VIGILANZA DELL'URBE. PROSEGUE IL PRESIDIO, PRONTI A RICOMINCIARE

Roma -

“Un impegno da concretizzare”, questo è il commento di Massimo Fofi della Federazione Nazionale delle Rappresentanze di Base dopo l’incontro tenuto ieri in Prefettura, “abbiamo deciso di non lasciare nulla che potesse intralciare o ritardare l’iter ipotizzato ieri al tavolo rinunciando alla innegabile visibilità del caso”.



“In questo senso abbiamo deciso di modificare l’iniziativa di lotta liberando quel piccolo spazio del terzo anello del Colosseo usato in questi giorni per richiamare l’attenzione ferragostana dei romani e delle istituzioni”.



La mobilitazione prosegue ora ai piedi del Colosseo in preparazione del prossimo incontro che non potrà tardare, per i primi giorni della prossima settimana ci aspettiamo una convocazione da parte del governo dove le parti potranno trovare la soluzione che noi auspichiamo, riteniamo infatti che attraverso l’intervento congiunto di comune, provincia e regione si potrà materialmente contribuire a risolvere il caso di questi 300 lavoratori che alla fine del mese, con le loro famiglie, resteranno senza stipendio.

 Sempre pronti a modificare l’azione di protesta se si renderà necessario.

 

 

 

 

 

.


20 agosto 2009 - Il Tempo

Le guardie giurate continuano la protesta con un presidio pacifico ai piedi del monumento
Colosseo, mobilitazione a oltranza «Ora mantengano la parola data»
Trattative Sindacati: aspettiamo il tavolo col governo per la prossima settimana

Roma - Le sette guardie giurate sono scese dal Colosseo. Ma il presidio ai piedi del monumento continua. Una mobilitazione pacifica, autorizzata dalla Questura, senza la tensione dei giorni scorsi. «Una tregua destinata a durare, se rispetteranno la parola data», garantiscono le Rdb, una delle tre sigle sindacali che assieme a Sdl e Cisal hanno sostenuto la protesta. I 300 dipendenti dell'Istituto vigilanza dell'Urbe, infatti, sono «pronti a modificare l'azione di protesta se necessario», ha detto Massimo Fofi della Federazione nazionale Rdb. Hanno ricevuto l'assicurazione che il Governo si impegnerà a trovare una soluzione e aspettano per l'inizio della prossima settimana la convocazione per un incontro che metta la parola fine a questa situazione e garantisca loro un «posto di lavoro sicuro». Martedì sera, appena scesi dal Colosseo, i sette hanno voluto lanciare un segnale: «Siamo scesi per collaborare. Il sindaco Alemanno ci ha dato la sua parola. Ma questa è l'ultima volta che diamo credito alle promesse», ha avvertito Sergio dalla barella all'ospedale San Giovanni dove si trovava assieme ai suoi compagni di lotta. Le parole di Giorgio Gori, il «gladiatore 1», il primo ad abbandonare il terzo anello, lasciano capire che lo spirito di collaborazione è sincero: «Non ho il rimpianto di essere sceso, confido nelle promesse che ci hanno fatto le istituzioni. Per anni ho portato una divisa, ho giurato davanti al prefetto e se lui ci richiama all'ordine, allora le regole vanno rispettate». Ieri pomeriggio i «sei gladiatori» (il settimo si sentiva ancora poco bene) al loro arrivo al Colosseo sono stati accolti da colleghi e famiglie con cori e applausi scroscianti. Ormai sono dei beniamini, coloro che sono riusciti a sbloccare una situazione che ormai sembrava perduta. La nuova società Vigilanza spa ha già riassorbito circa 650 dipendenti dell'Istituto vigilanza dell'Urbe, commissariato due anni fa dopo una sentenza del Tribunale fallimentare. I trecento che non hanno accettato il passaggio sono ancora senza lavoro. La nuova società ha prorogato i tempi per l'assunzione (scaduti a metà agosto), ma loro non ne vogliono sapere di «essere privatizzati». Adesso non resta che attendere. «L'aspetto più difficile della vicenda è trovare una soluzione possibile giuridicamente e soddisfacente per tutti», ha detto il vicesindaco Cutrufo che assieme a Regione e Provincia ha partecipato alle trattative in prefettura. Infatti i sindacati sono divisi. Secondo Cgil, Cisl e Uil, che non condividono i motivi della protesta, i «dissidenti» farebbero bene ad accettare l'assunzione nella nuova società. Un passaggio che per gli «irriducibili», invece, significherebbe acconsentire ad una perdita economica e dei diritti acquisti negli anni.


