TAGLI ALLA SPESA PUBBLICA: DEROGA PER LA PROTEZIONE CIVILE COME ECCEZIONE A CONFERMA DELLA REGOLA

Roma -

In tempi di "tagli della spesa pubblica", mentre il Ministro dell’Economia e finanze preannuncia sacrifici e tempi di lacrime per tutti, e tanto più per i lavoratori dipendenti, si rimane sconcertati da quanto emerso dall’ordinanza riguardante "Disposizioni urgenti di protezione civile finalizzate ad assicurare il soccorso alla popolazione della Repubblica Democratica del Libano attualmente interessato da eventi bellici".
In controtendenza rispetto alla politica di tagli, e in palese violazione delle normative contrattuali, il Presidente del Consiglio autorizza promozioni a livello dirigenziale in deroga ai limiti previsti, compensi esorbitanti per missioni in Italia e all’estero, assoluta discrezionalità nell’individuazione del personale da utilizzare.
A questo proposito ci si domanda come mai lo strumento dell’ordinanza, che viene utilizzato dal governo per le esigenze del Dipartimento della Protezione Civile per qualsiasi evento nazionale ed estero (anche non necessariamente straordinario: dai funerali del papa e le beatificazioni fino ai gran premi velici e automobilistici), esuli dal controllo e dalle regole della spesa pubblica.
Ci si domanda inoltre perché le "Indennità di missione", abolite da Berlusconi con la Finanziaria 2006, vengano ripristinate per la Protezione Civile ma non – ad esempio - per gli Ispettori del Lavoro, visto che le morti bianche rappresentano una vera emergenza.
Ci si domanda infine se l’attivazione di questi meccanismi incontrollabili di ricorso persistente di deroghe alle leggi, ai regolamenti, e ai contratti serva come eccezione per confermare la regola - quella sì rigidamente seguita - di scaricare sul Pubblico Impiego i costi del risanamento.