PENSIONI: ecco cosa ci stanno preparando CGIL, CISL e UIL

Roma -

E' apparso, su LA STAMPA del 4 ottobre 2006, un articolo che conferma le recenti "voci" di un preaccordo stipulato tra il governo e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil sulla questione pensioni.

Il documento, firmato dal Presidente del Consiglio Prodi, dal Ministro dell'Economia e delle Finanze Tommaso Padoa Schioppa, dal Ministro del Lavoro Cesare Damiano e dai tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Epifani, Bonanni e Angeletti si intitola "memorandum d’intesa, obiettivi e linee di una revisione del sistema previdenziale".

Il protocollo d'intesa vincola, Cgil, Cisl e Uil, a sottoscrivere, entro Marzo 2007, l'aumento dell'età pensionabile e la riduzione dei coefficienti del calcolo della pensione in proporzione all'allungamento della vita.

Pertanto, in aggiunta ai pesanti interventi al sistema pensionistico che il governo ha apportato con la legge finanziaria approvata nel Consiglio dei Ministri il 29 settembre 2006 (aumento della contribuzione anche a carico dei lavoratori dipendenti) e all'utilizzo del TFR per fare cassa, si prefigura un negoziato che definitivamente smantellerà la previdenza pubblica per far decollare quella complementare ed integrativa (gestita da Cgil, Cisl e Uil) mediante l'utilizzo del TFR.

 

Un motivo in più, quindi, per preparare e partecipare alle numerose iniziative promosse dalle RdB/CUB.

  • 6 OTTOBRE 2006 - sciopero nazionale dei precari della P.A. (manifestazione ore 9.30 p.zza della Repubblica - Roma);
  • 13 OTTOBRE 2006 - giornata di mobilitazione nazionale contro lo smantellamento dei Dipartimenti Provinciali del MEF (assemblea dalle ore 9.00 e presidio davanti l'ingresso del dicastero, via XX Settembre 97 - Roma);
  • 20 OTTOBRE 2006 - sciopero nazionale del Pubblico Impiego (ultime due ore fine turno);
  • 17 NOVEMBRE 2006 - SCIOPERO GENERALE, indetto da tutte le realtà del sindacalismo di base.

Vi riportiamo, integralmente, l'articolo di stampa segnalandovi oltre al link del quotidiano anche che il documento d'intesa, così come ci è pervenuto, è stato pubblicato sul nostro sito www.rdbtesoro.it.<//a>

 

 



ROMA. Un decalogo per la riforma delle pensioni.
Asciutto, ma molto preciso: due pagine e qualche riga, 9 capitoletti in tutto e 10 punti finali che indicano un tracciato ben preciso.
Nell’ultima pagina sei firme, tutte molto pesanti: quella del presidente del Consiglio Romano Prodi, dei ministri dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa e del Lavoro Cesare Damiano e dei tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Epifani, Bonanni ed Angeletti.
E’ il testo del «Memorandum d’intesa» sulla previdenza siglato nei giorni scorsi a palazzo Chigi che detta «obiettivi e linee di una revisione del sistema previdenziale» come recita il titolo del documento che La Stampa ora è in grado di illustrare in dettaglio.

Il cuore dell’intesa, che come prima cosa dovrebbe servire a superare lo «scalone del 2008» introdotto da Maroni, è rappresentato dal punto «4», quello dedicato al completamento della riforma. Che «terrà conto del cambiamento del quadro demografico ed economico determinatosi dopo la riforma del 1995», ben sapendo che «il forte aumento dell’aspettativa di vita e la flessibilità e precarietà del mercato del lavoro hanno determinato condizioni nuove che si riflettono sul sistema previdenziale». Una frase che dice già molto, che segna un punto: che può voler dire sia il ricalcolo dell’importo degli assegni futuri sia un inevitabile allungamento dell’età pensionabile. Dal confronto Padoa-Schioppa si aspetta «impegni ben precisi», «risultati importanti», in grado di stabilizzare definitivamente il sistema al punto da non dover più richiedere nuovi correzioni per molti anni a venire. Il dato di partenza sono, ovviamente, le riforme introdotte a partire dagli anni ‘90, che hanno introdotto i primi meccanismi in grado di garantire la sostenibilità finanziaria nel lungo periodo e introdotto quel sistema di tipo contributivo, incentrato su un primo pilastro pubblico a ripartizione ed un secondo a capitalizzazione che ora si cerca di consolidare. I primi risultati ottenuti sono giudicati «significativi» sia dal governo che dalle confederazioni. Però «alcune importanti problematiche non hanno ancora trovato soluzione» e quindi occorre intervenire. Innanzitutto sulla fase di transizione della riforma «assicurandone la sostenibilità finanziaria» e quindi sul «rapporto tra generazioni» per ridurre squilibri e privilegi. «Faremo tutto con «gradualità - ama ripetere il ministro Damiano -. Senza strappi».

Tanti problemi, diverse soluzioni. «L’aumento dell’aspettativa di vita - è scritto nel Memorandum - sollecita soluzioni che diano la possibilità di continuare a svolgere un’attività di lavoro. Ciò richiede una coerente politica articolata su molteplici piani: lavoro part-time, formazione, un mercato del lavoro meno ostile ai lavoratori più anziani, ecc.». Per il sistema pubblico «la regola» deve essere il «pensionamento flessibile», con incentivi in grado di favorire «la prosecuzione volontaria dell’attività lavorativa di uomini e donne».
L’impegno sottoscritto da governo e sindacati, prevede, come è noto che la trattativa si apra il primo gennaio 2007 e si concluda «con un accordo» entro il 31 marzo. Tempi blindati, insomma, nessuno spazio per fare melina. Tre gli obiettivi da raggiungere in contemporanea: equità sociale e sostenibilità finanziaria, miglioramento delle prospettive per giovani e garanzia per tutti gli anziani di pensioni di importo adeguato.

Dei 10 punti che sintetizzano le linee guida, il primo riguarda il sistema contributivo. Che andrà applicato in maniera piena per assicurare «sostenibilità» nel medio e nel lungo periodo e accompagnato dal «rafforzamento di criteri che legano l’età di pensionamento all’importo della pensione, tenendo conto della dinamica demografica ed economica e salvaguardando la flessibilità nell’accesso alla pensione» come previsto dalla Dini. Per quanto riguarda il sistema retributivo si dovrà prevedere un «aumento della possibilità di scelta basato sulla flessibilità dell’età di pensionamento, incentrato su misure che favoriscano l’allungamento della permanenza nel mercato del lavoro». Quindi si punta a superare il divieto di cumulo per gli anziani ma anche ad assicurare assegni «più adeguati» rivalutando i trattamenti in essere, ad estendere tutele sociali e contributive a favore dei giovani precari, ma anche a superare i tanti «privilegi» che ancora esistono.

A fianco del pieno decollo della previdenza integrativa (anche per i pubblici) ed al completamento dell’armonizzazione del sistema contributivo per tutte le categorie, il memorandum prevede anche l’avvio del processo di riordino e razionalizzazione degli enti previdenziali (il Tesoro punta ad arrivare in tempi brevi ad un ente unico) e azioni di contrasto dell’evasione contributiva. Impegni precisi, messi nero su bianco. Che vincolano il governo ed i sindacati. E che faranno del 2007 l’anno delle pensioni.

il memorandum d'intesa