Tra la Finanziaria 2006 e l'Autonomia Universitaria…

Roma -

…gode il barone, soffre il lavoratore !

Con la Legge Finanziaria 2006 il Governo ha congelato i fondi per la contrattazione integrativa ai livelli del 2004 (art. 1, comma 189 e successivi). Una misura che si aggiunge a quelle già decise dalla “Intesa per il rinnovo dei Contratti Pubblici” del 28 maggio 2005 che la RdB-CUB non ha sottoscritto: l’iniquo patto con cui il Governo e i confederal-concertativi hanno  concordato uno scambio tra aumenti salariali e posti di lavoro (50.000 “esuberi” nel triennio 2002-2005, ed altri 60.000 nel successivo triennio), la cui misura è aggravata dalla rinuncia dei confederali a rivendicare l’aggiornamento del salario accessorio per il 2004-2005.

 

Nel CCNL Università, sottoscritto il  10 gennaio, l’aggiornamento del salario accessorio parte dal ..... 2006  ma,  secondo la Finanziaria,  ai valori del 2004!!!

 Un bel regalo agli atenei che, dovendo pagare sempre per la Finanziaria 2006 sul “proprio” bilancio gli aumenti al personale, hanno tirato un sospiro di sollievo!

Questa volta i rettori non hanno gridato all’attacco alle “autonomie universitarie”, e ancor meno si sono fatti sentire confederali e reggicoda “autonomi”. 

 Ma non è forse anche questo un taglio ai finanziamenti degli atenei?

Non è anche questo un attacco alle autonomie universitarie ?

 In realtà dietro questo silenzio c’è tutto lo spirito classista della baronia che non vede nel peggioramento delle condizioni dei lavoratori universitari ragione di protesta, ma anche quello più pratico delle dirigenze e dei baroni rampanti che potranno usare questi risparmi a favore della docenza! Come è noto la Ministra Moratti ha ritenuto di chiudere il suo mandato con un “cadeau” alla baronia: fino a giugno potranno continuare ad assumere e mettere a posto i loro portaborse, clienti, amanti, ecc…

Assisteremo, dunque, ad un’infornata di ”nuovi docenti” che, immaginiamo, sarà gestita dai rettori soprattutto con scorrimenti di fascia – la “carriera” dei docenti… - per garantirsi ulteriore “fidelizzazione” tra i baroni stessi, e destinando solo lo stretto necessario per poche assunzioni di ricercatori tra le migliaia ancora precari!

 Quale miglior lasciapassare presso la baronia per un Ministro che si candida al governo di una metropoli come quella milanese? Le attese della Moratti  non sono state deluse: la baronia milanese ha prontamente mostrato di gradire e, dimenticando le “battaglie” in difesa dell’Autonomia Universitaria,  si è acconciata ad avanzare gentili e ruffiane richieste!

 In questo quadro desolante di scambi infami e reciproci favori tra governo, baroni e sindacati confederali, i lavoratori negli atenei stanno faticosamente prendendo coscienza che il rinnovo del contratto integrativo d’ateneo, sulla base del CCNL 2002-2005, non porterà miglioramenti del salario d’ateneo, ma per la prima volta veri e propri tagli al salario già goduto negli anni precedenti!

La presa di coscienza è tuttavia contrastata dal comportamento dei confederali che, tacendo sul patto infame a “difesa dell’autonomia universitaria” che lega baroni e governo, fingono di ignorare la gravità della situazione in cui hanno cacciato lavoratori e pur volenterosi RSU di ateneo, che vanno allo sbaraglio nel tentare l’impossibile compito di “migliorare” (sic!) i contratti integrativi di ateneo.

 Che fare ?

Innanzitutto è necessario continuare a chiarire a tutti come stanno effettivamente le cose, affinché si prenda atto che la “concertazione” è definitivamente fallita.

Da qui occorre ripartire per rivendicare i nostri diritti e la nostra dignità di lavoratori.

Contestualmente, è necessario organizzare e preparare la mobilitazione affinché padroni, rettori, Governo e confederali non possano concludere un nuovo “patto concertativo” sulla pelle dei lavoratori a partire dalla lotta alle iniquità baronali e allo smascheramento delle complicità confederali;  battendosi per la stabilizzazione del salario per tutti e in tutti gli atenei, rivendicando lo scongelamento del salario integrativo e una profonda revisione dell’attuale impianto del contratto nazionale e del contratto integrativo per un nuovo sistema che garantisca il recupero reale del costo della vita.

Ma tutto questo non basta se non sarà vissuto e gestito in una prospettiva più generale di riconoscimento della dignità, dei diritti e del salario dei lavoratori, di tutti i lavoratori, pubblici e privati.

Bisogna farlo alzando lo sguardo!

 Le rivendicazioni e la mobilitazione dei lavoratori universitari sono sentieri sempre più strettamente intrecciati ai grandi temi che attraversano TUTTI i lavoratori, del Pubblico Impiego, dei settori privati, dei lavoratori precari ed anche dei pensionati.

Soltanto la capacità – e la volontà -  di partecipazione dei lavoratori universitari a questi grandi temi potrà garantire la riuscita di una nuova contrattazione specifica e vincente del proprio settore.  Il ripiego degli interessi dei lavoratori universitari nel proprio esclusivo “particulare”, viceversa, è fin da subito certezza di sconfitta.

 Parliamo di salari, carovita, diritti e dignità.

Una nuova stagione di lotte si apre quindi con l’adesione ed il sostegno concreto alla campagna per una nuova scala mobile, contro lo scippo del TFR, per la stabilizzazione dei lavoratori precari e per la democrazia nei luoghi di lavoro che la RdB/CUB ha già avviato.

Mentre infuria una campagna elettorale cruenta, in cui di tutto si parla meno che dei problemi reali dei lavoratori e dei cittadini, la RdB/CUB, insieme a tutto il sindacalismo di base ed autorganizzato, ha depositato in Cassazione la proposta di Legge Popolare per una Nuova Scala Mobile, e nei prossimi giorni attiverà i banchetti per la raccolta di firme necessarie alla presentazione in Parlamento.

Già i partiti e le correnti della “sinistra del centro-sinistra” hanno formato il comitato di sostegno ai soggetti promotori della Legge, inaugurando così una positiva prospettiva di discussione su un tema concreto, in un eventuale Parlamento modificato dal voto delle future elezioni del 9 Aprile.

Attendiamo e ci auguriamo, naturalmente, che questo primo contingente partitico sappia “contaminare” anche tutte le altre forze politiche presenti in Parlamento.

A noi interessa, tuttavia, la partecipazione dei lavoratori.

Soltanto la loro presenza è capace di dare “corpo ed anima” ad ogni progetto, anche il più bello.

Roma,  20.02.06

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