19 agosto 2009 - Adnkronos

ROMA: RDB, PROSEGUE PRESIDIO VIGILANTES URBE AI PIEDI DEL COLOSSEO

Roma, 19 ago. - (Adnkronos) - «Un impegno da concretizzare. Abbiamo deciso di non lasciare nulla che potesse intralciare o ritardare l'iter ipotizzato ieri al tavolo rinunciando alla innegabile visibilità del caso. In questo senso abbiamo deciso di modificare l'iniziativa di lotta liberando quel piccolo spazio del terzo anello del Colosseo usato in questi giorni per richiamare l'attenzione ferragostana dei romani e delle istituzioni». Lo ha dichiarato Massimo Fofi della Federazione Nazionale delle Rappresentanze Sindacalidi Base (Rdb) a seguito del tavolo interistituzionale tenutosi ieri in prefettura e della conseguente discesa dei manifestanti dal terzo anello del Colosseo. «La mobilitazione - ha spiegato Fofi - prosegue ora ai piedi del Colosseo in preparazione del prossimo incontro che non potrà tardare, per i primi giorni della prossima settimana ci aspettiamo una convocazione da parte del governo dove le parti potranno trovare la soluzione che noi auspichiamo, riteniamo infatti che attraverso l'intervento congiunto di Comune, Provincia e Regione si potrà materialmente contribuire a risolvere il caso di questi 300 lavoratori che alla fine del mese, con le loro famiglie, resteranno senza stipendio». «Siamo sempre pronti -ha concluso- a modificare l'azione di protesta se si renderà necessario».


19 agosto 2009 - Ansa

LAVORO: PROTESTA COLOSSEO; SINDACATO RDB, PRESIDIO CONTINUA

(ANSA) - ROMA, 19 AGO - «Insisteremo con la prefettura e con la presidenza del consiglio affinchè sciolgano i nodi poco chiari della procedura di privatizzazione del nostro istituto di vigilanza, ma non credo che dovrà servire un altro gesto disperato di padri di famiglia come sono i 'gladiatorì. Ma non dimentichiamoci che 300 persone a fine mese non riceveranno lo stipendio». È quanto afferma il dirigente sindacale Rdb, Mauro Frezza, che oggi, come tutti i giorni da venerdì, si trova al presidio ai piedi del Colosseo mantenuto dalle guardie giurate, in mobilitazione per la privatizzazione del loro istituto, anche dopo la discesa dei 'gladiatorì dal terzo anello del monumento. «La scorsa notte - racconta Frezza - l'abbiamo passata in 30 qua sotto ed è andata tranquillamente come sempre. Ora siamo un centinaio, e con noi c'è anche Giorgio, il primo dei 7 a scendere da lassù ieri mattina. Gli altri 6 dell'occupazione - ha proseguito - sono stati dimessi ieri sera e ora credo siano a casa a riposare. Noi vogliamo avere fiducia nelle istituzioni - ha concluso il sindacalista - e non molliamo. Ma ogni tanto con lo sguardo torniamo lassù».

LAVORO: PROTESTA COLOSSEO; SINDACATO RDB, PRESIDIO CONTINUA

(Ansa) Roma - «Insisteremo con la prefettura e con la presidenza del consiglio affinchè sciolgano i nodi poco chiari della procedura di privatizzazione del nostro istituto di vigilanza, ma non credo che dovrà servire un altro gesto disperato di padri di famiglia come sono i 'gladiatori'. Ma non dimentichiamoci che 300 persone a fine mese non riceveranno lo stipendio». È quanto afferma il dirigente sindacale Rdb, Mauro Frezza, che oggi, come tutti i giorni da venerdì, si trova al presidio ai piedi del Colosseo mantenuto dalle guardie giurate, in mobilitazione per la privatizzazione del loro istituto, anche dopo la discesa ieri dei 'gladiatorì dal monumento. Sulla vertenza è tornato il vicesindaco di Roma Mauro Cutrufo: «Adesso l'aspetto più difficile è trovare una soluzione possibile giuridicamente e soddisfacente per tutti».


