La politica dei tagli miete nuove vittime

Torino -

Gli ennesimi tagli, sulla incolumità delle persone, riguardano ammodernamenti negli standard di sicurezza in ambito aeroportuale

 

Cari colleghi l’articolo in allegato è stato scaricato da “il Sole 24 ore” di qualche giorno fa. In esso si denuncia lo scempio che sta producendo la politica scellerata di tagli indiscriminati del governo Berlusconi che, pur di fare quadrare previsioni di bilancio errate e di mantenere le promesse sottoscritte in trasmissioni televisive di giornalisti suoi galoppini, taglia anche fondi destinati all’attuazione di disposizioni “I.C.A.O.” fissate in Commissione Europea. Gli ennesimi tagli, sulla incolumità delle persone, riguardano ammodernamenti negli standard di sicurezza in ambito aeroportuale e nella fattispecie sulle attrezzature utilizzate dai vigili del fuoco. Il fine ultimo per l'adozione delle nuove attrezzature è stato fissato per il 27 novembre 2003 data in cui il personale, che presta servizione nelle sedi aeroportuali, dovrà essere formato al loro utilizzo. Il rischio che si corre è, a meno di qualche deroga all’italiana dell’ultimo momento, la chiusura di tutti gli scali nazionali che darà luogo all'affannata ricerca, da parte del governo, di fondi da destinare alla risoluzione del problema. Tali fondi, come sempre, verranno prelevati dai magri benefici economici destinati ai lavoratori e il tutto con l'assoluta complicità della "triplice" che non farà nulla per ostacolare quanto probabilmente avverrà.

 

L’aereo resta a terra

Senza i soldi fra un anno gli aeroporti saranno fuorilegge

DI STEFANO SEPE

Non sempre scelte rigorose producono effetti apprezzabili. Succede, anzi, che ad intenzioni lodevoli corrispondano talvolta risultati che contrastano con gli obiettivi originari. Il decreto "taglia spese" - va-rato di recente dal governo con il fine lodevole di contribuire a contenere il deficit delle amministrazioni pubbliche - rischia, infatti, di generare effetti perversi. E, di certo, non previsti da chi ha messo in moto la manovra delle limature ai bilanci degli apparati pubblici.

Come è noto, uno degli effetti immediati del decreto è il blocco delle spese previste nei bilanci e non ancora impegnate. Provvedimento che, in linea generale, tende a comprimere l’ammontare delle spese, ma soprattutto si propone di evitare che le amministrazioni continuino ad essere pigre nella gestione delle risorse. Scelta opportuna, quindi, ma che può provocare in qualche caso situazioni paradossali.

Una di esse potrebbe – da qui ad un anno – comportare la chiusura degli scali aeroportuali italiani. Il 27 novembre 2003 scade, infatti, il termine previsto dalle norme Icao per aggiornare gli standard di sicurezza negli aeroporti. Si tratta di una serie di parametri tecnici, fissati in sede di Unione europea, a quali i paesi aderenti devono obbligatoriamente uniformarsi. In Italia la questione riguarda in primo luogo le attrezzature utilizzate negli aeroporti dai Vigili del fuoco. Da tempo sono state avviate le procedure per acquistare, attraverso i meccanismi di gara previsti dalle leggi, attrezzature in regola con gli standard che dovranno essere assicurati dal novembre del prossimo anno. Si tratta di macchinari estremamente sofisticati con specifiche tecniche particolarissime, che non possono essere acquisiti sul mercato in poche settimane. Inoltre il personale che dovrà utilizzarli dovrà essere convenientemente addestrato. Di fatto, se le procedure vengono bloccate, anche per pochi mesi, è praticamente certo che diventerà impossibile provvedere a dotare, nei tempi previsti, i nostri scali di attrezzature a norma. Con la conseguenza che gli aeroporti potranno essere chiusi di autorità. Con quali danni è facile immaginare. È naturalmente possibile che vi sia un ravvedimento in "corso d’opera". È, in altri termini, plausibile credere che gli stessi tecnici del ministero dell’Economia provvedano ai riaggiustamenti necessari affinché nel bilancio del ministero dell’Interno vi siano le risorse per comprare le attrezzature indispensabili a garantire l’adeguamento degli standard di sicurezza degli aeroporti italiani entro i termini previsti. In alternativa si può pensare che il governo provveda a stanziare i fondi necessari nella legge finanziaria. Una soluzione, in ogni caso, andrà trovata, poiché l’esigenza di ammodernamento dei sistemi di sicurezza negli aeroporti non potrà essere disattesa. La vicenda dimostra i rischi potenziali insiti nel criterio ei tagli "orizzontali" (e indiscriminati) ai bilanci pubblici. Che le amministrazioni pubbliche tendano a resistere alle esigenze di risparmio è noto. Salutari sono, quindi, sia i richiami a vigilare sul corretto uso dei denari pubblici, sia gli interventi tesi ad evitare sprechi. Ma la tecnica del tosaerba non risolve i problemi. Al contrario a volte li può aggravare.