicottaggio siano prevalenti nella loro efficacia rispetto alle manifestazioni popolari e di massa che hanno riempito le strade e le piazze del nostro paese in queste settimane. La RdB-CUB, al contrario, ritiene decisive le mobilitazioni popolari, la loro estensione ed il massimo coinvolgimento di tutte le forze solidali con il popolo palestinese.

 


Percorso corteo del 17 gennaio

partenza: Piazza Vittorio ( Emanuele II) ore 15.30 (vicino la Stazione Termini)
percorso: via dello Statuto, via Merulana, Santa Maria Maggiore, via Cavour, via dei Fori Imperiali, Colosseo, via S. Gregorio, Circo Massimo, viale Aventino, Porta S. Paolo (comizio conclusivo)



Fermiamo il massacro dei palestinesi a Gaza
Basta con l’impunità del terrorismo di stato israeliano
Rompere ogni complicità politica, militare, economica tra lo stato italiano e Israele
Le bombe uccidono le persone, l’informazione manipolata uccide le coscienze


Appuntamenti e organizzazione viaggi:

BARI - Pullman - Info: 347.3311319
BOLOGNA  -  partenza da bologna ore 9 autostazione Bologna - 3409892393 comitato palestina bologna
BRESCIA - pullman che partirà sabato mattina alle ore 9 dal piazzale dell'iveco (via volturno) - per prenotazioni 03045670 - radio onda d'urto
BRINDISI - Per favorire la partecipazione il Comitato organizza un pullman che parte alle ore 5,00 del 17 gennaio dal piazzale del tribunale di Brindisi. Per le prenotazioni del pullman si può chiamare : 368 582406 , 329 1184097 , 360 884040. Comitato provinciale di solidarietà con il popolo Palestinese di Brindisi
FERMO - pullman - ritrovo Maxi parcheggio di Fermo (corsia centrale) alle ore 9,00 di sabato. Costo 15/20 € circa. Per prenotazioni ed informazioni peppesant@live.it , fulimeni@hotmail.com o 348 3890940. Coordinamento per la Palestina
FIRENZE - PULMANN da Firenze con partenza ore 9.00 Mercato di Novoli - ore 9.30 Saschall - per prenotazioni 0556580479
GENOVA - Partenza ore 6 davanti a Saturn ( ex-fiat ). info: 329 1880678 - 347 4217649
LECCE - 339.5670015 - 339.8277593
MASSA CARRARA - Il costo del viaggio è di 10 euro. La partenza è fissata per sabato alle ore 08.00 (ritrovo 07.30) in largo Matteotti a Massa (ex piazza delle corriere). Ci raccomandiamo la puntualità. presidio permanente per la Palestina (Massa Carrara) giona_p@hotmail.com
MATERA - ALTAMURA - GRAVINA - Il pullman partirà alle 6,30 da Matera, in piazza Matteotti, passerà da Altamura, in piazza Denapoli, e da Gravina, in piazza Scacchi. Per info su Matera, telefonare a Giacomo - 3206273012 - Per info su Altamura, telefonare a Lillo - 3402804843 - Per info su Gravina, telefonare a Mimmo 3382613103 o Milena 3297914887.
MILANO - pullman. Partenza ore 6.30 stazione Garibaldi - 3477851682 francesco - Pullmann - 35 Euro - p.maestri@provincia.milano.it - 333.4665107 - 347.7851682
PADOVA - Pullman organizzati dal PdCI di Padova - Partenza alle 7, piazzale Stazione, Costo del biglietto di andata e ritorno: 20 euro - Per info: contattare il 335-1990945
PALERMO - palermo@infoaut.org
PARMA - 3318885966
PISA - Telefonare a 050500442 o 3296947952
PISTOIA - Info e prenotazioni: 333/9110255 Francesco Coordinamento Pistoiese per la Palestina
SIENA - pullman, L'ora fissata per la partenza è le 10, presso il circolo ARCI di Fontebecci - Recapiti telefonici: Angela Bindi 331 62 35723; Massimiliano Stumpo 338 8844224; Francesco Andreini 320 4325426
TORINO - Per prenotarsi sui pullman che partono da Torino chiamate 011/655454 (costo 25 euro)
VERONA - pulman partenza piazzale stadio tel 3290762402
VIAREGGIO - autobus partenza ore 9,00 davanti alla stazione vecchia (15-20 euro) per informazioni telefonare al n° 3286770937
VICENZA - La Cub di Vicenza organizza uno o più pullman. Partenza verso le 7, zona ancora da decidere. Costo del biglietto di andata e ritorno: 30 euro. Per info: contattare il 333-4465346


FIRENZE - Domenica 11 gennaio alle ore 10.30  in via Guelfa 138 rosso, vicino stazione S.M Novella-Fortezza da Basso riunione nazionale sulla manifestazione del 17 gennaio e la prosecuzione delle iniziative in solidarietà con la Palestina nelle settimane successive.

BOLOGNA - Sabato 24 gennaio MANIFESTAZIONE REGIONALE. Per l’immediata sospensione delle operazioni militari e l’apertura di corridoi umanitari di assistenza alla popolazione; va sostenuta la campagna internazionale di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni nei confronti dello stato di Israele come strumento di pressione invitando a non acquistare merci e prodotti provenienti da Israele, così come si era già fatto nei confronti dell’allora stato razzista del Sudafrica; in tal senso chiediamo l’immediata revoca del recente “Accordo strategico in materia di ricerca e sviluppo industriale”, firmato a novembre, tra la Regione Emilia Romagna e il governo israeliano.

Notizie e aggiornamenti le trovate sul sito Forum Palestina cliccando qui

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Il 17 gennaio l’invasione delle kefije per dire basta al massacro dei palestinesi a Gaza


Sono ottimisti i promotori della manifestazione nazionale per la Palestina che sfilerà per le strade della capitale sabato prossimo. “Previsioni meteorologiche favorevoli e quelle sulla partecipazione alla manifestazione lo sono ancora di più” ironizza Sergio Cararo del Forum Palestina. “Prevediamo almeno 100.000 persone in piazza, i pullman stanno aumentando di ora in ora da tutte le città: da Brindisi a Torino, da Palermo a Verona. Saranno in piazza tutte le associazioni palestinesi esistenti nel nostro paese e moltissime comunità di immigrati, musulmani e no.”- “Questo paese non può accettare uno schieramento politico-istituzionale al 99,9% a favore di Israele mentre nella società cresce la solidarietà con i palestinesi assediati, bombardati e massacrati dalle truppe israeliane a Gaza. Questa contraddizione la porteremo alla luce con forza con la manifestazione di sabato” sottolinea Cararo che in apertura ha inteso esprimere solidarietà agli attivisti solidali con la Palestina caricati lunedi sera a Milano dalle forze dell'ordine.
“Subito dopo la manifestazione partirà in modo coordinato la campagna Boicottaggio-Disinvestimento-Sanzioni contro l’economia di guerra israeliana” ha affermato Germano Monti anch'esso del Forum Palestina, presentando l’appello di decine di personalità dell’ebraismo progressista britannico che hanno stilato in queste ore un appello per il boicottaggio di Israele.
“La questione palestinese è entrata ormai nell’agenda internazionale dei movimenti” sostiene Piero Bernocchi dei Cobas “Nel prossimo Forum sociale mondiale di Belem la questione palestinese sarà probabilmente uno dei principali punti in discussione anche alla luce della decisione di alcuni governi latinoamericani come Venezuela e Bolivia di rompere le relazioni diplomatiche con Israele”.
“Un’ora di salario per gli ospedali palestinesi di Gaza è la proposta avanzata da alcune RSU sindacali da mettere in campo nei prossimi giorni” ha detto Pierpaolo Leopardi della CUB “parallelamente stiamo lavorando soprattutto con i lavoratori della sanità intorno alla questione dei corridoi umanitari da aprire subito a Gaza per far uscire i feriti e far entrare personale e materiale sanitario”.
La straordinaria partecipazione delle comunità di immigrati alle manifestazioni per la Palestina come dato di novità è stato rilevato dal consigliere comunale di Roma Andrea Alzetta e dal delegato sindacale del SdL (un sindacalista tunisino), mentre l'esponente palestinese Bassam Saleh ha chiarito che gli organizzatori della manifestazione di Roma non intendono fare o aprire nessuna polemica con il raduno concomitante di Assisi di sabato 17 promosso da altre associazioni.
Sul piano delle forze politiche “c’è l’adesione convinta alla manifestazione di Roma del PdCI” dice Andrea Genoali, ed anche di altre organizzazioni come PCL, la Rete dei Comunisti, così come di Sinistra Critica che tramite Nando Simeone sottolinea la presenza di molti ebrei anticolonialisti nelle manifestazioni per la Palestina in Europa e l’importanza delle manifestazioni contro l’attacco a Gaza nel cuore stesso di Israele. Rifondazione Comunista fa sapere, tramite il suo responsabile esteri Fabio Amato che sarà in piazza a Roma pur avendo aderito anche ad Assisi, ha solidarizzato con i partiti progressisti arabi-israeliani messi recentemente fuorilegge in Israele e si adopererà per far venire uno degli esponenti di questi partiti alla manifestazione di sabato 17 gennaio.
Il corteo partirà e si concluderà in due luoghi fortemente simbolici. Partenza alle 15.30 da piazza Vittorio (la piazza più multietnica di Roma) e conclusione a Porta San Paolo, luogo simbolo della resistenza antinazista e antifascista.


