Rassegna Stampa Calabria Ora

Catanzaro -

18 novembre 2006

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La Calabria torna in piazza

Dipendenti pubblici e precari alla manifestazione contro la Finanziaria

 

 

Catanzaro. La manovra finanziaria del governo Prodi riporta ancora una volta i lavoratori in piazza. Questa volta, però, rispetto alla precedente manifestazione di ottobre, che generò numerose polemiche nella coalizione di governo, non si sono visti i partiti.

Hanno preferito rimanere nelle loro sedi. Era prevedibile. Un ritorno all’antico, dunque, il sindacalismo di base torna a svolgere il vecchio ruolo antagonista, trascinando migliaia di lavoratori. A Roma, il leader dei Cobas, Piero Bernocchi. A Catanzaro Luciano Vasta e Tonino Iiritano. Un filo comune. Una logica identica. Lo sciopero in Italia, registra un’alta adesione. Sembra non essere cambiato proprio nulla da quando Romano Prodi ha preso le redini di Palazzo Chigi. Solo qualche piccola differenza.

Con Berlusconi si manifestava con grande virulenza e determinazione, dando, per la verità, un significato politico al modo di scendere in piazza. Una sorta di stimolo in più. Oggi lo si fa più timidamente, ma con la consapevolezza di essere stati illusi. Il sogno della sinistra al potere sembra essere svanito in fretta. Consumato dalle tante polemiche e dai dissidi interni al governo, e minato dalle continue resistenze dei lavoratori. Che rivendicano più diritti e una minore flessibilità. Che rifiutano l’idea del lavoro in affitto e del tempo determinato. Che desiderano stabilità.

Le manifestazioni di ieri sono una limpida conferma. La Calabria è in prima linea. Migliaia di lavoratori aderenti alla rappresentanze di base (per capirci, fuori dalle grandi organizzazioni sindacali) e tanti, tanti precari sono arrivati nel capoluogo da tutta la regione.

Da Locri, da Rossano e da numerosi paesini. Nel corteo centinaia di precari. C’erano anche quelli appartenenti al bacino degli lpu e lsu. I senza volto. Coloro i quali non odono delle tutele, dei diritti fondamentali del contratto nazionale. Accanto a loro, pezzi del mondo della scuola, della sanità, dei vigili del fuoco, studenti. Che hanno gridato no ad una finanziaria che, secondo Luciano Vasta, coordinatore regionale dell’RdB/Cub, in marcia verso la Giunta, “colpisce i lavoratori, i precari, i pensionati. Gli oltre duemila manifestanti di oggi – ha commentato il coordinatore – sono il segno tangibile del malcontento che c’è in Calabria e una dura risposta al governo Prodi”. Dalle forze politiche, solo una piccola rappresentanza del costituendo partito comunista dei lavoratori. Per il resto, sembrava di essere ritornati indietro nel tempo, quando le piazze italiane si gremivano di milioni di persone che urlavano contro il governo delle destre. Si sono riviste bandiere rosse sventolare. Ma non quelle del Prc, che da qualche tempo, hanno perso quello rosso sgargiante.

Mentre, all’assessore al Bilancio, Vincenzo Spaziante, i coordinatori della manifestazione hanno chiesto un concreto impegno per il ripristino della legalità in Calabria e la risoluzione a livello regionale del problema dei lavoratori precari. Su questo punto, Speziante, a  nome della giunta, ha assunto l’impegno di sottoporre all’attenzione degli assessori, Doris Lo Moro e Nino De Gaetano, la proposta di legge che sarà presentata dalle RdB nei prossimi giorni, per la stabilizzazione dei precari in Calabria.

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