Il TFR non è un bancomat del governo Meloni, ma salario dei lavoratori

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Ancora una volta, con la nuova legge di bilancio, il dibattito politico torna a concentrarsi sulle pensioni, e ancora una volta lo fa cercando le modalità con cui colpire i lavoratori e le lavoratrici. L’ultima proposta, avanzata dal sottosegretario al lavoro Durigon, è quella infatti di utilizzare il TFR per “integrare” il sistema pensionistico permettendo così di bloccare a 64 anni l'età pensionabile.

Una proposta indecente che è l'ennesimo tentativo di scaricare i costi dell'economia di guerra alla classe lavoratrice, rapinando il salario e facendo a pezzi il welfare. Rispolverando il solito leitmotiv del "non ci sono i soldi", il messaggio che arriva dal governo è chiaro e costituisce un pericoloso precedente: dovranno essere gli stessi lavoratori a doversi pagare la pensione.

Il TFR non è un fondo su cui il governo Meloni può mettere le mani a piacimento come fosse il proprio bancomat, ma salario differito. Toccare il TFR significa toccare direttamente il salario dei lavoratori e delle lavoratrici, significa sottrarre un'ulteriore parte del reddito futuro a chi già oggi sopravvive all'impennata dei prezzi con stipendi da fame e contratti precari e che domani si ritroverà, di conseguenza, con pensioni da fame.

In un Paese in cui le pensioni minime rimangono scandalosamente basse – lo scorso anno il governo ha avuto il coraggio di “aumentarle” di appena 3 euro –, e l'età pensionabile continua ad innalzarsi, si pensa di nuovo a smontare le tutele invece di aumentarle.

Ma la narrazione del "non ci sono i soldi" ormai regge ben poco, soprattutto per un governo come quello Meloni che nei suoi tre anni è riuscito a destinare la bellezza di 42 miliardi per le spese militari e a prendersi impegni con la NATO di un loro aumento fino al 5% del Pil.

Se questo è il tenore delle prime proposte si capisce già, insomma, che anche nella futura legge di bilancio le spese militari avranno più risorse delle pensioni, della sanità, dell'istruzione e del welfare.

Su le spese sociali, giù quelle militari!

 

Federazione del Sociale USB