Il lupo perde il pelo: l'amministrazione non perde nè il vizio nè il pelo

Roma -

La RdB non firma l'accordo sulla mobilità volontaria in deroga agli ordinari criteri

 

 

 

 

Lavoratori,

in data odierna la RdB è stata convocata assieme alle altre organizzazioni sindacali per definire l'accordo di mobilità in deroga agli ordinari criteri per particolari, eccezionali e gravissime situazioni, invece oltre ai rappresentanti della Direzione generale, si è ritrovata davanti al Sottosegretario per la firma definitiva dell'accordo.

La RdB ha subito precisato che nell'ultimo incontro del 4 settembre le parti si erano lasciate con l'avvertimento che la riunione successiva doveva definire un calendario degli incontri per decidere le materie da contrattare cui dare la precedenza, come stabilito dall'art. 4 comma 3 dell'attuale CCNL.

L'amministrazione di punto in bianco ha voluto definire questa mobilità evidentemente perché non riesce più a gestire a suo piacimento la mobilità ordinaria conseguente ai passaggi di qualifica per il personale operativo, e quella pressoché inesistente relativa al personale amministrativo. La RdB non ha firmato perché con queste nuove modalità, non si risolverà un bel niente, e sarà un ulteriore fonte di discriminazione fra i lavoratori a forme di clientelismo ancora più accentuate di quelle già esistenti.

La RdB è stata l'unica organizzazione sindacale che non ha firmato questo accordo.

Qui di seguito riportiamo per esteso la nota a verbale che chiarisce i motivi del disaccordo:

La RdB non firma poiché l'oggetto della convocazione "mobilità volontaria in deroga agli ordinari criteri", si è rivelato uno specchietto per le allodole.

Questa organizzazione sindacale è intervenuta alla riunione nell'intento di fissare il calendario delle materie oggetto della contrattazione collettiva integrativa come da accordo tra amministrazione e organizzazioni sindacali al termine della riunione del 4 u.s., invece si è ritrovata di fronte al sottosegretario ad esaminare quattro articoli di uno pseudo "accordo" sui cosiddetti casi particolari.

Pertanto la RdB ribadisce la pretestuosità della firma di tale accordo perché la maggiore parte dei casi che si vogliono regolamentare avviene con atti unilaterali dell'amministrazione, sistematicamente, senza criteri concordati e che per tale parte di personale devono, semmai, essere prese in considerazione le norme trans. - contrattuali e comunque dopo una seria contrattazione sulla mobilità interna come previsto dal vigente contratto e non come appendice a quello scaduto.

Inoltre il tutto è stato proposto ignorando la legge 53 dell'8 marzo 2000.

Infine sottolinea la necessità di decidere le priorità delle materie da contrattare in applicazione del vigente CCNL di comparto (art. 22 comma 2 lettera b); discutere un nuovo accordo generale sulla mobilità volontaria tenendo conto delle indicazioni di cui all’art. 33 comma 5 del CCNL del 6 aprile 1996 e non un accordo in deroga al precedente per dare sfogo a chissà quali casi particolari gravi, mantenendo tra l'altro la posizione espressa nell'apposita riunione del 14 marzo c.a..

La RdB ricorda che già in quella riunione si è dichiarata contraria a fare accordi che derogano la mobilità ordinaria a domanda per casi particolari e gravissime eccezionali situazioni in cui si trova il dipendente o i suoi familiari, perché in merito a questi casi la mobilità è regolata da leggi dello stato come la legge 104/92, la legge 53/2000 ed altre ancora. La RdB è convinta che questo accordo determinerà ulteriori forme di confusione, discriminazione e clientelismo in categoria maggiori di quelle già in atto.

Osserviamo comunque la necessità di modificare nell'accordo proposto sostituendo le parole "organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative" con le parole " organizzazioni sindacali di cui all’articolo 8 comma 1 lettera a) del vigente CCNL di comparto".

La RdB si riserva di verificare la regolarità delle procedure seguite in merito.

In allegato il testo dell'accordo