settore statali - Venerdi' 17 novembre Sciopero generale

Nazionale -

In allegato il volantino impaginato

La finanziaria 2007, si abbatte in maniera radicale sul servizio pubblico continuando nello smantellamento della pubblica amministrazione prevedendo, per fare cassa, la chiusura di oltre 300 uffici provinciali dello stato (motorizzazione, tesoro, infrastrutture, lavoro ecc.).
La chiusura di tanti uffici periferici porterà inevitabilmente alla privatizzazione di servizi che non essendo più gestiti dallo stato troverà un aumento di costi che graveranno solo sulle spalle dei cittadini.
Le scelte di questo governo, in piena continuità con quello precedente, affonda ulteriormente il bisturi anche sui diritti e sul salario.
Per i precari la stabilizzazione è prevista per una minima parte rispetto ai 350.000 impiegati nella Pubblica Amministrazione e, solo per coloro i quali sono in possesso di un numero ben determinato di anzianità e che abbiano superato prove concorsuali.
Per quanto concerne il rinnovo contrattuale è previsto un aumento salariale lordo, medio a regime di 90 euro lordi, disponibili nella maggior parte solo a partire dal 2008. Per la sanità oltre alla "tassa sulla malattia" già prevista dalla vecchia contrattazione si è pensato che nel caso di aggravamento della malattia e "uso improprio" del pronto soccorso il cittadino dovrà sborsare un ulteriore ticket di 27 euro.
Sulla previdenza pubblica sono previsti nuovi aumenti a carico dei lavoratori e per quanto riguarda la previdenza complementare questo governo ha addirittura accelerato i tempi determinando un vero e proprio "scippo" del TFR mantenendo l’infausta norma del silenzio assenso voluta dal precedente ministro del lavoro Maroni; per i dipendenti pubblici la discussione su questo problema si riapre a gennaio 2007.
La gestione della previdenza complementare rappresenta un ulteriore regalo di miliardi di euro fatto a cgil, cisl e uil che gestiranno i fondi pensione illudendo i lavoratori che giocando in borsa un domani chi andrà in pensione si vedrà integrato, dopo una vita di lavoro, quell’importo pensionistico decurtato dalle leggi liberiste in materia di previdenza imposta dai mercati finanziari, dimenticando quanto accaduto con CIRIO, PARMALAT ed ENRON.
Contestualmente vengono incrementate le spese e le spedizioni militari in oriente anziché ritirare le truppe che ormai da anni, in contrasto con la Costituzione, sono impegnate in una vera e propria attività militare.
Noi vogliamo una finanziaria destinata ad una redistribuzione della ricchezza prodotta, ad un aumento economico per recuperare quantomeno la perdita del potere di acquisto subita negli anni, a risolvere i problemi di una sanità pubblica e di una scuola pubblica, ad una politica per garantire il diritto alla casa ed ad una occupazione stabile ai cittadini, perciò

il 17 novembre saremo in piazza con tutti i lavoratori per dire no alla politica dei sacrifici, per costruire maggiori rapporti di forza, per garantire un futuro dignitoso a tutte le lavoratrici e i lavoratori.