INACETTABILE LA DECISIONE DELLA QUESTURA IN MERITO ALLA MANIFESTAZIONE REGIONALE A BOLOGNA DEL 24 GENNAIO PROSSIMO CONTRO IL MASSACRO DI GAZA


I divieti imposti dalla  questura di Bologna alla manifestazione regionale prevista per il 24 gennaio prossimo sono una provocazione voluta ed ottenuta da quei politici che vorrebbero oscurare completamente il massacro che il governo israeliano sta perpetrando nei confronti della popolazione palestinese di Gaza.

Limitano i diritti civili garantiti dalla nostra Costituzione per cercare di mettere in secondo piano il massacro di Gaza ed impedire la solidarietà attiva al popolo palestinese che un numero sempre più crescente di lavoratori e cittadini sta manifestando perché,  sanno che questa mobilitazione  può essere decisiva per fermare l’aggressione israeliana.

Per questi motivi ribadiamo il nostro sostegno alla manifestazione nazionale prevista per domani pomeriggio a Roma e a quella regionale del 24 gennaio prossimo le cui modalità, senza subire alcun tipo di intimidazione,  decideremo insieme alle altre forze sociali e politiche che l’hanno organizzata.


IL SERVIZIO SANITARIO LOMBARDO INTERVENGA IN AIUTO DEL POPOLO PALESTINESE
MARTEDI 27 GENNAIO ORE 16,00 PRESIDIO VIA POLA,9/A


La scrivente Organizzazione Sindacale RDB/CUB Sanità sensibili  come Operatori Sanitari, al dramma di migliaia di feriti nei territori occupati di civili palestinesi impossibilitati ad essere curati visto il collasso del Sistema Sanitario; Indice per il giorno 27 gennaio2009 ore 16,00 sotto l’Assessorato Sanità Regione Lombardia in via Pola,9/a. Un presidio Pubblico per chiedere  un incontro urgente con il governatore della Regione Lombardia Roberto Formigoni, con il direttore Generale della Sanità Dott. Carlo Lucchina,e con l’assessore alla Sanità Dott. Luciano Bresciani al fine di prevedere la possibilità di offrire nelle strutture sanitarie ospedaliere Lombarde, specifici posti letto destinati a questi feriti sopratutto civili e bambini, che altrimenti diventerebbero presto incurabili vista la carenza di presidi medico-chirurgici del sistema sanitario palestinese.

Come Organizzazione Sindacale abbiamo già chiesto al Ministro degli esteri di adoperarsi all'apertura di un corridoio umanitario che porti i feriti a cui necessitano trattamenti sanitari specifici nel nostro paese, crediamo quindi che anche la nostra Regione possa adoperarsi con coscienza e mettersi a disposizione nell'accogliere i feriti, e di approntare i piani di accoglienza e di ospedalizzazione essendo questa una possibilità già sperimentata in altre occasioni e ritenuta possibile anche da parte della Farnesina.

Come Sindacalisti ed Operatori sanitari non riusciamo a rimanere fermi ed indifferenti di fronte al dramma di vite umane che si potrebbero salvare con adeguate cure specialistiche nel nostro paese e crediamo come sindacato di poter interpretare la completa disponibilità degli uomini e donne che lavorano con senso del dovere all'interno del nostro sistema sanitario Lombardo nel mettersi a disposizione di questi uomini donne e bambine a cui in questo momento è negato il diritto a curarsi e quindi alla vita.

Per adesioni: Federazione Milanese di RdB/CUB Telefono 02/683091    Fax 02/6080381 Email   Info@lombardia.pubblicoimpiego.rdbcub.it



16 gennaio 2009 - Liberazione

Il corteo nazionale delle comunità e delle reti di solidarietà per la Palestina
Domani a Roma un'invasione di kefie per far tacere le armi

di Checchino Antonini

«Centomila, sarà un'invasione di kefie», prevede Sergio Cararo, del Forum Palestina, presentando il corteo di domani a Roma, una delle due manifestazioni nazionali per fermare la carneficina israeliana a Gaza. Barometro e conta dei pullman autorizzano l'ottimismo del cartello promotore - associazioni palestinesi, comunità immigrate, islamiche, sigle della sinistra politica e sociale. In particolare, proprio il protagonismo dei migranti ha caratterizzato il cammino del movimento verso Roma disseminando la penisola di manifestazioni spontanee convocate in tempi strettissimi di fronte all'orrore delle rappresaglie diffuso in tempo reale dalle tv satellitari. E, ancora una volta, stride lo scollamento tra lo schieramento istituzionale tutto, o quasi, acriticamente dalla parte delle "ragioni" di Israele (lo stesso Frattini dai tg ironizzava sull'isolamento di D'Alema nel suo stesso partito) e la «solidarietà in crescita della società civile con i palestinesi assediati, bombardati e massacrati dalle truppe israeliane. Una contraddizione che porteremo in piazza sabato», continua Cararo.
Subito dopo il corteo partirà, in modo coordinato, la campagna "Sabotaggio/Disinvestimento/Sanzioni" contro l'economia di guerra israeliana sulla traccia fornita da un appello di personalità dell'ebraismo progressista britannico. Da Fisica in mobilitazione della Sapienza di Roma, gli studenti (che sabato sfileranno nello spezzone dell'Onda) hanno scritto alla comunità dei ricercatori italiani perché interrompano le collaborazioni con i colleghi e le istituzioni israeliane, in particolare con quelle legate all'industria bellica. E, alla comunità scientifica di quel paese, l'Onda romana chiede di smarcarsi netamente dalle operazioni belliche in corso. «Nessuna istituzione accademica - si legge nell'appello - s'è mai pronunciata a riguardo». Si tocca con mano uno degli spettri sempre evocato da chi si batte contro le privatizzazioni del sapere: «La totale integrazione della ricerca con il mercato tecnologico e, in particolare, con l'industria bellica». Con buona pace della pretesa di neutralità della scienza. Un'altra proposta concreta è quella lanciata dal segretario Cub Rdb, Pierpaolo Leonardi: un'ora di salario da devolvere agli ospedali palestinesi. «L'idea viene da alcune Rsu e, in parallelo, stiamo lavorando soprattutto con i lavoratori del comparto sanità sulla questione dell'apertura dei corridoi umanitari da aprire subito a Gaza». Un lavoro tutto in salita dopo il respingimento, in acque internazionali, a 30 miglia da Gaza, della nave carica di aiuti messa su dal FreeGaza Movement.
Alla campagna di boicottaggio, dei prodotti contrassegnati dal codice a barre che inizia per 729, hanno aderito anche gli europarlamentari Agnoletto (Prc) e Giulietto Chiesa (indipendente del gruppo Pse) che proprio ieri si sono astenuti nella votazione sulla risoluzione dell'europarlamento su Gaza: «Non si può continuare a garantire l'impunità a Israele di fronte alla continua violazione di tutte le convenzioni internazionali e degli accordi umanitari». Secondo i due europarlamentari, «Manca una inequivocabile condanna dell'aggressione israeliana mentre l'Ue avrebbe dovuto sospendere ogni accordo con Israele come esplicitamente previsto dalla clausola sui diritti umani».
Per Rifondazione comunista che sarà sia a Roma sia ad Assisi, «l'importante è stare con chi non ha avuto voce, con i palestinesi», spiega a Liberazione Fabio Amato, responsabile esteri del Prc, «quella di Roma è una manifestazione convocata dalle comunità palestinesi e recepita da gran parte del movimento di solidartietà con la Palestina. Sarà una manifestazione per inchiodare il governo italiano: Frattini di fatto è stato complice di questo ulteriore capitolo della guerra preventiva, non ce ne siamo liberati con Bush». Un durissimo ordine del giorno della Fiom nazionale chiede il cessate il fuoco permanente, protezione umanitaria, ritiro delle truppe, cessazione del lancio di missili su Israele, fine di assedio e embargo e «passi concreti per arrivare rapidamente alla fine dell'occupazione dei territori palestinesi»
Intanto, la questione palestinese resterà centrale anche nell'agenda internazionale dei movimenti. Dal 27 gennaio Belem, in Amazzonia, ospiterà il forum sociale mondiale in un contesto animato, come ricorda Bernocchi, portavoce Cobas, «dalle decisioni dei governi di Bolivia e Venezuela di rompere le relazioni diplomatiche con Israele».
Non c'è alcuna polemica - dice, per i promotori, il palestinese Bassam Saleh - con la manifestazione che sfilerà, in contemporanea, ad Assisi (vedi l'articolo nella pagina a fianco). C'è chi sarà solo in una delle piazze - Pcl, Pdci, Sinistra critica, Rete dei comunisti, Sdl, Forum Palestina - chi - come Fiom e Rifondazione - sarà in entrambe le manifestazioni. E al corteo che parte e arriva in due luoghi fortemente simbolici (la Piazza Vittorio multietnica e la Porta S.Paolo dove iniziò la resistenza romana - hanno aderito con uno specifico appello anche Donne in nero, Un Ponte per, Crocevia, Us Citizen for peace, Cric e altre Ong.
A fare da ponte con Assisi circola un appello (firmato tra gli altri da Castellina, Boccia, Nicotra, Pesacane) lanciato da Michele Citoni, Jonas Mannino, Stefano Ciccone per manifestare a Roma e Assisi: «Chiediamo pace, libert e futuro per il popolo palestinese nella certezza che solo così ci potrà essere pace, libertà e futuro per il popolo israeliano».
Articolo 21, da parte sua, reclama l'urgenza di un'informazione onesta: «La guerra si nutre anche di un'informazione faziosa e manipolata», dice l'associazione per la libertà di informazione rivolta soprattutta al disservizio pubblico pronto a leggere con lenti truccate anche cortei come quello di domani.