19 agosto 2009 - Omniroma

IVU, FOFI (RDB): «MOBILITAZIONE PROSEGUE SOTTO COLOSSEO»

(OMNIROMA) Roma, 19 ago - «Un impegno da concretizzare». Lo dichiara in una nota Massimo Fofi della federazione nazionale delle Rappresentanze di Base (Rdb) dopo l'incontro che si tenuto ieri in Prefettura sulla questione dell'Istituto di vigilanza Urbe. «Abbiamo deciso di non lasciare nulla che potesse intralciare o ritardare l'iter ipotizzato ieri al tavolo rinunciando alla innegabile visibilità del caso - prosegue Fofi - In questo senso abbiamo deciso di modificare l'iniziativa di lotta liberando quel piccolo spazio del terzo anello del Colosseo usato in questi giorni per richiamare l'attenzione ferragostana dei romani e delle istituzioni». «La mobilitazione prosegue ora ai piedi del Colosseo in preparazione del prossimo incontro che non potrà tardare - continua la nota di Rdb - Per i primi giorni della prossima settimana ci aspettiamo una convocazione da parte del governo dove le parti potranno trovare la soluzione che noi auspichiamo, riteniamo infatti che attraverso l'intervento congiunto di Comune, Provincia e Regione si potrà materialmente contribuire a risolvere il caso di questi 300 lavoratori che alla fine del mese, con le loro famiglie, resteranno senza stipendio. Sempre pronti a modificare l'azione di protesta se si renderà necessario».


19 agosto 2009 - Il Manifesto

COLOSSEO
I vigili dell Urbe scendono a tarda sera

Roma - Verso sera, con l'afa che ancora non dava tregua, i sei vigilantes dell'Istituto di vigilanza Urbe (Ivu) sono scesi dal Colosseo dopo quattro giorni di protesta. Mentre la folla ai piedi dell'Anfiteatro Flavio li salutava con un applauso. In mattinata, per i continui malori e per dare un segno di distensione, si era calato giù dal terzo anello il primo dei sette, Giorgio Gori.
Che fosse la giornata-chiave lo si era capito già dalla mattina. Il vertice convocato in prefettura per affrontare la protesta dei dipendenti dell'Istituto di vigilanza dell'Urbe (Ivu) arrampicatisi da quattro giorni in cima al Colosseo, metteva intorno al tavolo tutti i soggetti in qualche modo interessati alla soluzione della vicenda - dai rappresentanti della protesta (sindacalisti dell'RdB) ai sindacati confederali (firmatari dell'accordo contestato), dagli enti locali al vicecapo di gabinetto del prefetto, Chiara Vaccaro (e quindi, seppur in modo molto periferico, il governo). Lo stesso delegato RdB, Marco Lucarelli, era entrato spiegando che «ora potrà iniziare un lavoro serio», avvertendo però che «questo per noi non è uno show, ma la disperazione».
Sei ore e mezzo di discussioni molto animate hanno portato a un documento che chiamava direttamente in causa l'esecutivo sui due nodi fondamentali della vertenza: l'ambiguità della situazione pensionistica e la stabilità dell'impiego che era garantita dall'Associazione nazionale combattenti e reduci (ente pubblico), ma non dalla newco privata (Urbe spa) chiamata a sostituirla. Sul primo punto c'è un lungo periodo di versamenti contributivi all'Inpdap (a dimostrazione ulteriore del loro status di «dipendenti di fatto pubblici») che non sono mai stati girati all'Inps, con conseguenti problemi di copertura per chi è alle soglie della pensione. Sul secondo, vero cuore della protesta, riguarda la stessa procedura di «privatizzazione anomala» fin qui seguita per scaricare questi addetti a una società di diritto privato.
Di fatto, gli enti locali (regione Lazio, provincia e comune di Roma) hanno riconosciuto lo status giuridico dei vigilantes dell'Ivu e si sono impegnati a sostenerne le ragioni premendo sul governo, cui vengono chiesti «chiarimenti». L'impegno è di convocare un tavolo che veda la presenza di esponenti sufficientemente autorevoli dell'esecutivo, per sciogliere definitivamente i nodi. Cosa non facile, viste le procedure contorte seguite fin qui con la partecipazione non particolamente brillante anche di membri dell'ex governo Prodi.
Un impegno scritto, ma non troppo forte e convincente. «Questo tavolo non è in grado di dare risposte - sottolineava l'assessore regionale al lavoro, Alessandra Tibaldi - perché le istituzioni non vogliono fare promesse che non possono mantenere: chi deve dare risposte è il governo».


