Sicurezza e salute dei lavoratori degli uffici Giudiziari di Taranto

Taranto -

Ecco il testo della lettera che le RdB/CUB hanno inviato ai vertici del Ministero della Giustizia:

La scrivente O.S. ancora una volta, purtroppo, è costretta a ritornare sull’argomento: sicurezza e salute dei lavoratori che operano nelle strutture giudiziarie del Tribunale e della Corte di Appello di Taranto.

Nel tempo, e precisamente negli ultimi tre anni, sono state presentate svariate e reiterate richieste di ispezioni e di controlli degli ambienti di lavoro per verificarne la salubrità e la sicurezza.

Richieste avanzate anche dai dipendenti per il tramite dei legali ed indirizzate agli Enti locali di Taranto (Dipartimento di Prevenzione – Servizio di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro) all’Asl, all’APAT, all’ARPA, al Ministero della Giustizia, al Ministero dell’Ambiente, al Ministero della Salute.

In particolare la richiesta formulata dai lavoratori, per il tramite dell’avv. Rizzo, in data 21.02.2005, sollecitava una immediata ed accurata ispezione in tutti i locali del Tribunale e della Corte d’Appello di Taranto, per verificare la eventuale presenza di inquinamento da radiazioni ionizzanti o elettromagnetico, al solo fine di tutelare la salute di tutti gli operatori della giustizia e degli utenti nonché per essere in grado di determinare gli eventuali nessi di causalità tra le patologie lamentate dai dipendenti, con l’ambiente di lavoro. Inoltre si chiedeva di essere informati del giorno e ora in cui si sarebbero svolti tali sopralluoghi, al fine di presenziare alla verifica dei locali congiuntamente con i propri esperti ed apparecchiature.

Successivamente in data 08.02.2006 questa O.S. per l’ennesima volta richiedeva al Ministero della Giustizia una immediata ispezione delle sedi giudiziarie di Taranto, al solo fine di verificarne la salubrità e la sicurezza degli ambienti di lavoro. In difetto, chiedeva di essere autorizzata ad effettuare controlli e rilevamenti, a proprie spese, per accertare e valutare le eventuali fonti di radiazioni e di particelle, nonché le eventuali dosi e il grado di contaminazione degli ambienti di lavoro, con proprie apparecchiature ed esperti, presso le strutture giudiziarie summenzionate, con particolare urgenza agli 
edifici della Corte di Appello di Lecce – Sezione distaccata di Taranto, stante l’allora imminente trasferimento ad  altra struttura.

A distanza di ben cinque mesi da tale richiesta ed in mancanza di riscontro scritto, la RdB P.I ha accertato che l’Amministrazione non aveva provveduto ad effettuare le urgenti ispezioni nei locali giudiziari di Taranto, né tanto meno era stata autorizzata ad effettuare, a proprie spese, tali accertamenti. Pertanto, in data 05.07.2006,  provvedeva a sollecitare la Direzione  Generale delle Risorse Materiali dei Beni e dei Servizi, a porre in essere tutte le misure occorrenti per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori che operano in detti uffici, avvertendo che in difetto sarebbe stata costretta ad adire le vie legali.

In data 07.09.2006, finalmente, un funzionario dell’Arpa di Taranto, con un suo assistente, si è presentato presso l’edificio della Corte d’Appello di Taranto, con delle apparecchiature per procedere ad accertamenti. 

Accertamenti effettuati, senza alcun auspicato preavviso e, da quanto riferito dallo stesso funzionario, esclusivamente in una stanza e nel corridoio antistante.

Pertanto tutte le nostre richieste sono state  ignorate.

E’ risaputo che l’inquinamento dovuto a radiazioni ionizzanti è sicuramente il più subdolo, in quanto non si hanno organi sensoriali che allertino della loro presenza, per cui i rilevamenti più volte richiesti sono urgenti, necessari ed improcrastinabili e non è più possibile continuare su questo ambiguo gioco del silenzio.

Eppure parliamo semplicemente ed esclusivamente di un diritto sancito dalla nostra Costituzione il diritto alla salute. Quindi i lavoratori degli Uffici giudiziari di Taranto hanno titolo per una spiegazione ma, soprattutto, debbono essere rassicurati dall’Amministrazione che ha il dovere di garantire loro ambienti sicuri e salubri.

Vorremmo fosse chiaro che si sta parlando di un inquinante ad alto rischio cancerogeno,  un Killer inodore ed insapore che non lascia traccia, i cui danni sono in relazione al tempo di esposizione, quindi la richiesta non può continuare a cadere nel nulla e merita  l’attenzione di tutti gli organi competenti.

Gli enti locali, ASL e Arpa, avendo dei compiti specifici tra i quali “la prevenzione della salute negli ambienti di lavoro” conoscono perfettamente quanti e quali apparecchiature emittenti radiazioni ionizzanti sono presenti nelle strutture giudiziarie, la loro ubicazioni, la periodicità e la qualità dei controlli che vengono effettuati, sono infatti per leggi e regolamenti coinvolti alla tutela della popolazione contro tali specifici rischi.

I controlli su PC e ventilatori sono sicuramente utili, ma non era questo che si chiedeva. Si chiedevano accertamenti seri e completi e di poter assistere con tecnici di fiducia e con i Rappresentanti della Sicurezza dei lavoratori; oppure di essere autorizzati, a proprie spese e con proprie apparecchiature, certo non per mancanza di fiducia ma, con l’unico obiettivo di “autotutela nei confronti dei lavoratori”.

Questa reticenza è inspiegabile, a questo punto sorgono spontanee alcune domande:

  • perché dopo svariate richieste di accurate e serie ispezioni le stesse non sono state eseguite  dagli enti locali e dal Ministero della Giustizia nei modi e nei tempi richiesti?
  • E’ solo un caso!… che sia stata sottoposta ad ispezione una stanza, dicasi una ed il corridoio antistante?
  • Quali sono le attività poste in essere e le iniziative intraprese dal Medico Competente e dal Responsabile della Sicurezza?

E’ certo che il perdurare di questo atteggiamento indurrà a chiedersi: chi o cosa si sta “proteggendo”?

Vogliamo chiarire che non molleremo, proprio perché si parla di salute e sicurezza di tantissimi lavoratori ed utenti ma, anche perché si vuole conoscere la verità.

La RdB P.I. a questo punto chiede,  ancora una volta ed  indubbiamente l’ultima, che si proceda all’ immediato sopralluogo, alla presenza di tecnici di fiducia e dei rappresentanti della sicurezza dei lavoratori, di tutti i locali degli uffici Giudiziari di Taranto.

Questa O.S., qualora non si dovesse dare corso alla richiesta, avverte fin da ora che  ricorrerà a tutte le iniziative anche di conflitto e di lotta a tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori e degli utenti.

Roma, 9 novembre 2006

RdB P.I. – Esecutivo Giustizia
Giuseppa Todisco