16 gennaio 2009 - Il Manifesto

MOBILITAZIONE PER LA PALESTINA · Sabato 17 gennaio a Roma e Assisi
Due manifestazioni per fermare il massacro
di Patrizia Cortellessa

Le agenzie continuano a battere notizie drammatiche provenienti da Gaza: l'ennesimo raid di mercoledì notte, che ha causato la morte di almeno 16 palestinesi, con le truppe di terra israeliane entrate nei quartieri più' popolati della città e migliaia di civili in fuga dalle loro case. I numeri del massacro che si sta consumando a Gaza assomigliano sempre più a una carneficina: più di 1000 le vittime (un numero che cresce ogni minuto che passa), quasi tutti civili, tra cui 300 bambini. Una quindicina fra ospedali e ambulatori distrutti solo nella giornata di ieri, con l'offensiva israeliana che ha intensificato gli attacchi a Gaza City e ha colpito, fra l'altro, anche un edificio che ospitava gli uffici di diversi media arabi e internazionali e la sede dell'Unrw, l'agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati. Una vera e propria strage, che si consuma nel silenzio complice e/o lamento flebile dei vari governi, mentre si intensificano gli appelli del mondo intellettuale e della società civile e le mobilitazioni, aventi un unico comune denominatore: fermare il massacro dei palestinesi a Gaza. Sabato 17 gennaio due manifestazioni nazionali - una ad Assisi e l'altra a Roma - attraverseranno il nostro Stivale. «Fermiamo la strage, rompiamo il silenzio dell'Italia», le parole d'ordine del corteo di Assisi. «Stop al massacro di Gaza», «Vita, terra, libertà per i palestinesi» quelle della manifestazione nazionale romana, indetta dal Coordinamento delle comunità palestinesi e dal Forum Palestina (con adesioni di numerosissime altre organizzazioni, tra le quali l'Unione Democratica Arabo Palestinese, International Solidarity Movement, Rete Artisti contro le guerre, Cobas, e tantissime altre. L'appuntamento di Roma è a Piazza Vittorio Emanuele II alle ore 15.30. Il corteo, che attraverserà via dello Statuto, via Merulana, Santa Maria Maggiore, via Cavour, via dei Fori Imperiali, Colosseo, via S. Gregorio, Circo Massimo, viale Aventino e si concluderà con un comizio finale a Porta S. Paolo, luogo storico della Resistenza. Sempre sabato, dalle ore 10 alle 14, presso il Nuovo Cinema Aquila (via L'Aquila 68) l'assemblea nazionale dei movimenti no-war ha indetto un'assemblea con due punti all'ordine del giorno: la partecipazione alla mobilitazione del pomeriggio e il sostegno di una campagna di iniziative per i diritti del popolo palestinese; la preparazione della mobilitazione a Strasburgo del 4 aprile, in occasione del vertice Nato che celebrerà il 60° anniversario dell'Alleanza Atlantica nella sede del Parlamento europeo. Intanto per oggi sono annunciate, al momento in cui andiamo in stampa, le seguenti iniziative: presidio a piazza Irnerio dalle ore 16.00 alle 20.00, una raccolta di medicinali, vestiario e beni di prima necesità da inviare nella striscia di Gaza in largo Beltramelli dalle ore 16.00 e un sit-in a Pomezia, in piazza Indipendenza, dalle ore 16.30.

GAZA-ITALIA
«100 mila per Gaza» Le piazze si scaldano
Domani in piazza nella capitale movimenti, associazioni, ong e comunità islamiche. Tutti «dalla parte dei palestinesi». Nella città di san Francesco invece l'appuntamento della Tavola della Pace, con Arci, Acli e Legambiente. Per «fermare la guerra». Rifondazione dice sì a entrambi i cortei, il Pdci con Sinistra critica e Pcl solo a quello romano Le piazze si scaldano Migliaia di persone da tutta Italia a Roma. Ieri l'adesione anche degli universitari. E ad Assisi assemblea e corteo
di Giacomo Russo Spena

Se l'esercito israeliano continua a bombardare la popolazione di Gaza, in Italia aumenta il desiderio di mobilitarsi e di reagire a quello che ormai è a tutti gli effetti un massacro. Le adesioni alle iniziative di domani, quelle di Assisi e Roma, crescono di ora in ora. Diventano appuntamenti nazionali da non mancare. E dato il diniego di Trenitalia di trattare «vagoni speciali» per i manifestanti, le organizzazioni (Forum Palestina, Unione delle comunità islamiche in Italia, Cobas, Attac, ecc.) che hanno lanciato il corteo nella capitale si stanno adoperando con i propri mezzi.
Da Milano, Napoli, Bologna e Nord-Est partiranno in migliaia, ma anche dalle altre città, di solito restie alla mobilitazione fuori porta, è prevista una certa presenza. Poi si spera nella voglia dei romani. «Sarà il corteo più grande d'Europa. Supereremo le centomila persone» dicono i promotori che con enfasi notano come le adesioni stiano andando sopra ogni aspettativa, «la gente è indignata, sente il bisogno di contestare questo massacro». Le parole d'ordine («Dalla parte dei palestinesi») sono inequivocabili ma la manifestazione non ha paletti. È aperta a tutti.
Tanto che sfileranno insieme, dalla multiculturale piazza Vittorio alla Porta di San Paolo («per simboleggiare l'identità della Resistenza»), ong, associazionismo diffuso, comitati e partiti (Rifondazione, Pdci, Sinistra Critica e Pcl). Ieri l'adesione anche dell'Onda studentesca. «Riteniamo fondamentale che le università e le scuole non siano indifferenti a quanto sta accadendo in Medioriente», afferma Giorgio Sestili, uno dei portavoce. Così partiranno dalla Sapienza in corteo per poi confluire: «Daremo vita ad uno spezzone che sappia dire con rabbia e indignazione che la guerra deve cessare». Stessa richiesta viene dallo striscione «Contro il massacro dei palestinesi, Vita, terra e libertà» che aprirà la mobilitazione. Subito dietro, le comunità palestinesi che stanno organizzando pullman per arrivare a Roma. «Tutti sono accetti, tranne i fascisti», dice Germano Monti, portavoce del Forum Palestina, che racconta di aver ricevuto una lettera di Forza Nuova. «Chiedeva - racconta - di partecipare al corteo. Metteva a disposizione l'europarlamentare Roberto Fiore. Roba da matti».
Inoltre i promotori solidarizzano «con gli attivisti di Milano caricati dalla polizia» e sperano domani di «rompere il muro di omertà e di silenzio» dei mass-media. Viene rilanciato anche il boicottaggio delle merci israeliane, correggendo il volantino antisemita della Flaica-Cub: «Non c'entrano niente i negozi degli ebrei - affermano - il boicottaggio non è contro le persone ma contro uno Stato». Iniziativa appoggiata da Andrea Alzetta, consigliere capitolino, che annuncia la presentazione di un ordine del giorno in cui chiede «l'impegno del sindaco a sostenere questa proposta», accusando poi gli enti locali di Roma e Lazio «di subalternità nei confronti della comunità ebraica». Ancor più "radicale" il responsabile esteri del Prc, Fabio Amato, il quale chiede al governo di «sospendere il trattato commerciale con Israele».
Anche alla manifestazione di Assisi, che ha una piattaforma meno "schierata" sui palestinesi, arrivano in continuazione nuove adesioni. «Siamo arrivati a mille tra organizzazioni, associazioni ed enti locali», riferiscono i promotori (Tavola della Pace, Acli, Legambiente, Libera e altri). L'Arci fa la parte del leone: sta organizzando centinaia di pullman da tutta l'Italia. Così dal mattino, nella cittadina umbra, ci sarà un'assemblea «di riflessione, confronto e proposta per cercare di capire come fermare questa tragedia». Hanno scritto anche un documento, in questi giorni, in cui chiedono il coinvolgimento di un «terzo» (un organismo internazionale) che possa ricostruire il dialogo tra palestinesi e israeliani. «Siamo pacifisti» e ci proponiamo «come pontieri del conflitto».
Lo stesso striscione d'apertura della manifestazione, che partirà alle 15 ad assemblea terminata, ha un taglio più equidistante: «Fermiamo la guerra». Poi chiedono che il governo e l'Europa dicano qualcosa per «fermare la tragedia di Gaza»: «Il loro silenzio è scandaloso».