19 agosto 2009 - Corriere della Sera

La protesta Dopo il vertice in Prefettura
I vigilantes dopo cinque giorni giù dal Colosseo
Ora il confronto con il governo
di Francesco Di Frischia

Roma - Dopo cinque giorni i sei vigilantes dell’Urbe sono scesi ieri sera verso le 9 e mezza dal terzo anello del Colosseo, a 50 metri d’altezza. Una piccola folla di colleghi e amici li ha salutati tra applausi e grida di felicità. Ma ci sono volute oltre tre ore di serrate trattative, prima con i sindacati e poi con il vicesindaco Mauro Cutrufo, per convincere i «gladiatori», poi ricoverati in ospedale, a terminare la protesta contro la privatizzazione del loro ente di vigilanza.
«È stata una discesa faticosa e sofferta - ha spiegato Marco Lucarelli di Rdb-Cub - Il sindaco Gianni Alemanno ci ha telefonato e ha parlato con un collega che gli ha esternato la criticità della situazione. Poi siamo scesi. Ma il presidio sotto al Colosseo rimane». In mattinata Regione, Provincia di Roma e Campidoglio avevano strappato al governo nazionale «l’impegno ad approfondire a partire dalla prossima settimana la vicenda dei 300 lavoratori dell’ex Istituto di vigilanza dell’Urbe». Sette dei quali avevano occupato il Colosseo. I problemi contributivi e previdenziali dei vigilantes (legati al passaggio da un ente morale, l’Associazione nazionale combattenti e reduci, ad una Spa), sono stati al centro di una riunione in Prefettura, presieduta dal viceprefetto Nadia Minati: all’incontro, durato oltre 6 ore, hanno partecipato i rappresentanti di Campidoglio, Regione e Provincia di Roma e esponenti dei sindacati confederali ed autonomi. «Ce l’abbiamo messa tutta per superare lo scoglio più ripido», aveva commentato Cutrufo. Durante i colloqui, il vicesindaco aveva spesso telefonato al sindaco che a sua volta aveva sentito il sottosegretario Gianni Letta. L’assessore regionale al Lavoro, Alessandra Tibaldi, affiancata dal consigliere Peppe Mariani, aveva ricordato: «Oggi c’è un accordo che garantisce la continuità occupazionale: abbiamo chiesto ai lavoratori di riflettere su questo punto». Tra chi protestava ai piedi dell’Anfiteatro Flavio, Luca Pietroni, 45 anni, ha fatto notare: «Nell’intesa c’è una clausola che permette di mantenere così lo status giuridico di dipendente pubblico. Perché dovrei modificarlo se ci vado a rimettere? ». Con la «Vigilanza Urbe spa», secondo Ambrogio D’Iori, che dal 1991 si è occupato di paghe e contributi per la società, le guardie giurate riceveranno una busta paga più magra di 200 euro circa (su 1.100 di stipendio mensile) e molte meno garanzie lavorative.


19 agosto 2009 - Il Messaggero

Roma. Sono scesi dal Colosseo, tra gli applausi...

