Tornano i mostri

Roma -

Figli e figliastri esami dei concorsi di riqualificazione differenziati

 

 

 

 

Lavoratori,

si sapeva già da qualche tempo che la nostra amministrazione fosse clientelare, che però avesse la sfacciataggine di esaminare il personale coinvolto nei concorsi di riqualificazione applicando due pesi e due misure, risulta gravissimo.

Gli esami in atto per le fasce economiche C2 e C3, per intenderci quelle dei laureati/ ingegneri VII° e VIII° livello, stanno avvenendo direttamente nella stanza del Capo Dipartimento a porte chiuse, diversamente da quelli per il personale di fascia inferiore che è sottoposo ad esami selettivi e a valutazioni da parte di commissioni agguerrite.

In questi casi sono solamente due le cose da fare: o il lavoratore tace sottostando alle arroganze e ai favoritismi dell'amministrazione, oppure rivendica i propri diritti chiedendo che siano garantiti allo stesso modo degli altri. Ipotizzare che gli esami degli ingegneri possano concludersi attribuendo votazioni stratosferiche a coloro più "vicini" all’amministrazione e votazioni mediocri per coloro che durante il percorso lavorativo non hanno voluto assoggettarsi, è quanto mai inaccettabile e denigratorio per la professione che svolgiamo.

Inoltre, la diversità di trattamento per i lavoratori coinvolti nelle altre riqualificazioni non deve essere accettata.

Cosa dire? Valutiamo incomprensibile l'atteggiamento del Capo Dipartimento, il quale si arroga il potere di esaminare il personale che svolge funzioni tecniche, depauperando i partecipanti di quella professionalità richiesta in esami di tale importanza, pur consapevole di non avere le necessarie conoscenze operative poiché non tecnico.

E' altrettanto incomprensibile come sarà possibile confrontare le valutazioni finali tra un candidato e l'altro, anche in considerazione del fatto che alcuni lavoratori di settimo livello scavalcheranno in graduatoria degli altri di ottavo livello, entrati addirittura quattro anni prima!

A due anni dal varo del dipartimento, la conseguente “sistemazione” di un’infinità di prefetti e vice e l’accentramento di ogni funzione a livello centrale, l'unica constatazione che possiamo fare è quella che a livello periferico nessuno ha punti di riferimento.

Aumento di stipendio a parte, ancora oggi non si riesce a capire quali funzioni svolgano e a quali compiti facciano riferimento i direttori regionali nominati.

Alla luce di ciò ci riserviamo un intervento sindacale e, se necessario legale, non appena avremo acquisito ulteriori elementi.

Fino a questo punto non si era mai arrivati. Il silenzio di molti lavoratori e l'accondiscendenza di alcuni sindacati ha generato i mostri del dipartimento!

Diciamo NO a questo contratto integrativo voluto dall’Amministrazione e CGIL CISL, UIL, partecipando in massa allo sciopero e alla manifestazione nazionale a Roma il 21 maggio.