16 gennaio 2009 - La Nuova Ferrara

Il 24 gennaio in piazza XX Settembre durante il corteo per Gaza con i centri sociali
La preghiera islamica fa il bis
Ma si sposta da San Petronio per non turbare la Curia

BOLOGNA - Il nome di Allah tornerà a risuonare in una piazza bolognese, dopo le polemiche a non finire per la preghiera islamica sul sagrato di San Petronio. Il copione è destinato a ripetersi il 24 gennaio, ma stavolta in via Indipendenza all’altezza di piazza XX settembre, secondo il programma della manifestazione consegnato ieri a Questura e Comune di Bologna. Un compromesso per consentire ai musulmani di pregare liberamente durante la manifestazione, inginocchiati verso la Mecca, senza urtare troppo la sensibilità della Curia compiendo il rito di nuovo davanti a San Petronio. Al corteo, che raccoglierà musulmani e pro-palestinesi da tutta l’Emilia-Romagna, sono previste due-tremila persone secondo le previsioni degli organizzatori. Il programma prevede il concentramento dei manifestanti alle 15.30 in Piazza dell’Unità, con partenza del corteo alle 16.15. La protesta contro l’attacco di Israele a Gaza percorrerà nel sabato pomeriggio bolognese via Matteotti, il ponte di Galliera, piazza XX Settembre, via Indipendenza, via Rizzoli per concludersi in piazza Maggiore dove si svolgeranno gli interventi dei relatori. Alle 17 il corteo si fermerà però per una quindicina di minuti all’altezza di piazza XX Settembre per la ‘preghiera del tramonto’ per i fedeli islamici.
La richiesta per la manifestazione è stata presentata dal consigliere comunale indipendente Valerio Monteventi. «È vero, ho fatto la richiesta - conferma - è una manifestazione regionale voluta da questa assemblea di realtà che mi ha incaricato di chiedere l’autorizzazione». Tra i promotori ci sono, oltre alle comunità araba e palestinese di Bologna, i centri sociali Vag61, Tpo, Crash e Xm24. Ci saranno anche i Cobas, il coordinamento Migranti, l’associazione Sopra i Ponti, Giovani comunisti, il Lazzaretto autogestito, il comitato Palestina Bologna, la Rete dei comunisti e l’assemblea permanente antifascista.


16 gennaio 2009 - Il Messaggero Veneto

In fase avanzata la composizione dei due fronti che domani pomeriggio sfileranno per le vie del capoluogo
Corteo pro Israele: il Pdl si aggrega
No, invece, del Pd. Sul versante pro palestinesi anche l’Assoimmigrati e Rc
di ENRI LISETTO

Pordenone - I coordinamenti comunali del Popolo delle libertà, già Forza Italia e Alleanza nazionale, parteciperanno al corteo di domani "pro Israele" organizzato da Michelangelo Agrusti. Lo hanno deciso gli stessi coordinatori riunitisi l’altra sera: con loro, in testa, ci saranno anche i coordinatori provinciali Angioletto Tubaro e Alessandro Ciriani. «Condividiamo l’iniziativa – ha spiegato Tubaro – e l’oggetto stesso: siamo a favore di una pace vera e contro il terrorismo. Ci saremo e invitiamo tutti gli aderenti e i cittadini a partecipare».
Si sfila il Partito democratico, almeno ufficialmente. Il coordinatore provinciale, Francesca Papais: «Non portiamo l’una o l’altra parte. Non credo ci sarò». L’esecutivo provinciale s’è riunito l’altra sera: «La pace in Medio Oriente non si costruisce prendendo partito a favore di uno dei soggetti in causa, ma sollecitando entrambi affinché ci sia in primo luogo una tregua e poi partano i negoziati. Essere effettivamente bipartisan significa riconoscere che in Medio Oriente ci sono due ragioni: il sacrosanto diritto dello stato di Israele a vivere in pace senza sentirsi minacciato ai confini e il diritto dei palestinesi a vivere in condizione di identica sicurezza nell’ambito di uno stato autonomo riconosciuto dalla comunità internazionale».
Domani sarà impegnata su più fronti Rifondazione comunista, che invita però a non strumentalizzare la crisi del Medio Oriente: «Parteciperà alla manifestazione nazionale ad Assisi e a quella analoga di Trieste – spiega il segretario provinciale Michele Negro –. Alcuni suoi rappresentanti parteciperanno comunque al presidio del movimento anarchico a Pordenone».
L’altra sera, intanto, si è costituito il coordinamento "Pace per Gaza" in vista della manifestazione di sabato pomeriggio. Oltre a Inziativa libertaria e all’Usi-Ait hanno aderito l’Rdb-Cub, i Cobas, i comitati Via le bombe, Unitario contro Aviano 2000, l’Associazione immigrati, il Pn no global, il circolo libertario Zapata e l’Arci "Tina Merlin" di Montereale Valcellina; tutti questi movimenti promuoveranno un manifesto unico. «S’è deciso di tenere fuori dal presidio religioni e nazionalismi che sono tra le cause del conflitto arabo-israeliano e non possono certo essere proposte come soluzione». Il coordinamento invita, invece, a «disertare piazze e cortei dove si manifesta perché continuino i bombardamenti e si vietino gli aiuti umanitari».
La segreteria regionale di Rc, infine, fa sapere Pio De Angelis, ha deciso «di appoggiare le varie iniziative che si terranno a sostegno del popolo palestinese, per chiedere la fine dell’aggressione israeliana e l’indizione di una conferenza internazionale sotto l’egida dell’Onu».


14 gennaio 2009 - Strasburgo, Intervento di Giulietto Chiesa al Parlamento Europeo

"Così si uccide la pace. Bisogna fermare Israele"

"Un grande antifascista italiano, Piero Gobetti, disse che "quando la veritá è tutta da una parte, una posizione salomonica è completamente tendenziosa"

Così è per Gaza in questi giorni. Mi auguro che questo Parlamento sappia pronunciare parole adeguate. Se non lo farà si coprirà di vergogna di fronte alla storia, ai palestinesi, all'opinione pubblica europea e a quella araba.

Israele sta bombardando e decimando un ghetto. I figli di coloro che furono sterminati sono diventati sterminatori . Non c'è scusante per questo. Né vale la tesi che Israele ha diritto alla propria sicurezza. Chiunque è in grado di vedere che nessuno è oggi in grado di minacciare la sicurezza di Israele e la sua esistenza. Lo dice lo squilibrio delle forze in campo, lo dice il bilancio dei morti e dei feriti.

Lo dice l'appoggio che l'occidente continua a elargire a Israele. Questo eccidio non ha altro scopo che quello di impedire la creazione di uno stato palestinese. Così si uccide la pace. Per questo bisogna fermare Israele."


8 gennaio 2009 - Vittorio Arrigoni

Vittorio Arrigoni è un pacifista e giornalista italiano, corrispondente del Manifesto, non ha lasciato Gaza neanche quando Israele ha fatto uscire dal mattatoio gli stranieri. Partecipa all'opera dei tanti volontari internazionali presenti a Gaza ed è ben conosciuto dagli apparati israeliani che più volte lo hanno fermato; è bersaglio di una campagna diffamatoria di un sito usa vicino alla destra israeliana, che lo indica come "bersaglio n°1" da colpire con tanto di foto e descrizione (se una cosa analoga, ma di segno opposto, si verificasse avremmo pagine e pagine di sdegno su giornali e tv con le papere di entrambi gli schieramenti parlamentari a starnazzare sui tg e nei salotti televisivi, ma in questo caso c'è solo un "assordante silenzio").
Vittorio continua coraggiosamente le sue corrispondenze dall'inferno, le trovate qui.