Roma - Sono scesi dal Colosseo, tra gli applausi e il tifo degli altri colleghi che sono rimasti per quattro giorni a mandargli su acqua e panini. Sono scesi tutti e sei, dal terzo anello, una visita di controllo al pronto soccorso del San Giovanni, una flebo, un controllo al cuore e alla pressione, in mattinata l’aveva già fatta il settimo lavoratore Giorgio, poi di nuovo al Colosseo, perché la protesta delle guardie giurate dell’Istituto di vigilanza dell’Urbe continua. «La loro battaglia è nata per una rivendicazione di tipo salariale», ha detto il vicesindaco Mauro Cutrufo che in nottata era salito sul primo anello del monumento per convincerli: l’incontro con Cutrufo è stato l’ultimo atto prima della discesa. «C’è un documento scritto - ha spiegato - con l’impegno la settimana prossima a riaprire i lavori del tavolo per approfondire il lavoro presso i ministeri preposti. Di mezzo c’è anche una competenza della procura della Repubblica. Si tratta di una situazione complessa che può essere ordinata così che giunga a una conclusione».
Il primo passo verso la fine dell’occupazione è stato compiuto al tavolo interistituzionale: sette ore di discussione, collegamento telefonico con il sindaco Alemanno e con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Letta, un documento fitto con il quale chiedere chiarimenti al Governo perché la vicenda rimane complessa.
Tra i primi a salire e a spiegare come si stava trasformando la situazione, il presidente del libero comitato Rdb Marco Lucarelli: «Ora aspettiamo che in settimana il governo apra un tavolo di confronto anche con noi».
Dal vertice è emerso l’impegno della prefettura a chiedere a Palazzo Chigi di chiarire i nodi più incerti della complessa vicenda, e in particolare sugli effetti dell’accordo firmato dai sindacati il 9 luglio scorso che regola il passaggio di circa 900 guardie giurate dal vecchio ente pubblico al nuovo istituto di vigilanza privato. Nel documento che ha concluso la riunione si legge che «all’interno di questa complessa vicenda giuridica esistono aspetti normativi non perfettamente allineati a seguito del riconoscimento del diverso soggetto giuridico. Pertanto è necessario rappresentare alla Presidenza del Consiglio la situazione al fine di ricevere una sollecita risposta».
Al tavolo, presieduto dal Viceprefetto vicario Minati, hanno partecipato oltre al vicecapo di gabinetto della Prefettura Clara Vaccaro, rappresentante degli enti locali e delle sigle sindacali. «Abbiamo fatto ciò che potevamo - ha affermato l’assessore regionale al Lavoro Alessandra Tibaldi - cioè trasferire a Palazzo Chigi il compito di chiarire due nodi della vicenda: l’ambiguità della situazione pensionistica e la stabilità dell’impiego che era garantito dall’Associazione nazionale combattenti e reduci quando era ente pubblico».
Il vicesindaco Mauro Cutrufo ha espresso «soddisfazione» per l’esito dell’incontro che si è svolto in Prefettura dopo la protesta delle guardie giurate che durante la trattativa hanno parlato al telefono anche con il sindaco. «Il Campidoglio - spiega Cutrufo - ha ottenuto la convocazione del tavolo in Prefettura al quale oggi si sono aggiunte anche Regione e Provincia. Le organizzazioni sindacali, preso atto della complessa situazione e della larga apertura registrata da parte delle Istituzioni, hanno concordato di proseguire il confronto che produrrà, già a partire dalla prossima settimana, l’impegno da parte del Governo di un ulteriore approfondimento della vicenda che riguarda l’Ancr-Ivu e che coinvolge circa trecento lavoratori». Chiaro Claudio Di Bernardino, Cgil: «L’accordo relativo alla privatizzazione è stato firmato dal tutte le sigle sindacali. L’accordo punta a tutelare tutti i lavoratori».(Be.Pi.)


19 agosto 2009 - Rainews 24

Scesi dal Colosseo i 6 'gladiatori'

Roma - I gladiatori hanno lasciato il Colosseo. Le sei guardie giurate che da venerdi' scorso erano in cima al terzo anello del Colosseo per protestare contro la privatizzazione del loro istituto di vigilanza, considerata svantaggiosa, hanno lasciato la loro posizione poco dopo le 21, salutati dagli applausi e dagli evviva dei colleghi al termine di una lunga trattativa con sindacati e istituzioni. Saliti su due ambulanze, hanno raggiunto, nell'ospedale San Giovanni, Giorgio, il loro collega che era sceso dal monumento simbolo di Roma questa mattina come segno di buona volonta' per la trattativa aperta con le istituzioni. "Hanno parlato al telefono anche con il sindaco Gianni Alemanno - ha spiegato il vicesindaco della Capitale Mauro Cutrufo, che poco prima che le sei guardie giurate decidessero di scendere le ha fatte parlare al telefono con il sindaco. "La prossima settimana - ha sottolineato Cutrufo - ci riuniremo nuovamente attorno a un tavolo in Prefettura con rappresentanti di palazzo Chigi per far chiarezza finalmente sulla loro vicenda". Una delegazione di sindacalisti Rdb aveva raggiunto i 'gladiatori' al terzo anello del monumento per comunicare loro gli esiti di un tavolo interistituzionale che si e' tenuto per tutto il giorno in Prefettura. Dal vertice, a cui hanno partecipato il viceprefetto di Roma, il vicesindaco, l'assessore al Lavoro della Regione Lazio Alessandra Tibaldi e numerose sigle sindacali, era emersa una linea condivisa da tutti i presenti: sara' la Presidenza del consiglio a dover dirimere i nodi piu' discussi di una complessa vicenda di privatizzazione culminata il 9 luglio scorso con un accordo firmato da tutte le sigle sindacali. Secondo l'accordo i dipendenti dell'ente morale pubblico dell'Associazione nazionale combattenti e reduci (Ancr) possono essere assunti dal nuovo ente privato 'Vigilanza Urbe Spa', e gia' oltre 600 guardie sulle 900 coinvolte nella vicenda hanno sottoscritto il contratto. Ma per i rimanenti 300 quel contratto e' un capestro: "Guadagnavamo circa 1.100 euro al mese - ha spiegato uno di loro - andremmo a perdere circa 200 euro ad ogni busta paga, senza contare i giorni liberi retribuiti in meno, le ore di straordinario gratuito, e l'azzeramento degli scatti. Inoltre il contratto rimarra' immutato per un massimo di due anni, sebbene a tempo indeterminato". Dal punto di vista previdenziale, poi, il nuovo contratto prevede l' iscrizione "all'Inps e non al piu' vantaggioso Inpdap che ci spettava in quanto dipendenti di un ente pubblico". Previdenza e stabilita' d'impiego sono dunque i due punti chiave che il futuro dibattito con la presidenza del consiglio dovra' chiarire. Ora, dopo qualche momento di tensione tra i vigilantes, alcuni dei quali delusi dalla 'resa dei gladiatori', i sindacati hanno deciso di mantenere il presidio ai piedi del Colosseo, sul lato di Colle Oppio, dove da venerdi' scorso hanno sostenuto i loro colleghi: "Resteremo qui finche' non avremo risposte concrete - hanno detto - ora comincia una nuova fase di trattativa con il governo finalmente seria: non dimentichiamo che a fine mese 300 persone resteranno senza paga".