Di seguito un brano in cui un chirurgo palestinese gli racconta come si vive ora a Gaza:

"Prendi dei gattini, dei teneri micetti e mettili dentro una scatola" mi dice Jamal, chirurgo dell'ospedale Al Shifa, il principale di Gaza, mentre un infermiere pone per terra dinnanzi a noi proprio un paio di scatoloni di cartone, coperti di chiazze di sangue. "Sigilla la scatola, quindi con tutto il tuo peso e la tua forza saltaci sopra sino a quando senti scricchiolare gli ossicini, e l'ultimo miagolio soffocato." Fisso gli scatoloni attonito.

Il dottore continua "Cerca ora di immaginare cosa accadrebbe subito dopo la diffusione di una scena del genere, la reazione giustamente sdegnata dell'opinione pubblica mondiale, le denunce delle organizzazioni animaliste...".

Il dottore continua il suo racconto e io non riesco a spostare un attimo gli occhi da quelle scatole poggiate dinnanzi ai miei piedi. "Israele ha rinchiuso centinaia di civili in una scuola come in una scatola, decine di bambini, e poi la schiacciata con tutto il peso delle sue bombe.
E quale sono state le reazioni nel mondo? Quasi nulla. Tanto valeva nascere animali, piuttosto che palestinesi, saremmo stati più tutelati."

A questo punto il dottore si china verso una scatola, e me la scoperchia dinnanzi. Dentro ci sono contenuti gli arti mutilati, braccia e gambe, dal ginocchio in giù o interi femori, amputati ai feriti provenienti dalla scuola delle Nazioni Unite Al Fakhura di Jabalia,  più di cinquanta finora le vittime. Fingo una telefonata urgente, mi congedo da Jamal, in realtà mi dirigo verso i servizi igienici, mi piego in due e vomito.
....


15 gennaio 2009 - Le Monde

Medici segnalano l'uso “di un nuovo tipo d'arma” a Gaza
La testimonianza dei medici Mads Gilbert ed Erik Fosse

di Sophie Shihab

In questi ultimi giorni le televisioni arabe che trasmettono da Gaza hanno mostrato dei feriti di tipo nuovo – adulti e bambini le cui gambe erano ridotte a resti carbonizzati e insanguinati. Domenica 11 gennaio ne hanno dato testimonianza due medici norvegesi, unici occidentali presenti nell'ospedale della città.
I dottori Mads Gilbert ed Erik Fosse, che operano nella regione da una ventina d'anni con l'organizzazione non governativa (ONG) norvegese Norwac, hanno potuto lasciare il territorio il giorno prima, con quindici feriti gravi, attraverso il confine con l'Egitto. Non senza ostacoli fino all'ultimo: “Tre giorni fa il nostro convoglio, peraltro guidato dal Comitato internazionale della Croce Rossa, ha dovuto fare dietro front prima di arrivare a Khan Younis, dove dei carri armati ci hanno sparato addosso per fermarci”, hanno detto ai giornalisti presenti ad Al-Arish. Due giorni dopo il convoglio è passato, ma i medici e l'ambasciatore norvegese venuto ad accoglierli sono rimasti bloccati tutta la notte “per motivi burocratici” all'interno del terminal egiziano di Rafah, aperto esclusivamente per le missioni sanitarie. Quella notte i vetri di alcune finestre e un soffitto del terminal sono stati distrutti dall'onda d'urto di una delle bombe sganciate nelle vicinanze.
“A 2 metri il corpo è troncato in due; a 8 metri le gambe sono tagliate, bruciate”
“All'ospedale Al-Shifa di Gaza non abbiamo visto ustioni da fosforo né lesioni da bombe a grappolo. Ma abbiamo visto delle vittime di ciò che abbiamo tutti i motivi di pensare sia il nuovo tipo d'arma sperimentato dall'esercito americano e noto con l'acronimo DIME – cioè Dense Inert Metal Explosive”, hanno dichiarato i medici.
Si tratta di piccole sfere di carbonio contenenti una lega di tungsteno, cobalto, nichel o ferro, con un enorme potere esplosivo che si dissipa però nel raggio di 10 metri. “A 2 metri il corpo è troncato in due; a 8 metri le gambe sono tagliate e bruciate come da migliaia di punture d'ago. Non abbiamo visto i corpi sezionati, ma abbiamo visto molti amputati. C'erano stati casi simili nel sud del Libano nel 2006 e abbiamo visto la stessa cosa a Gaza sempre nel 2006, durante l'operazione israeliana “Pioggia d'estate”. Degli esperimenti sui topi di laboratorio hanno mostrato che queste particelle che restano nel corpo sono cancerogene”, hanno spiegato.
Un medico palestinese intervistato domenica da Al-Jazeera ha parlato della sua impotenza in questi casi: “Non hanno alcuna traccia di metallo in corpo, ma strane emorragie interne. Una sostanza brucia i loro vasi sanguigni e provoca la morte, non possiamo fare nulla”. Secondo la prima équipe di medici arabi autorizzata a entrare nel territorio, giunta venerdì da sud all'ospedale di Khan Younis, quest'ultimo ha accolto “decine” di casi di questo tipo.

I medici norvegesi, da parte loro, si sono trovati costretti – hanno detto – a testimoniare ciò che hanno visto, in assenza a Gaza di ogni altro rappresentante del “mondo occidentale”, medico o giornalista che fosse: “Può essere che questa guerra sia il laboratorio dei fabbricanti di morte? Può essere che nel XXI secolo si possano imprigionare 1,5 milioni di persone e far loro tutto ciò che si vuole chiamandoli terroristi?” Giunti a quattro giorni dall'inizio della guerra all'ospedale Al-Shifa, che hanno conosciuto prima e dopo l'assedio, hanno trovato un edificio e delle attrezzature “allo stremo”, un personale spossato, moribondi ovunque. Il materiale che avevano preparato è rimasto bloccato al valico di Erez. “Con un pronto soccorso in cui arrivano cinquanta feriti alla volta sarebbe in difficoltà anche il migliore ospedale di Oslo”, raccontano. “Qui le bombe potevano uccidere dieci persone al minuto. I vetri delle finestre dell'ospedale sono andati a pezzi con l'esplosione che ha distrutto la vicina moschea. Durante alcuni allarmi il personale ha dovuto rifugiarsi nei corridoi. Il loro coraggio è incredibile. Possono dormire da due a tre ore al giorno. La maggior parte ha subito perdite tra i propri cari, alla radio interna ascoltano la litania dei nuovi luoghi attaccati e a volte capita che i loro familiari si trovino proprio lì, ma devono continuare a lavorare... La mattina della nostra partenza, al pronto soccorso, ho chiesto come era andata la notte. Un'infermiera ha sorriso. Poi è scoppiata a piangere”. A questo punto del racconto la voce del dottor Gilbert vacilla. “Vede”, si riprende sorridendo tranquillo, “Anch'io...”


13 gennaio 2009 - Infopal

Lieberman: Israele deve colpire Gaza con una bomba atomica come ha fatto l’America con il Giappone

"Gaza come Hiroshima...". Se questa allusione nucleare fosse stata pronunciata dal presidente iraniano Ahmedinejad o dal capo dell'Ufficio politico di Hamas, Mesha'al, le redazioni giornalistiche sarebbero andate in fibrillazione e i nostri politici-cortigiani avrebbero gridato "al terrorista!". Ma le ha pronunciate un israeliano, e, per quanto sia un terrorista, come i suoi colleghi criminali di guerra Livni-Barak e Olmert, nessuno trova niente da eccepire.

Oggi, Avigdor Lieberman, presidente del partito fondamentalista “Israel Beitena”, ha offerto alla platea degli studenti dell’università Bar Ilan la sua “soluzione” alla guerra in corso contro la Striscia: "Il popolo di Israele non sarà sicuro finché Hamas governa la Striscia di Gaza. Dobbiamo proseguire la guerra fino alla sua distruzione. Dobbiamo fare esattamente ciò che fecero gli Stati Uniti d’America con il Giappone durante la Seconda guerra mondiale, così non ci sarà bisogno di occupare Gaza”.

Secondo quanto ha riportato il sito del giornale israeliano "Maariv", Lieberman ha invitato a lanciare una bomba atomica contro la Striscia di Gaza, in modo da distruggerla completamente e porre fine al "problema".


15 gennaio 2009 - Ansa

GAZA: SABATO CORTEO A ROMA, 'DALLA PARTE DEI PALESTINESI'

(ANSA) - ROMA, 15 GEN - «Oltre centomila» in piazza sabato prossimo a Roma accanto al popolo palestinese. È la previsione del comitato «Stopmassacrogaza» promotore della manifestazione nazionale «Dalla parte dei Palestinesi» che partirà alle 15:30 da piazza Vittorio, all'Esquilino, il quartiere multietnico della capitale, e si concluderà a Porta San Paolo, passando per Santa Maria Maggiore, via Cavour, via San Gregorio, Circo Massimo. Il comitato è composto da un esteso cartello di associazioni (Radio Città Aperta, Movimento per la Casa ) forze politiche (Prc, Pdci, Rete dei Comunisti, Sinistra Critica, Pcl), sindacati di base (Cobas, Rdb-Cub, Sdl) immigrati (Forum Palestina e associazione arabe) e centri sociali. Accanto a tanti italiani, provenienti da molte parti d'Italia - soprattutto, è stato spiegato, piccoli centri - ci saranno molti immigrati, ma anche appartenenti alla «Rete degli Ebrei contro l'occupazione». La mobilitazione, hanno spiegato i promotori, servirà anche per «solidarizzare con gli attivisti militanti di Milano caricati dalla polizia» e per «rompere quel muro di omertà e di silenzio» dei mass-media anche perchè «basta criticare il governo di Israele per essere considerati antisemiti». Quanto alle ipotesi di bandiere bruciate nel corso del corteo, dal comitato precisano: «Abbiamo sempre invitato a non bruciarle, ma se qualcuno lo fa non alziamo il dito contro».


15 gennaio 2009 - Omniroma

GAZA,RDB-CUB:LETTI INTERVENTI NON URGENTI PER FERITI PALESTINESI

(OMNIROMA) Roma, 15 gen - «Alcuni operatori sanitari della RdB-CUB hanno partecipato nei giorni scorsi ad una iniziativa di protesta presso il ministero degli Esteri organizzata da diverse associazioni (fra cui Forum Palestina e Rete Ebrei contro l'Occupazione) ed in quella occasione hanno consegnato un progetto per la messa a disposizione dei posti letto del Servizio Sanitario italiano per le necessità dei feriti palestinesi. Il progetto è stato inoltre esposto in una lettera aperta indirizzata al presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, e per conoscenza al Ministro del Lavoro, Salute e Politiche Sociali Maurizio Sacconi, che è stata inviata questa mattina (copia in allegato)». Così, in una nota, Rdb-Cub P.I. Sanità. «L'operazione che stiamo promuovendo presso tutti gli assessorati sanitari regionali - spiega Sabino Venezia, della RdB-CUB P.I. Sanità - consiste nella messa a disposizione per i feriti palestinesi, prevalentemente donne e bambini, dei letti pubblici destinati agli interventi non urgenti e a pagamento (intra moenia o libera professione) e, per le regioni interessate dai piani di rientro dal deficit, dei posti letto e degli ospedali chiusi o in via di dismissione, come il San Giacomo di Roma. Sappiamo che alcune regioni si sono già attivate per favorire l'ingresso di alcuni feriti nei propri ospedali e siamo certi che altre lo faranno a breve - aggiunge Venezia - ma temiamo che le esigue disponibilità in termini di posti letto di alcuni servizi sanitari regionali non possa rappresentare l'adeguata risposta ad un evento così straordinario». «La RdB-CUB P.I. Sanità, che aderisce alla manifestazione nazionale del 17 gennaio a Roma - prosegue la nota - esorta tutti i lavoratori del settore alla mobilitazione per la cessazione del conflitto e per l'apertura di un corridoio umanitario che permetta l'ingresso a Gaza del personale sanitario e dei presidi medici e la contestuale uscita dei feriti più gravi verso gli ospedali italiani».


15 gennaio 2009 - Dire

MO. RDB-CUB A REGIONE E GOVERNO: POSTI LETTO IN PIÙ A FERITI

(DIRE) Roma, 15 gen. - Mettere a disposizione i posti letto del Servizio Sanitario italiano per le necessita' dei feriti palestinesi. E' questa l'idea rilanciata oggi dalla Rdb-Cub che ha esposto il progetto in una lettera aperta indirizzata al presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, e al Ministro del Lavoro, Salute e Politiche Sociali Maurizio Sacconi. "L'operazione che stiamo promuovendo presso tutti gli assessorati sanitari regionali- spiega Sabino Venezia, della Rdb-Cub P.I. Sanita'- consiste nella messa a disposizione per i feriti palestinesi, prevalentemente donne e bambini, dei letti pubblici destinati agli interventi non urgenti ed a pagamento (intra moenia o libera professione) e, per le regioni interessate dai piani di rientro dal deficit, dei posti letto e degli ospedali chiusi o in via di dismissione, come il San Giacomo di Roma". "Sappiamo che alcune regioni si sono gia' attivate per favorire l'ingresso di alcuni feriti nei propri ospedali e siamo certi che altre lo faranno a breve- aggiunge Venezia- ma temiamo che le esigue disponibilita' in termini di posti letto di alcuni servizi sanitari regionali non possa rappresentare l'adeguata risposta ad un evento cosi' straordinario", conclude il dirigente Rdb-Cub. La Rdb-Cub P.I. Sanita'- si legge in una nota- aderisce alla manifestazione nazionale del 17 gennaio a Roma ed esorta tutti i lavoratori del settore alla mobilitazione per la cessazione del conflitto e per l'apertura di un corridoio umanitario che permetta l'ingresso a Gaza del personale sanitario e dei presidi medici e la contestuale uscita dei feriti piu' gravi verso gli ospedali italiani.

MO. BOLOGNA, DOMANI CORTEO "LUMINOSO" PER LE VIE DEL CENTRO

(DIRE) Bologna, 15 gen. - Lucine in strada, a Bologna, "per fare luce sul buio di Gaza". Questo lo spirito dell'iniziativa in sostegno della popolazione palestinese che l'associazione Yoda ha organizzato per domani: concentramento alle 18,30 in piazza Nettuno e breve corteo per le vie del centro cittadino. Yoda si occupa di volontariato e cooperazione internazionale e alla luce di quanto sta accadendo a Gaza ha deciso di dar vita ad un'iniziativa "per sensibilizzare- spiega Lorenzo- e per far sentire il dissenso, anche se sappiamo che il dissenso serve fino a un certo punto". L'associazione da' appuntamento sotto al Nettuno e invita tutti a partecipare portando con se' dei lumini, una parte dei quali verra' simbolicamente lasciata lungo la strada. Lorenzo spiega che l'auspicio e' di radunare un centinaio di persone, e parla di un "corteo breve, che passera' sotto le Due Torri e se possibile in piazza Santo Stefano". In Questura risulta la comunicazione (presentata dal Comitato spontaneo di cittadini) di un corteo, con deposizione di lumini lungo il percorso, organizzato per "esprimere la sensibilita' della cittadinanza contro la violazione dei diritti umani e per le vittime sia palestinesi che israeliane". Il percorso comunicato parte da piazza Nettuno e passa per via degli Orefici, piazza della Mercanzia e piazza Ravegnana, con ritorno al Nettuno. Intanto, il Comitato per la Palestina di Bologna annuncia che saranno "piu' di 500" le persone che dalle Due Torri si recheranno a Roma, sabato, per la manifestazione nazionale convocata contro i bombardamenti israeliani. Cinque gli autobus in partenza, ma "sono previste altre delegazioni in treno e in automobile". Rispetto alla manifestazione in programma a Bologna per il 24 gennaio, gia' al centro di numerose polemiche, il Comitato manda a dire che "dobbiamo ancora una volta registrare come l'informazione abbia volutamente schiacciato la notizia del corteo attorno alla pretestuosa polemica in merito alla preghiera", prevista da parte della comunita' islamica in piazza XX settembre. L'Rdb di Bologna, aderendo ai cortei del 17 e del 24, riporta invece l'attenzione sulle campagne di boicottaggio avviate contro lo Stato di Israele, "invitando a non acquistare merci e prodotti provenienti da Israele". E, nella stessa direzione, il sindacato di base chiede "l'immediata revoca del recente Accordo strategico in materia di ricerca e sviluppo industriale, firmato a novembre tra la Regione Emilia-Romagna e il governo israeliano".