19 agosto 2009 - Il Mattino

Roma. I gladiatori hanno lasciato il Colosseo...

Roma - I gladiatori hanno lasciato il Colosseo. Le sei guardie giurate che da venerdì scorso erano in cima al terzo anello del monumento simbolo di Roma per protestare contro la privatizzazione del loro istituto di vigilanza, considerata svantaggiosa, hanno lasciato la loro posizione ieri poco dopo le 21, salutati dagli applausi e dagli evviva dei colleghi al termine di una lunga trattativa con sindacati e istituzioni. Saliti su due ambulanze, hanno raggiunto, nell'ospedale San Giovanni, Giorgio, il loro collega che era sceso dal Colosseo in mattinata come segno di buona volontà per la trattativa aperta con le istituzioni. «Hanno parlato al telefono anche con il sindaco Gianni Alemanno», ha spiegato il vicesindaco della Capitale Mauro Cutrufo, che poco prima che le sei guardie giurate decidessero di scendere le ha fatte parlare con il sindaco. La prossima settimana - ha sottolineato Cutrufo - ci riuniremo nuovamente attorno a un tavolo in Prefettura con rappresentanti di Palazzo Chigi per far chiarezza finalmente sulla loro vicenda«. Una delegazione di sindacalisti Rdb aveva raggiunto i gladiatori al terzo anello del monumento per comunicare loro gli esiti di un tavolo interistituzionale che si è tenuto per tutto il giorno in Prefettura. Dal vertice, a cui hanno partecipato il viceprefetto di Roma, il vicesindaco, l'assessore al Lavoro della Regione Lazio Alessandra Tibaldi e numerose sigle sindacali, era emersa una linea condivisa da tutti i presenti: sarà la Presidenza del consiglio a dover dirimere i nodi più discussi di una complessa vicenda di privatizzazione culminata il 9 luglio scorso con un accordo firmato da tutte le sigle sindacali. Secondo l'accordo i dipendenti dell'ente morale pubblico dell'Associazione nazionale combattenti e reduci (Ancr) possono essere assunti dal nuovo ente privato «Vigilanza Urbe Spa», e già oltre 600 guardie sulle 900 coinvolte nella vicenda hanno sottoscritto il contratto. Ma per i rimanenti 300 quel contratto è un capestro: «Guadagnavamo circa 1.100 euro al mese - ha spiegato uno di loro - andremmo a perdere circa 200 euro ad ogni busta paga. Intanto, dopo qualche momento di tensione tra i vigilantes, alcuni dei quali delusi dalla resa dei gladiatori, i sindacati hanno deciso di mantenere il presidio ai piedi del Colosseo: «Resteremo qui finchè non avremo risposte concrete, non dimentichiamo che a fine mese 300 persone resteranno senza paga».


...Le precedenti sono nella notizia correlata