15 gennaio 2009 - Iris press

GAZA: RDB-CUB SANITA' INVIA LETTERA APERTA A MARRAZZO E SACCONI

(IRIS) - ROMA, 15 GEN - Alcuni operatori sanitari della RdB-CUB hanno partecipato nei giorni scorsi ad una iniziativa di protesta presso il Ministero degli Esteri organizzata da diverse associazioni (fra cui Forum Palestina e Rete Ebrei contro l'Occupazione) ed in quella occasione hanno consegnato un progetto per la messa a disposizione dei posti letto del Servizio Sanitario italiano per le necessità dei feriti palestinesi. Il progetto è stato inoltre esposto in una lettera aperta indirizzata al Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, e per conoscenza al Ministro del Lavoro, Salute e Politiche Sociali Maurizio Sacconi, che è stata inviata questa mattina (copia in allegato).Spiega Sabino Venezia, della RdB-CUB P.I. Sanità: "L'operazione che stiamo promuovendo presso tutti gli assessorati sanitari regionali consiste nella messa a disposizione per i feriti palestinesi, prevalentemente donne e bambini, dei letti pubblici destinati agli interventi non urgenti ed a pagamento (intra moenia o libera professione) e, per le regioni interessate dai piani di rientro dal deficit, dei posti letto e degli ospedali chiusi o in via di dismissione, come il San Giacomo di Roma"."Sappiamo che alcune regioni si sono già attivate per favorire l'ingresso di alcuni feriti nei propri ospedali e siamo certi che altre lo faranno a breve - aggiunge Venezia - ma temiamo che le esigue disponibilità in termini di posti letto di alcuni servizi sanitari regionali non possa rappresentare l'adeguata risposta ad un evento cosí straordinario", conclude il dirigente RdB-CUB.La RdB-CUB P.I. Sanità, che aderisce alla manifestazione nazionale del 17 gennaio a Roma, esorta tutti i lavoratori del settore alla mobilitazione per la cessazione del conflitto e per l'apertura di un corridoio umanitario che permetta l'ingresso a Gaza del personale sanitario e dei presidi medici e la contestuale uscita dei feriti piú gravi verso gli ospedali italiani.


15 gennaio 2009 - Il Manifesto

Agenda. PISTOIA STOP STRAGE A GAZA

Promosso dalla Comunità palestinese toscana e dall'Associazione di amicizia italo palestinese, si è costituito il Coordinamento pistoiese per la Palestina, con l'adesione di Prc, Gc, Verdi, Pdci, SinCri, Pu, Carc, Cobas, Cub, Collettivo liberate gli orsi, Assemblea presidio Montale, Comitato antifascista S.Lorenzo (per ulteriori adesioni lostudioarch@interfree.it). Attivo gazebo informativo e per la raccolta di fondi per Gaza in piazza Gavinana, tutti i giorni dalle 17 alle 19.30 e mercoledì e sabato al mattino in piazza Duomo. Per la manifestazione di sabato a Roma c'è un pullman, prenotel 333.9110.255 o 333.3552.897.


11 gennaio 2009 - La Stampa

MANIFESTAZIONE. COMUNITA’ ISLAMICA
In corteo anche i bambini "Stop al massacro di Gaza"
di SELMA CHIOSSO

ALESSANDRIA - In prima fila c’erano i bambini. Tanti e disciplinati, come il resto del corteo. Obbedienti alle indicazioni del presidente della Comunità islamica e dell’imam.
Molti gli slogan, ma su tutti un «Palestina libera» gridato tante, tantissime volte.
Al corteo, organizzato ieri dalla comunità islamica contro l’invasione israeliana della striscia di Gaza, hanno partecipato diverse associazioni, tra cui il Centro sociale Crocevia, il movimento studentesco, e i sindacati dall’Rdb, con il sindacalista Antonio Olivieri che con il megafono «arringava» i cittadini.
Alcuni manifestanti si sono avvolti nelle bandiere colorate della pace. Altri hanno optato per le immagini agghiaccianti della guerra. Simulacri di cadaveri tra le mani, foto di bimbi e civili martoriati innalzate. I primi, verso le 15, ad arrivare in piazza Santo Stefano sono stati una quindicina di islamici. Poi improvvisamente la piazza si è riempita e i manifestanti, circa settecento, scortati dalla polizia e dai carabinieri, hanno attraversato il centro storico, corso Roma e piazza della Libertà. Rancore verso Bush e Barack definiti «assassini», accuse sia per il «silenzio colpevole e complice» degli Stati arabi, rabbia per il fatto che venga violato il trattato di Ginevra. Infine un invito all’Italia perché si impegni a far cessare il massacro.
Imam e presidente della comunità islamica hanno ribadito tante volte: «I morti sono più di 500, migliaia i feriti e le vittime sono quasi tutti bambini, vecchi, e donne». E loro, i piccoli palestinesi alessandrini, bimbi con i capelli corti e bambine con la treccia, in prima fila, tenendosi per mano dicevano: «Anche noi siamo palestinesi, basta con la guerra».


11 gennaio 2009 - L'Unione Sarda

Corteo ieri per condannare i bombardamenti di Israele sulla Striscia di Gaza
Oltre mille alla manifestazione pro Palestina

Cagliari - Poche bandiere della pace, molte della Palestina e moltissime dei partiti: le sigle della frastagliata galassia comunista, ma anche RdB, Verdi, Sardigna Natzione, associazioni e volontariato. Poi tanti slogan gridati in coro o scanditi al megafono da isolate aree del lungo corteo, quasi tutti contro Israele (definito "assassino" o "terrorista"), oppure in supporto alla resistenza palestinese ("Intifada sino alla morte").
Cori non condivisi, almeno nei toni, da buona parte degli oltre mille manifestanti che ieri pomeriggio hanno partecipato al corteo di sostegno alla Palestina, contro i massacri di queste settimane sulla striscia di Gaza. Radunata in piazza Garibaldi già prima dell'ora fissata per la partenza, la folla pacifica ha sfilato sino a piazza Costituzione, per poi scendere in via Manno e arrivare in piazza Yenne.
Organizzata dall'associazione Amicizia Sardegna-Palestina contro i bombardamenti a Gaza (che hanno già provocato 758 morti palestinesi e 3500 feriti), la manifestazione è stata aperta da bambini e giovanissimi immigrati arabi che tenevano in mano le foto dei loro coetanei massacrati dalle bombe. Uno che spiccava in primissima fila, tenuto in mano da una ragazzina, recitava in inglese "Israele è il vero terrorista", poco lontano una grande croce ricoperta dalla Kefiah (il tradizionale copricapo palestinese) con stampato il volto terrorizzato di una giovanissima vittima dei raid aerei dei giorni scorsi. «Chiediamo che Israele interrompa immediatamente le operazioni militari, rispettando almeno la tregua - scandisce un manifestante sotto le insegne di Rifondazione Comunista - ma anche che termini l'occupazione dei territori».(f.p.)


11 gennaio 2009 - La Tribuna di Treviso

«Fermiamo il conflitto a Gaza» Sinistra trevigiana in piazza

Treviso - Proprio nel giorno in cui l’esercito israeliano ha annunciato l’inizio della «terza fase» nella guerra ad Hamas, la Sinistra trevigiana è scesa in piazza per chiedere il cessate il fuoco nella striscia di Gaza. Circa duecento persone, ieri pomeriggio, si sono date appuntamento in piazza dei Signori per aderire alla manifestazione organizzata da Sinistra Trevigiana, coordinamento che riunisce Sinistra Democratica, Verdi, Comunisti italiani e Rifondazione Comunista.
Si è trattato di una manifestazione spontanea, nata dal tam-tam tramite email e cellulari, alla quale hanno aderito anche il centro sociale Ubik Lab di Ponzano, Adl (Associazione in Difesa dei Lavoratori) e il coordinamento Hilal, che raduna le associazioni di cittadini stranieri presenti sul territorio.
«L’indifferenza nei confronti di questo conflitto è inaccettabile - afferma Nicola Atalami - Finora il ruolo dell’Italia è stato ininfluente, il governo non è stato all’altezza della nostra storia di mediazione diplomatica».(a.m.)


10 gennaio 2009 - Apcom

Gaza/ Manifestazioni a Milano, Palermo e Firenze pro Palestina
Presidi organizzati da associazioni e comunità palestinesi

Roma, 10 gen. (Apcom) - Giornata di presidi e manifestazioni in diverse città italiane per sostenere Gaza e fermare "la guerra di distruzione del popolo palestinese", organizzati dall'associazione palestinesi in Italia e da diverse comunità palestinesi locali, in vista della grande manifestazione che si terrà a Roma il 17 gennaio prossimo. A Milano si scende in piazza alle 15.30 con un corteo che partirà da Piazzale Loreto e terminerà in piazza Duca d'Aosta, alla Stazione Centrale. La manifestazione è organizzata dalla associazione dei palestinesi d'Italia insieme alle associazioni arabe, che invitano "i cittadini, le organizzazioni della società civile e privata e gli amanti della libertà e della pace a sostenere Gaza a rompere l'assedio, a fermare il massacro di massa prima che sia troppo tardi" Ancora, a Palermo alle 17 ci si riunirà in piazza Politeama con un corteo cittadino "contro i palestinesi a Gaza sia contro le consolidate complicità politiche, istituzionali e comunicative in Italia con Israele", mentre a Firenza la comunità palestinese Toscana ha indetto una manifestazione regionale che partirà alle 16 da piazza San Marco. L'appello alla partecipazione lanciato dalla Comunità palestinese, ricorda come "il mondo intero stia assistendo attonito e addolorato allo scempio dei bombardamenti sulla popolazione civile di Gaza e chiede a gran voce che il governo italiano intervenga direttamente presso Israele e nelle sedi internazionali opportune per chiedere l'immediata cessazione delle azioni militari criminali in corso contro la popolazione palestinese, in particolare nel territorio di Gaza". Tutto in vista della manifestazione nazionale prevista per sabato 17 gennaio a Roma alla quale parteciperanno sia le associazioni storiche della solidarietà con i palestinesi (dal Forum Palestina alle associazioni di amicizia con la Palestina di Firenze, Cagliari, Bologna, Viareggio), i coordinamenti Free Palestine di Torino, Napoli e di Pisa, i sindacati di base RdB/CUB e Cobas, i centri sociali ma ci saranno anche le comunità degli immigrati, siano esse musulmane o no, e gruppi di cristiani di base. Tra le forze politiche PRC, PdCI, Rete dei Comunisti, Sinistra Critica, PCL. Domani, a Firenze, è previsto un incontro nazionale per decidere i dettagli del corteo.


10 gennaio 2009 - Rainews 24

Manifestazioni contro l'offensiva israeliana a Gaza in molti Paesi del mondo

Migliaia di persone sono impegnate in cortei e manifestazioni contro l'offensiva israeliana a Gaza in molti Paesi del mondo. A Ramallah, Cisgiordania, 4 mila le persone in corteo, soprattutto militanti di Fatah, il partito dell'ex leader palestinese scomparso Yasser Arafat. A Londra si parla di 100 mila presenze, 12 mila secondo la polizia. Manifestazioni in questi giorni si stanno tenendo un po' in tutto il mondo, oggi sono scesi in piazza anche in Libano e in Mauritania. Domani a partire dalle 10 30 a piazza San Marco anche a Roma si darà vita ad una catena umana per la pace in Medio Oriente, mercoledi, di nuovo nella capitale, ci sarà il corteo della Cgil. Nell'offensiva israeliana in corso da due settimane sono morte 783 persone e ci sono circa 3 mila feriti.
A Milano, Palermo e Firenze manifestazioni pro-palestinesi
Giornata di presidi e manifestazioni in diverse citta' italiane per sostenere Gaza e fermare "la guerra di distruzione del popolo palestinese", organizzati dall'associazione palestinesi in Italia e da diverse comunità palestinesi locali, in vista della grande manifestazione che si terrà a Roma il 17 gennaio prossimo. A Milano si scende in piazza alle 15.30 con un corteo che partira' da Piazzale Loreto e terminerà in piazza Duca d'Aosta, alla Stazione Centrale. La manifestazione e' organizzata dalla associazione dei palestinesi d'Italia insieme alle associazioni arabe, che invitano "i cittadini, le organizzazioni della società civile e privata e gli amanti della libertà e della pace a sostenere Gaza a rompere l'assedio, a fermare il massacro di massa prima che sia troppo tardi". Ancora, a Palermo alle 17 ci si riunirà in piazza Politeama con un corteo cittadino "contro i palestinesi a Gaza sia contro le consolidate complicità politiche, istituzionali e comunicative in Italia con Israele", mentre a Firenza la comunità palestinese Toscana ha indetto una manifestazione regionale che partirà alle 16 da piazza San Marco. L'appello alla partecipazione lanciato dalla Comunità palestinese, ricorda come "il mondo intero stia assistendo attonito e addolorato allo scempio dei bombardamenti sulla popolazione civile di Gaza e chiede a gran voce che il governo italiano intervenga direttamente presso Israele e nelle sedi internazionali opportune per chiedere l'immediata cessazione delle azioni militari criminali in corso contro la popolazione palestinese, in particolare nel territorio di Gaza".
Tutto in vista della manifestazione nazionale prevista per sabato 17 gennaio a Roma alla quale parteciperanno sia le associazioni storiche della solidarietà con i palestinesi (dal Forum Palestina alle associazioni di amicizia con la Palestina di Firenze, Cagliari, Bologna, Viareggio), i coordinamenti Free Palestine di Torino, Napoli e di Pisa, i sindacati di base RdB/CUB e Cobas, i centri sociali ma ci saranno anche le comunità degli immigrati, siano esse musulmane o no, e gruppi di cristiani di base. Tra le forze politiche PRC, PdCI, Rete dei Comunisti, Sinistra Critica, PCL. Domani, a Firenze, è previsto un incontro nazionale per decidere i dettagli del corteo.


9 gennaio 2009 - Il Manifesto

In piazza per fermare la guerra

Firenze - Comunità palestinese toscana Quello che sta avvenendo a Gaza è l'ulteriore conferma che il governo israeliano non ha in mente altro progetto che la distruzione fisica del popolo palestinese, con l'intento di espellerlo definitivamente dalla propria terra o di ridurlo ad una condizione di totale asservimento. Al momento il numero dei palestinesi uccisi è di oltre 650, con oltre 3mila feriti. La Comunità palestinese in Toscana sta assistendo attonita e addolorata a tanto scempio, e chiede a gran voce che il governo italiano intervenga direttamente presso Israele e nelle sedi internazionali, per chiedere l'immediata cessazione delle azioni militari criminali in corso contro la popolazione palestinese ovunque e, in particolare, nella Striscia di Gaza. La Comunità palestinese in Toscana si rivolge perciò alla popolazione, alle organizzazioni, ai comitati, alle associazioni e ai partiti, perché partecipino tutti alla manifestazione regionale convocata a Firenze per domani 10 gennaio 2009 (ore 16 piazza San Marco), per elevare una forte condanna dell'operato di Israele e per dare nuova speranza di vita e di libertà al popolo di Gaza. (prime adesioni all'iniziativa: Ass. Amicizia italo palestinese, Prc Fi, Unaltracittà, Cobas Fi, Il Muretto-Com. di base Le Piagge, comitato Fermiamo la guerra Fi, Comunità islamica Firenze-Toscana, Pcl To, Sx Critica To, Il Filo Rosso, Cpa Fi sud, Cs Cienfuegos, Col Scienze Politiche Fi, Rete collettivi studenteschi Fi, Rete Semprecontrolaguerra, Slai Cobas Fi, Partito umanista Fi, Centro documentazione Carlo Giuliani, Comitato San Salvi chi può, Statunitensi contro la guerra, Ass. Per la sx unita e plurale Fi, Social Forum Cecina, Conf. marocchini in Italia, Comitato varesino per la Palestina, 100 idee per la pace Siena, Pdci To, Comunità palestinese Pisa, Rdb Cub Pi, Rete dei Comunisti, Spazio ant. Newroz, Circolo Arci Agorà, Cobas Pi, Lab Rebeldìa, Valori, Un ponte per..., Pianeta Futuro, Prc Pisa, Pcl Pisa, Ass. Italia Cuba, Circolo Che Guevara Ponsacco, Comunità musulmana Pisa, Prc Reg.To)


8 gennaio 2009 - Apcom

Gaza/ Manifestazione nazionale pro-Palestina a Roma il 17/1
Promossa da Prc, Pdci, centri sociali Rdb/Cub e Cobas

Roma, 8 gen. (Apcom) - E' stata convocata nella capitale per sabato 17 gennaio da una larghissima coalizione di associazioni e forze politiche una manifestazione nazionale di solidarietà con il popolo palestinese massacrato a Gaza dalle forze armate israeliane. Dopo la prima giornata di mobilitazione nazionale che ha già visto le piazze di quindici città italiane riempirsi di manifestanti a sostegno dei palestinesi lo scorso sabato 3 gennaio, la rete di associazioni attiva da anni per la Palestina ha deciso di passare ad un appuntamento centrale nella capitale politica del paese per far pesare l'indignazione verso il massacro a cui sono sottoposti i palestinesi a Gaza e la condanna della politica filo-israeliana adottata dal governo e -con poche eccezioni - dalla "politica" italiana.
Alla manifestazione partecipano sia le associazioni storiche della solidarietà con i palestinesi (dal Forum Palestina alle associazioni di amicizia con la Palestina di Firenze, Cagliari, Bologna, Viareggio), i coordinamenti Free Palestine di Torino, Napoli e di Pisa, i sindacati di base RdB/CUB e Cobas, i centri sociali ma ci saranno anche le comunità degli immigrati, siano esse musulmane o no, e gruppi di cristiani di base. Tra le forze politiche PRC, PdCI, Rete dei Comunisti, Sinistra Critica, PCL. Per domenica 11 gennaio a Firenze è previsto un incontro nazionale per decidere i dettagli del corteo.